“Oggi è venuto meno Draghi come possibile candidato per il bis. E questo non solo è imbarazzante per le gemelle Kessler del centro, cioè Renzi e Calenda, ma anche per Letta, che ha sempre detto di non aspirare alla presidenza del Consiglio, perché lui è il portatore sano dell’agenda Draghi e quindi nel suo sottinteso c’era sempre il fatto che Draghi potesse tornare. Quindi, questi signori dovranno trovarsi un altro premier. Questa sicuramente non è una bella giornata per loro”. Così, a “Otto e mezzo” (La7), il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta la conferenza stampa tenuta da Mario Draghi, che ha annunciato il suo no a un secondo mandato.
Travaglio spiega: “Questa campagna elettorale era partita col metodo Draghi e l’agenda Draghi. Il metodo Draghi è quello per cui sono tutti dentro e decide lui. Diciamo che è un metodo molto poco democratico. Meno male che Draghi non è Orban, altrimenti verremmo sanzionati anche noi. L’agenda Draghi è il Santo Graal che ancora oggi stanno cercando in qualche grotta del Medioriente, ma Draghi stesso ha detto di non averla mai scritta”.
Il direttore del Fatto si sofferma poi sul fatto che Draghi abbia ribadito ieri l’appartenenza dell’Italia alla Nato e alla Ue: “Vuol dire tutto e vuol dire niente, come ha spiegato Lucio Caracciolo tante volte. Ci sono almeno tre Ue e almeno tre Nato nella collocazione in questo momento rispetto alla crisi russo-ucraina. Nella Nato c’è Erdogan, che ha posizioni diversissime rispetto a noi. Nella Nato c’è anche Orban, che sta anche nella Ue, dove sta anche la Polonia che ha posizioni opposte rispetto ai vicini ungheresi. Insomma – conclude – sono esercitazioni retoriche che lasciano il tempo che trovano. Si può stare nella Nato anche in posizione eretta, non è obbligatorio starci a 90 gradi o appecoronati per terra ai piedi del presidente americano. Ci si può anche alzare in piedi e ci si può comportare da alleati anziché da sudditi o da colonia., come veniamo trattati in questi giorni con quella vergognosa operazione di interferenza nelle elezioni italiane attraverso dossierate d cui non si conosce né il contenuto, né il numero”.