“Reddito di cittadinanza? Ora anche la destra, che ne chiedeva la cancellazione, sta parlando di modifica. Anche loro si sono resi conto che dicevano delle stupidaggini. Io ho difeso il reddito di cittadinanza, specie dopo le amministrative, quando il M5s era sostanzialmente sparito. E non temo smentite: in alcuni passaggi l’ho difeso più io che alcuni esponenti del M5s, proprio perché sono convinto che sia uno strumento di politica sociale del quale in questo momento non possiamo fare a meno, in attesa di costruirne migliori”. Così, ai microfoni della trasmissione “Il caffè della domenica”, su Radio24, il ministro del Lavoro Andrea Orlando difende il reddito di cittadinanza.
Circa le parole del leader del M5s, Giuseppe Conte, che ha duramente criticato Matteo Renzi, Orlando osserva: “Vabbè, le sue sono battute da campagna elettorale, ma Conte ha ragione su un punto: l’indigenza riguarda diverse fasce della popolazione e continuare a descrivere il reddito di cittadinanza come un reddito per nullafacenti sdraiati sul divano non corrisponde ai numeri forniti dall’Istat. Numeri che sono neutri, totali, inconfutabili. Due terzi della popolazione che prende il reddito di cittadinanza non possono lavorare per diverse ragioni – spiega – e un terzo delle persone potrebbe lavorare, ma si trova in zone dove il lavoro non c’è oppure ha qualifiche troppo basse, motivo per cui non riesce a trovare lavoro. Pensiamo a gran parte del Mezzogiorno. Ricordo anche che il 56% dei percettori è costituito da donne, spesso con bambini e sole, che non possono fare qualunque tipo di lavoro per ragioni oggettive”.
Il ministro del Lavoro aggiunge che il numero dei percettori del reddito di cittadinanza è diminuito di molto dallo scorso anno e sottolinea : “Tra quei numeri dati dall’Istat ci sono anche persone che lavorano ma stanno al di sotto di una certa soglia e pensionati che hanno bisogno di una integrazione, perché la pensione è così bassa da non raggiungere la soglia minima di sussistenza. Il reddito di cittadinanza – conclude – forse si poteva fare e soprattutto raccontare meglio, però tutte le cose che si propongono di fare come correzione sono state già fatte nella legge di Bilancio. Io in primo luogo l’ho difeso con determinazione, alla luce dei numeri che l’Istat ci dava, da una aggressione che è stata fatta”.