I tassi sui mutui nell’area euro sono “saliti significativamente” nei primi sei mesi dell’anno, segnando “l’aumento più forte su sei mesi mai registrato” dopo che avevano raggiunto un minimo record all’1,3% a settembre 2021. Lo rileva un’anticipazione del Bollettino economico della Banca centrale europea, citando un modello economico secondo cui a un aumento di un punto percentuale dei tassi sui mutui corrisponde, a parità di altre condizioni, “un declino dei prezzi immobiliari di circa il 5%” dopo circa due anni. Ancora maggiore l’impatto sugli investimenti immobiliari, pari a circa l’8% sempre nel giro di due anni. Questa dinamica, spiegano gli economisti di Francoforte, potrebbe essere in parte attenuata dalle scelte dei consumatori nel post pandemia, caratterizzate da una attribuzione di valore maggiore alle case spaziose e in aree al di fuori delle grandi città.
Il rialzo del costo dei finanziamenti ha anticipato l’attesa stretta monetaria avviata dalla Bce che lo scorso luglio, ha alzato il costo del denaro per la prima volta dal 2011 portandolo allo 0,5% per portarlo poi all’1,25% lo scorso 8 settembre. Ulteriori rialzi dei tassi, principalmente allo scopo di fronteggiare l’inflazione, sono attesi nei prossimi mesi, verosimile che questo comporti un ulteriore incremento nel costo dei mutui.
“La Bce è pronta a fare qualsiasi cosa necessaria per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%, e in questo momento è fondamentale evitare effetti di secondo livello ossia una spirale prezzi-salari”, ha detto il vicepresidente della Banca centrale europea Luis de Guindos tenendo un discorso a Madrid. La Bce dovrà varare “diversi” rialzi tassi d’interesse fra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo, quando per l’economia dell’area euro è attesa una crescita piatta. Inoltre non si esclude una recessione “mite”, ha affermato sabato Philip Lane, capo economista della Bce e membro del comitato esecutivo. “La Bce ha ancora parecchia strada da fare prima di raggiungere un livello dei tassi d’interesse che non alimenti inflazione”, ha detto il presidente della Banca centrale tedesca (Bundesbank) Joachim Nagel .
Analoghe dinamiche, più accentuate, si rilevano negli Stati Uniti dove la Federal Reserve ha iniziato ad alzare i tassi già dallo scorso marzo. La settimana scorsa i tassi sui mutui americani a 30 anni hanno superato il 6% per la prima volta dal 2008. Anche se gli aumenti continueranno a frenare la domanda e spingere al ribasso i prezzi, la disponibilità” di abitazioni resta inadeguata e “questo indica come anche se i prezzi caleranno, il calo non sarà ampio”, ha commentato Sam Khater, capo economista di Freddie Mac, agenzia governativa pesantemente coinvolta nel crak del 2008 proprio per il ruolo svolto nei finanziamenti immobiliari.