Stava caricando in un pulmino a Zaporizhzhia viveri e aiuti per la sua missione in Ucraina quando è stato coinvolto in una sparatoria. Protagonista è il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa, che è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco mentre si trovava insieme a due vescovi, uno cattolico e uno protestante, e un soldato che li accompagnava in una delle tappe previste della missione. Il gruppo si è così dovuto mettere in salvo. “Per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire… perché non basta correre, bisogna sapere dove”, ha detto a Vatican News. Il cardinale sta bene.
Intanto proprio da Zaporizhzhia arriva un’altra notizia: la centrale nucleare è stata ricollegata alla rete di Kiev. L’impianto “è tornato a ricevere elettricità direttamente dalla rete nazionale dopo che gli ingegneri hanno riparato una delle quattro principali linee elettriche esterne, danneggiate durante il conflitto”, ha scritto su Twitter l’Aiea, sottolineando di averlo “appreso oggi” sul posto, dove mantiene due ispettori. L’ultimo reattore era stato staccato dalla rete lo scorso 5 settembre.
Il fronte diplomatico registra invece una nuova importante puntata perché il confronto verbale tra Usa – che ieri ha annunciato un nuovo invio di armi all’Ucraina per 600 milioni di dollari – e Russia ritorna accesso. Il presidente statunitense Joe Biden rispondendo alle domande durante il programma 60 minutes’ ha detto che direbbe al presidente russo Vladimir punto di non far ricorso ad armi nucleari: “Non farlo, non farlo, non farlo”, questo perché che una mossa del genere di Putin cambierebbe “il corso della guerra come mai nessuna cosa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale“. E all’intervistatore che gli chiedeva quali sarebbero le conseguenze di un’azione del genere da parte di Putin, Biden ha risposto: “Pensa che io le direi se sapessi esattamente quali sarebbero? Ovviamente non starò a dirle, ci saranno conseguenze“.
I russi, ha aggiunto nell’intervista che sarà trasmessa domenica e di cui la Cbs ha dato delle anticipazioni, “diventerebbero sempre più dei paria nel mondo e a seconda della portata di quello che hanno fatto si determinerebbe la risposta da dare”. Da Mosca arriva una replica sibillina. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov rispondendo a una domanda sulle dichiarazioni dell’inquilino della Casa Bianca: “Legga la dottrina, è tutto scritto lì” riporta Ria Novosti. La dottrina di Mosca prevede tra l’altro l’uso di armi nucleari tattiche in caso di aggressione contro la Federazione Russa che metta a repentaglio “l’esistenza” ma anche “la sovranità e l’integrità territoriale dello Stato”.