Stiamo vivendo un momento delicatissimo per quanto concerne il nostro futuro ma pare che nessuno se ne renda conto. Il tema principale da affrontare è, con ogni evidenza, la lotta al cambiamento climatico che non può essere considerata un fatto “tecnico” o un obiettivo “accessorio” che si aggiunge ad altri, mentre, in realtà, piaccia o non piaccia, è e deve essere il motore principale di tutte le scelte politiche dei prossimi anni.
Proprio per questo, il 25 settembre io voterò convintamente per il prof. Livio De Santoli, professore ordinario di Fisica tecnica ambientale, responsabile dell’Energia e prorettore alla sostenibilità dell’Università La Sapienza di Roma, presidente del Coordinamento Free – Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica, membro del Consiglio Direttivo dell’International Solar Energy Society Italia e del Consiglio Direttivo del Comitato Termotecnico Italiano; coordinatore del Gruppo di Lavoro Nazionale per le Linee Guida sull’Efficienza Energetica per il Patrimonio Culturale, Ministero dei Beni Culturali, vincitore del premio Eurosolar 2008, autore di oltre 200 pubblicazioni (in particolare ricordo Le Comunità dell’Energia,Quodlibet, 2011, con prefazione di Jeremy Rifkin), ecc. ecc. Un tecnico di altissimo livello che, con il suo operato, ha sempre dimostrato il massimo impegno per attuare con assoluta priorità la decarbonizzazione con la transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, ed assicurare il pieno sviluppo per le comunità energetiche, il biometano, le rinnovabili innovative, l’agrivoltaico.
La sua presenza nel prossimo Parlamento è tanto più necessaria in quanto, a causa della guerra Russia-Ucraina, si rischia di concentrarsi sull’obiettivo di sostituire il gas russo con gas di altre nazioni e non con biometano, installazioni di rinnovabili e incremento dell’efficienza energetica, riducendo al massimo il periodo di transizione. Insomma, “non possiamo sostituire il gas con altro gas. Lo potremo fare in un piccolo periodo transitorio ma si devono gettare le basi per l’uscita da questa fonte fossile. Se non cominciamo subito perderemo solo tempo”.
Ma è soprattutto importante perché De Santoli ricorda giustamente che il tema della sostenibilità deve essere affrontato con un cambiamento culturale diretto a recuperare quell’atteggiamento di ciascun individuo nei confronti di una visione complessiva delle cose persa in una società globalizzata. “Ritrovare il valore dell’impegno e della responsabilità individuale in chiave sociale è uno dei temi centrali della sostenibilità; ad esempio le comunità energetiche abbracciano insieme sia gli aspetti di riduzione dei consumi – altro tema fondamentale di cui non si parla –sia quello dell’importanza dell’autoconsumo energetico, sia quello della disparità sociale”. Un cambiamento culturale complessivo, cioè, che riesamini criticamente il nostro modo di vivere, di svilupparci e di essere felici, oggi basato essenzialmente sul possesso e sulla quantità di beni e non sulle reali esigenze dell’uomo e delle future generazioni.
Infine, non dobbiamo dimenticare che oggi abbiamo un ministro per la Transizione ecologica totalmente inadeguato che andrebbe rimosso al più presto. E – forse qualcuno non lo ricorda – si tratta di un ministro designato da Beppe Grillo in nome dei 5stelle mentre la scelta di De Santoli si deve a Giuseppe Conte. Viva la differenza!