In questi giorni la maggiore parte dei Paesi europei sta affrontando l’inizio del nuovo anno scolastico, un momento in cui l’istruzione pubblica ritorna al centro del dibattito. Nelle ultime settimane, in Italia si sta discutendo sulla misura del docente esperto, previsto dal decreto Aiuti bis del governo, che introdurrebbe un premio retributivo e la possibilità di progressione di carriera per un numero limitato di professori (circa 8mila) che superano “tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili”. Questo darebbe diritto a un assegno annuale ad personam di 5.650 euro che si sommerebbe allo stipendio attuale. Una misura contestata dalle parti sociali, secondo le quali provocherebbe una disparità di trattamento a parità di condizioni di lavoro e perché riservata a una cerchia ristretta del personale. L’Italia però non è l’unico Paese a discutere su questi temi. In Spagna i principali sindacati chiedono da tempo una riforma dello statuto del professorato, che regoli la formazione permanente degli insegnanti, l’accesso alla docenza e la crescita professionale.
Il sistema spagnolo: come si diventa docente? – In Spagna l’istruzione è una competenza concorrente tra Stato e comunità autonome. Ramón Izquierdo, Segretario Generale di Azione Sindacale Anpe –un sindacato dei docenti dell’istruzione pubblica in Spagna–, spiega a Ilfattoquotidiano.it che ogni comunità autonoma si occupa di gestire il personale, pagare le retribuzioni dei professori, pianificare i progetti educativi dei corsi. Tuttavia, è lo Stato a regolare il sistema di concorsi per accedere al corpo docente, che è uguale in tutto il Paese. Francisco García, responsabile della Federazione dell’Educazione di Comisiones Obreras (CCOO), il principale sindacato spagnolo, spiega che la formazione del personale cambia in base al livello educativo in cui si vuole insegnare. “I maestri devono avere una laurea in educazione primaria, mentre i professori della scuola secondaria devono avere una laurea in una certa specialità (matematica, fisica, lingua) e devono frequentare un master di abilitazione alla docenza”, afferma. In ogni caso, per poter insegnare i candidati devono superare un processo di oposición – concurso. Come spiega García, l’oposición è un esame, che include diverse prove: una pratica, un tema e una programmazione didattica. Superata questa prima fase c’è il concorso, che prende in considerazione i meriti (come esperienza e formazione previa) di ciascun candidato. Sulla base del punteggio dato dal risultato dell’esame e dei meriti ottenuti, viene stilata una classifica che permette l’accesso alla cattedra.
Il docente esperto in Spagna – La legislazione spagnola prevede un compenso economico aggiuntivo per i docenti che continuano la loro formazione durante l’insegnamento. Si parla di sexenios: ogni sei anni di servizio, i professori devono dimostrare di aver portato a termine 100 ore di formazione per poter avere diritto a un aumento salariale che cambia ogni sei anni (sempre e quando si continui con la formazione). “Questo non significa che ci sia una progressione gerarchica o una crescita della propria carriera professionale. I soli effetti sono contributivi”, spiega García. Non si tratta una misura limitata a un numero ristretto di docenti: chiunque attesti la formazione riceve l’aumento salariale. Esiste però un limite di tempo: questa progressione finisce al quinto sexenio, quindi dopo 30 anni di esperienza di docenza. Izquierdo spiega che questo compenso salariale è stabilito dalle comunità autonome, tuttavia calcola che oscilli tra i 70 e i 120 euro di media. La Comunità di Madrid, per esempio, prevede un complemento di 83,28 il primo periodo, 105,09 euro il secondo, 140,03 euro il terzo, 191,65 euro il quarto e 56,44 euro il quinto. I sindacati come CCOO e ANPE tuttavia criticano che non esista una vera e propria carriera professionale per il corpo docente, un dibattito che è rimasto sospeso dall’approvazione dell’ultima riforma dell’istruzione del 2021, conosciuta come Lomloe. Come spiega García, la norma prevedeva – entro un anno dalla sua entrata in vigore – la presentazione di una proposta di un nuovo statuto del professorato. Anche Izquierdo concorda su quella che definisce una rivendicazione storica del corpo docente: “Non abbiamo una carriera professionale riconosciuta e pensiamo che sia positivo che i docenti vengano valutati anche in base a una serie di meriti. Motivare il professorato può migliorare la qualità del sistema educativo”, conclude.