Una piattaforma per sapere chi a chi va il proprio voto nell’uninominale nel proprio collegio e anche un supporto per chi ritiene che la legge elettorale Rosatellum sia indigesta e non consenta una reale libertà di voto, obbligando l’elettore a esprimere una sola preferenza per i collegi uninominali, appunto, e plurinominali. E se il nome scelto dalla coalizione o dal singolo partito nell’uninominale fosse indigesto? Non c’è nulla da fare, il voto andrà a lui. Per questo l’ex segretario dei Radicali Mario Staderini, in prima linea da anni per difendere i diritti politici dei cittadini, e Giuseppe Alterio ripropongono – come nel 2018 – un sito (libertadivoto.it) dove è possibile scoprire chi sono i candidati nel proprio collegio, qual è il nome collegato nell’uninominale e spiega come è possibile fare ricorso gratis contro il Rosatellum, partendo da una contestazione della scheda direttamente al seggio.
Innanzitutto, come funziona il Rosatellum? Si tratta di un sistema elettorale misto: una parte del Parlamento viene eletto con il maggioritario e una parte con il proporzionale. Un terzo dei futuri deputati e senatori viene scelto con l’uninominale (vince chi ottiene un solo voto in più dell’avversario) e due terzi vengono invece eletti attraverso i listini bloccati. In quest’ultimo caso, in sostanza, più una lista prende voti e più eletti scattano. La scelta per l’elettore però è sostanzialmente consequenziale: crociando il candidato dell’uninominale, il voto è “trasmesso” anche ai partiti che lo sostengono (uno o più di uno). Scegliendo il partito, invece, il voto si riflette in automatico anche sul candidato uninominale. Inoltre, non è possibile esprimere preferenze tra i candidati del listino bloccato: l’ordine è quello ‘imposto’ dal partito.
Sulla base di questi “intrecci” già nel 2018 Staderini propose la contestazione della scheda direttamente al seggio e da quell’iniziativa è nato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per violazione del diritto di libertà di voto. Un ricorso che è in trattazione dal 2019, avendo superato la prima fase di ammissibilità. E che ora l’ex segretario dei Radicali vuole “rinforzare” con nuove verbalizzazioni di protesta. Come è possibile farlo? La procedura è semplice e gratuita. Una volta al seggio, ci si registra e si chiede al presidente di seggio di verbalizzare questa dichiarazione: “Non partecipo al voto in quanto il sistema elettorale non mi garantisce un voto libero, uguale e che conti davvero, come garantito dall’articolo 48 della Costituzione, dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dal Patto internazionale sui diritti civili e politici”. Se dopo questa verbalizzazione non si ritira la scheda elettorale, si risulta tra gli astenuti. Se invece si ritira la scheda ma la si riconsegna senza entrare in cabina elettorale, risulterà come scheda nulla. Il diritto di lasciare dichiarazioni a verbale è riconosciuto. Se il presidente di seggio non lo conosce, si richiama il punto 17.7 del Manuale di seggio 2022 (pagine 79 e 80).
Per chi invece deciderà comunque di votare, la dichiarazione da verbalizzare è la seguente: “Parteciperò al voto ma denuncio che il sistema elettorale non mi garantisce un voto libero, uguale e che conti davvero, come garantito dall’art. 48 della Costituzione, dall’articolo 3 del primo protocollo della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dal Patto internazionale sui diritti civili e politici”. Per chi volesse denunciare anche le limitazioni al diritto di presentarsi alle elezioni, come dimostrato dalla Lista Referendum e Democrazia di Marco Cappato, è possibile aggiungere questa dichiarazione: “Inoltre, è stato limitato anche il diritto di elettorato passivo, come dimostrato dalla esclusione della lista “Referendum e Democrazia con Marco Cappato” per aver raccolto firme digitali”. Per facilitare le operazioni, fa sapere Staderini, è possibile presentare una copia scritta della dichiarazione da allegare. È possibile anche presentarsi seconda copia e chiedere al presidente di seggio di firmarla per ricevuta (il presidente non è però obbligato a rilasciare la ricevuta).
La cosa più importante è poi riferire il numero del proprio seggio a Staderini (azione@libertadivoto.it) che raccoglierà tutti i verbali con le singole dichiarazioni per portarle, tutti insieme, davanti alla Corte di Strasburgo e corroborare il ricorso contro la legge elettorale italiana. I giorni del voto, spiega Staderini, “organizzeremo un servizio di risposta telefonica per fornire assistenza”.