Matteo Renzi? “Gli italiani hanno imparato a conoscerlo come portavoce prezzolato di interessi di potenze straniere, nemico dell’assetto della Costituzione e promotore di leggi dichiarate incostituzionali che hanno contribuito a svuotare i diritti dei lavoratori e ad impoverirli”. Parola di Roberto Scarpinato, che così replica agli attacchi ricevuti dal leader d’Italia viva.
Domenica, infatti, Renzi era arrivato a Palermo e aveva deciso di attaccare frontalmente l’ex procuratore generale di Palermo, candidato dal Movimento 5 stelle al Senato. “Io – aveva detto – quando penso a Roberto Scarpinato penso alle pagine di Luca Palamara. Il sistema Montante, le raccomandazioni. Noi non prendiamo lezioni di antimafia da chi come Roberto Scarpinato ci cela il suo rapporto con Montante e siamo costretti a leggerlo sul libro di Palamara”. Il riferimento di Renzi era ad alcuni passaggi del libro Lobby e Logge, il saggio-intervista di Alessandro Sallusti e dell’ex pm al centro dell’inchiesta che ha terremotato il mondo della magistratura. “Se legge il suo curriculum completerà l’elenco delle medaglie, ma non troverà l’intima amicizia con Antonello Montante, il quale annotava i favori anche molto personali che gli venivano richiesti, come del resto anche quelli provenienti dagli altri magistrati da lei citati”, sostiene Palamara riferendosi a Scarpinato. Montante è l’ex presidente di Confindustria Sicilia, considerato da tutti un paladino dell’antimafia prima di finire arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico: reati per i quali è stato condannato a 8 anni in Appello. Per molti anni Montante è stato considerato un personaggio al di sopra di ogni sospetto dai massimi vertici istituzionali: in rete si trovano ancora foto con l’allora capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Dopo l’arresto dell’ex presidente degli industriali siciliani i suoi rapporti con Scarpinato – ma anche con altri magistrati antimafia – finirono al centro di un’indagine della procura di Catania (competente sui magistrati di Caltanissetta, dove all’epoca Scarpinato era procuratore generale): un fascicolo che venne archiviato.
“A pochi giorni dalle elezioni politiche nazionali del 25 settembre, Renzi che sino ad oggi non si era mai occupato della mia persona, ha sferrato un attacco nei miei confronti replicando insinuazioni calunniose e prive di alcun fondamento di Luca Palamara, ex magistrato radiato dall’ordine giudiziario per indegnità e rinviato a giudizio per gravi reati”, scrive dunque oggi in una nota Scarpinato, per replicare al leader d’Italia viva. “Renzi – continua il candidato del M5s – è evidentemente preoccupato della costante crescita di consensi del Movimento Cinque Stelle per il quale sono candidato come senatore, attestata anche dalla straordinaria affluenza ed accoglienza popolare nelle piazze nelle quali proprio in questi giorni, parlando insieme al Presidente Conte, ho stigmatizzato il ritorno in campo come protagonisti della vita politica di personaggi già condannati per collusione con la mafia, e ho denunciato il pericolo che i fondi del PNRR finiscano nel buco nero della corruzione, dello sperpero clientelare e di accordi spartitori tra cordate di potere e gruppi di interesse. Temi questi per i quali Renzi non mostra alcuna sensibilità, essendo piuttosto interessato a riforme finalizzate a condizionare l’indipendenza della magistratura e a ridurre il controllo di legalità sul mondo dei potenti”. All’ex procuratore generale di Palermo non provoca “nessuna meraviglia che Renzi non esiti a fare ricorso per biechi calcoli elettoralistici a tali squallidi metodi diffamatori nei confronti di chi ritiene essere temibile antagonista politico per la credibilità personale conquistata in decenni di attività al servizio dello Stato sul fronte del contrasto alla criminalità mafiosa ed ai suoi potenti complici nel mondo dei colletti bianchi”. Poi Scarpinato ha aggiunto: “Non è un caso che la reputazione e credibilità di Renzi siano progressivamente colate a picco via via che gli italiani hanno imparato a conoscerlo come portavoce prezzolato di interessi di potenze straniere, nemico dell’assetto della Costituzione e promotore di leggi dichiarate incostituzionali che hanno contribuito a svuotare i diritti dei lavoratori e ad impoverirli“. Replica a Renzi anche Giuseppe Conte: “Non è un caso che oggi Renzi attacchi Roberto Scarpinato, mi ero meravigliato che un personaggetto come lui non si riempisse la bocca di diffamazioni contro Roberto Scarpinato. Siamo andati nella direzione giusta candidandolo con Federico Cafiero De Raho, due campioni dell’antimafia per la nostra battaglia contro truffa, malaffare e corruzione”.