Il giudice per l’udienza preliminare di Milano Chiara Valori ha condannato l’imprenditore Alberto Genovese a 8 anni e 4 mesi. L’imputato era presente in aula. Il gup lo ha condannato a una pena più alta della richiesta dei pm. È stata condannata a 2 anni e cinque mesi anche l’ex fidanzata Sarah Borruso, che era imputata per il caso di Ibiza.

La procura di Milano aveva chiesto 8 anni parlando di un “quadro di devastazione e degrado umano” e 80mila euro di multa ma di riconoscere le attenuanti anche per il suo percorso riabilitativo, terapeutico e di recupero dalla tossicodipendenza. L’imprenditore era accusato di due casi di violenza sessuale tra Milano e Ibiza nel 2020, su una 18enne e un’altra modella di 23 anni, entrambi stordite, per l’accusa, con mix di cocaina e ketamina. Imputata anche l’ex fidanzata dell’ex imprenditore del web per concorso nella violenza nell’isola spagnola. Per Sarah Borruso, imputata per concorso nella violenza nell’isola spagnola, i pm avevano chiesto 2 anni e 8 mesi.

La procura aveva ricostruito i due casi di violenze sessuali richiamandosi, riguardo all’episodio dell’ottobre 2020 nell’attico di lusso Terrazza Sentimento a Milano, alle immagini delle telecamere a circuito chiuso della camera che dimostrano che la ragazza era completamente incosciente. Uno stato creato dalle droghe che Genovese le diede quella sera per poi abusare di lei per molte ore. La violenza sulla 23enne, invece, è accertata, per l’accusa, da testimonianze di ospiti di Villa Lolita, a Ibiza, e dalla denuncia della giovane. Il tema della mancanza di consenso, per lo stato di incoscienza delle giovani, è stato centrale nel processo. La difesa, invece, sulla base di consulenze prodotte e della testimonianza di una psicologa puntava a dimostrare che l’ex imprenditore non era in sé per l’abuso di cocaina e non poteva rendersi conto, in particolare nel caso della 18enne, che lei gli aveva chiesto di fermarsi.

Per il primo caso, quello degli abusi sulla 18enne, la difesa dell’ex imprenditore aveva chiesto di riconoscere la semi infermità mentale e, di conseguenza, una condanna al minimo della pena. Una consulenza e le stesse dichiarazioni di Genovese, infatti, hanno puntato molto sull’abuso di cocaina da parte del 45enne, che dava vita a festini a base di droghe e sesso, e pure su suoi disturbi psichici. Per l’altro caso i legali Luigi Isolabella e Davide Ferrari hanno chiesto l’assoluzione per l’insussistenza del fatto. Assoluzione richiesta anche dalla difesa di Borruso, la quale ha raccontato di esser stata innamorata e succube di Genovese, ma di non aver mai commesso abusi sessuali. “Mi spiace per ciò che ho fatto, ora voglio cambiare vita“, aveva detto in una delle ultime udienze l’imputato. Genovese è uscito senza parlare, con a fianco la sorella, senza rispondere alle incessanti domande dei cronisti. “Attendiamo le motivazioni“, si sono limitati a dire i suoi difensori, gli avvocati Luigi Isolabella e Davide Ferrar. “Continuiamo a essere fiduciosi e attendiamo le motivazioni”, ha spiegato, dal canto suo, l’avvocato Gianmaria Palminteri, che assiste l’ex fidanzata di Genovese, Sarah Borruso. Anche lei non ha risposto alle domande dei cronisti lasciando l’aula del processo abbreviato.

Ha spiegato di non essere soddisfatto per la parte “economica” della sentenza l’avvocato Luigi Liguori, legale della modella all’epoca 18enne vittima di abusi a Terrazza Sentimento nell’ottobre 2020. Il gup, infatti, nel condannare l’ex imprenditore a 8 anni e 4 mesi ha stabilito a suo carico una provvisionale di risarcimento da 50mila euro a favore della giovane. Risarcimento la cui entità integrale andrà stabilita in sede civile. “È più bassa di quanto ci aspettavamo”, ha chiarito l’avvocato Liguori che nel processo aveva chiesto un risarcimento da circa 1,5 milioni di euro, facendo notare che la ragazza, dopo ciò che le è accaduto, non può più fare la modella ed è rimasta invalida al 40%. L’avvocato Gaia Inverardi, legale dell’altra giovane vittima, una modella di 23 anni che ha subito abusi a Ibiza, ha spiegato di essere soddisfatta perché “è stato riconosciuto l’impianto granitico della Procura da parte del giudice”. Il legale non aveva chiesto risarcimenti. Risarcimenti che non sono stati decisi per due associazioni che erano parti civili davanti al gup.

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