Così è stato deciso dalla dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Sergnano, in provincia di Cremona, in accordo con il sindaco della comunità di Pianengo, ma anche con la famiglia che ha preso atto di tutta la buona volontà della scuola per risolvere un caso che richiama alla memoria il tema dell’infermiere tra i banchi, tanto evocato in epoca di pandemia
Alice, cinque anni, tracheotomizzata dalla nascita, può andare a scuola ma solo con papà. Per lei, forse ancora per qualche giorno o settimana, non sarà possibile frequentare i compagni senza avere il padre pronto ad intervenire per la rimozione delle secrezioni dalle vie aeree. Così è stato deciso dalla dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Sergnano, Ilaria Andreoni, in accordo con il sindaco della comunità di Pianengo, Roberto Barbaglio ma anche con la famiglia che ha preso atto di tutta la buona volontà della scuola per risolvere un caso che richiama alla memoria il tema dell’infermiere tra i banchi, tanto evocato in epoca di pandemia.
Il caso è nato i primi di settembre in occasione del suono della prima campanella alla scuola dell’infanzia. Per i primi giorni di lezione Alice non ha potuto mettere piede in aula perché mancava la sua insegnante di sostegno: “Eravamo d’accordo così con la famiglia – spiega la dirigente – per iniziare l’anno nel migliore dei modi per la bambina”. Martedì 13, la docente specializzata è arrivata e giovedì 15 Alice è tornata tra i suoi compagni dove ha a disposizione per diciotto ore (questo è l’orario concordato per lei dal Glo, gruppo operativo di lavoro per l’inclusione) la docente specializzata (la stessa dello scorso anno) e per lo stesso numero di ore l’assistente ad personam (la stessa dello scorso anno), messa a disposizione dall’amministrazione comunale. Il problema è nato sulla necessità che Alice ha di essere aspirata: una manovra infermieristica “che non richiede particolari abilità” secondo la nonna della bambina, ma che dev’essere eseguita da chi può assumersi questa responsabilità, ovvero personale sanitario.
“Lo scorso anno – spiega Elena Minardo, mamma di Alice – lo faceva l’assistente ad personam che aveva avuto tra le sue esperienze passate lavorative anche quella sanitaria. Quest’anno il suo compito è limitato all’azione di supporto educativo”. E chi rimuove le secrezioni dalle vie aeree della piccola? Serve un’infermiera. Da qui la richiesta fatta all’Ats Cremona Mantova per avere un’assistenza per Alice, soprattutto in vista della scuola primaria che è d’obbligo. Martedì 20 è in programma un incontro tra i genitori, il Comune, la scuola e l’Azienda di tutela della salute per trovare la soluzione definitiva. E qui si aprirà il tema indubbiamente di chi dovrà pagare l’infermiera dal momento che la scuola dell’infanzia non è obbligatoria. Nel frattempo al papà che lavora negli uffici della sede centrale della scuola, a Sergnano, è stato concesso di trasferirsi nel plesso della figlia (Pianengo), lavorando in smart working, pronto ad intervenire in caso di bisogno. “Abbiamo cercato – spiega la dirigente – ogni soluzione possibile insieme alla famiglia. Da quando la bambina frequenta la nostra scuola c’è una grande attenzione e un lavoro corale per lei”. Ora tocca all’Ats, che in realtà conosce questo problema da un mese: “Noi – dice la mamma di Alice – non abbiamo puntato il dito contro nessuno. La scuola ha fatto la sua parte, anche il Comune. Non comprendevamo solo di chi fosse la responsabilità di trovare l’infermiera, ora speriamo che martedì sia la volta buona perché mia figlia ha diritto di andare a scuola senza avere lì vicino il padre”.