Da soli quattro giorni stava effettuando uno stage di alternanza scuola-lavoro in una piccola azienda nella zona industriale di Noventa di Piave. Giuliano De Seta, il diciottenne morto alla Bc Service srl, è stato travolto da una lastra di acciaio del peso di due tonnellate. Per lui non c’è stato scampo. Si ripropone nuovamente e in modo drammatico il problema di adeguati controlli e della sicurezza sui posti di lavoro, in particolare per quegli studenti che entrano in una fabbrica per integrare l’istruzione scolastica e prepararsi ad un futuro inserimento nella realtà produttiva. Era accaduto il 21 gennaio scorso in un’azienda di Lauzacco, in provincia di Udine, quando Lorenzo Parelli, appena maggiorenne, era stato schiacciato da una putrella. Il 14 febbraio, a Fermo, il sedicenne Giuseppe Lenoci era deceduto in un’azienda termoidraulica, dopo che un furgone su cui si trovava era andato a schiantarsi contro un albero. A maggio, un diciassettenne era rimasto gravemente ustionato in una carrozzeria di Merano, salvandosi, mentre a giugno uno studente sedicenne è caduto da cinque metri di altezza mentre stava installando uno striscione a Rovato, in provincia di Brescia, ferendosi gravemente.
Sembra un bollettino di guerra. Un’altra croce si è aggiunta in provincia di Venezia. Giuliano stava concludendo la prima settimana di lavoro all’interno di uno stabilimento con 14 operai che si occupa di assemblaggio, lucidatura, saldatura e stampi. Mancava un’ora perché se ne andasse a casa, quando si è verificato il terribile incidente. Giuliano era uno studente dell’Itis Leonardo Da Vinci di Portogruaro e sognava di lavorare nell’ambito dell’elettronica e delle nuove tecnologie. Abitava a Ceggia, con il papà Enzo, un operaio metalmeccanico di origine calabrese, la mamma Antonella Biasi e un fratellino di 10 anni. Era arrivato all’ultimo anno dell’istituto superiore e aveva cominciato lo stage il 12 settembre. Sarebbe stato impiegato per un periodo di tre settimane.
Ad occuparsi della ricostruzione di quanto accaduto in fabbrica sono gli ispettori dello Spisal dell’Ulss 4 e i carabinieri della compagnia di San Donà di Piave, coordinati dal sostituto procuratore Antonia Sartori. Secondo un primo accertamento, il ragazzo stava operando su una lastra, che è caduta, colpendolo alle gambe. Inutili i soccorsi dei colleghi e l’immediato intervento del 118. Il medico ha dovuto constatare il decesso avvenuto per schiacciamento. Le indagini dovranno accertare che cosa non ha funzionato, che cosa ha provocato il cedimento della lastra e se siano state rispettate le norme di sicurezza. Ogni studente che effettua uno stage è, infatti, seguito da un tutore ed effettua mansioni previste da un protocollo di ingaggio. Il pm ha ordinato il sequestro dell’area interessata, per effettuare i rilievi tecnici.
Straziante la reazione dei genitori. “Il mio mondo è finito”, ha detto tra i singhiozzi il papà Enzo, che ha avuto un malore davanti all’ingresso della Bc Service. Anna Maria Zago, preside dell’Itis di Portogruaro: “Non ci sono parole per commentare, quanto è successo è troppo grande. Queste tragedie non devono succedere”. Il sindaco Mirko Marin: “E’ una famiglia per bene che ha sempre partecipato alla vita del paese. Giuliano era un bravo ragazzo, riservato e a modo”.
Severo il commento dei sindacati. Il delegato Fiom, Loris Gaiotto: “L’alternanza scuola-lavoro deve essere gestita in modo diverso, non si può arrivare a queste tragedie prima di prendere dei provvedimenti. Servono investimenti sufficienti e leggi adeguate”. Michele Valentini, segretario generale Fiom Cgil di Venezia: “Siamo sgomenti e senza parole. Ogni giorno aumenta il contributo di sangue che lavoratrici e lavoratori danno a beneficio del profitto e della produttività. Bisogna fermare questa mattanza a cominciare dall’abrogazione dell’obbligo imposto agli studenti da una pessima legge che mette a rischio l’incolumità di giovani che dovrebbero essere in un ambiente sicuro quando studiano, presenti in azienda per imparare, non a produrre, formati sulle norme di sicurezza e sempre seguiti da un tutor”. Invita a “non generalizzare”, invece, Michele Zanocco, segretario generale della Cisl veneziana: “Il tema degli stage non va visto in maniera generica. Va sicuramente denunciato in maniera forte e inappellabile chi degli stage fa uno strumento per ridurre i costi del lavoro, mettendo a rischio gli studenti. È inaccettabile immaginare che si abusi dello strumento dello stage immaginando che la persona che viene chiamata a farlo possa avere l’esperienza, la competenza, l’attenzione e la formazione di un lavoratore esperto”.