Federer – Nadal 6-4 3-6 6-1 3-6 6-3, Australian Open 2017 (finale)
Lo schermo di hawk-eye sentenzia inequivocabile: in. La palla è dentro. Federer guardo il suo angolo. Ha gli occhi meravigliati mentre comincia a saltellare in mezzo alla Rod Laver Arena degli Australian Open. Le lacrime di Roger cominciano a scendere. Otto anni prima erano state di frustrazione. Oggi sono di felicità. L’emozione per quello che è appena avvenuto travolge tutti: tifosi, giornalisti, addetti ai lavori. Cinque anni dopo l’ultima volta Roger Federer torna a vincere un torneo del Grande Slam. Dopo le mille delusioni, le illusioni, i sei mesi di stop per l’infortunio al ginocchio e il timore di essere arrivato al capolinea. Dopo essere arrivato in Australia senza partite ufficiali e senza certezze. Da numero 17 del mondo. È la pietra miliare della sua carriera, ma non solo per questi motivi.
Federer ha battuto Nadal. Lo ha fatto recuperando un break di svantaggio nel quinto set. Come non era mai stato capace di fare. Lo ha battuto in una finale dello Slam. Come non succedeva da 10 anni (Wimbledon 2007). Ma soprattutto ha trovato quella chiave di volta che ha cercato per tutta la carriera: essere superiore sulla sua diagonale di rovescio. Per Roger è una sorta di click mentale. Niente sarà più come prima nelle sfide tra i due. Ha 35 anni, eppure non è ancora finita. È l’alba di una terza vita sportiva di inspiegabile illogicità. È tempo di nuovi record. Per lui, ma anche per Nadal.