Prima del sermone, la premier britannica Liz Truss aveva letto un brano dal Vangelo di Giovanni sulla promessa fatta da Gesù Cristo ai suoi discepoli di un posto nei cieli
“Raramente una promessa è stata mantenuta così bene”. Elisabetta II “ha dedicato la sua vita a servire la nazione e il Commonwealth“, come aveva promesso nella trasmissione radiofonica fatta per il suo 21esimo compleanno. Ha esordito così l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della Chiesa d’Inghilterra, nel suo sermone durante la liturgia solenne all’abbazia di Westminster in memoria della defunta regina. Welby ha anche ricordato l’iconico ‘We’ll Meet Again’ (“Ci incontreremo di nuovo“) che la sovrana indirizzò in un messaggio ai sudditi nel pieno del lockdown per la pandemia di Covid, ribadendolo ora in nome della fede nell’aldilà.
“Pochi leader – ha proseguito l’arcivescovo – ricevono le testimonianze di amore che abbiamo visto. Le persone che prestano servizio amorevole sono rare in qualsiasi ambito della vita. I leader sono ancora più rari. Ma in tutti i casi coloro che servono saranno amati e ricordati mentre coloro che si aggrappano al potere e ai privilegi saranno dimenticati. Il dolore di questo giorno – sentito non solo dalla famiglia della defunta regina, ma in tutta la nazione, il Commonwealth e il mondo – deriva dalla sua vita lunga e dalla sua dedizione amorevole”. Prima dell’omelia, la premier britannica Liz Truss aveva letto un brano dal Vangelo di Giovanni sulla promessa fatta da Gesù Cristo ai suoi discepoli di un posto nei cieli.