“Abbiamo soccorso 30 persone in acque internazionali a bordo di una barca molto precaria. Ora sulla Open Arms Uno ci sono 402 persone e il corpo senza vita di un uomo. Abbiamo bisogno di un porto sicuro subito”, a scriverlo sui social è Open Arms, la Ong spagnola che questa notte, 19 settembre, ha soccorso un barchino che si trovava in difficoltà nel Mediterraneo centrale.

A bordo della nave umanitaria ci sono adesso 402 persone e il cadavere di un migrante recuperato nei giorni scorsi quando il team ha tratto in salvo 59 naufraghi, tra cui 6 bimbi, da una piattaforma petrolifera. Ieri mattina all’alba l’ennesima operazione: in 294 sono stati soccorsi dopo essere rimasti quattro giorni alla deriva. Tra loro anche 49 donne e 60 bambini. “Ancora un giorno e sarebbero morti”, dice Oscar Camps, fondatore dell’Ong spagnola, parlando dei diversi casi di disidratazione: “Per due giorni sono rimasti senz’acqua chiedendo aiuto“.

Anche la nave Humanity 1 è nella stessa situazione di necessità: negli scorsi giorni sono stati soccorsi 398 migranti nel Mediterraneo centrale. La nave è in attesa di sbarcare. Ieri due bambini di pochi mesi sono stati evacuati per motivi medici. “Sono indeboliti a causa della situazione stressante e della mancanza di latte in polvere adatto“, spiegano dall’Ong, “le loro madri, esauste, non possono allattare al seno”. La nave umanitaria si trova al largo delle coste siciliane tra Catania e Siracusa. A bordo sta per esaurirsi anche l’acqua per lavarsi. “Le malattie infettive si diffondono più facilmente. Molti stanno diventando più deboli e soffrono di dolore, mal di testa e insonnia”. L’equipaggio richiede un porto sicuro dove sbarcare immediatamente, vista la situazione critica.

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