In una lunga intervista al Messaggero, l'attrice ha raccontato la violenza subita e il dolore che resta inalterato nel tempo
Una violenza è difficile da cancellare dalla propria mente, dimenticarla, quasi impossibile. Stefania Sandrelli, dopo quasi 60 anni, non può dimenticare quello che ha subito all’età di 17 anni. Un episodio che resta scolpito nella sua memoria e che, ancora oggi, è più vivo che mai. Intervistata dal Messaggero, l’attrice ricorda il brutto episodio che l’ha vista vittima quando ancora era minorenne: “Avevo 17 anni – confida al quotidiano – un calciatore della Lazio fidanzato con una mia amica provò ad avere un rapporto sessuale con me. Io mi rifiutai e lui mi gonfiò di botte. Lo denunciai, ma la cosa venne insabbiata. Lui ora non c’è più”. Una violenza che nella mente dell’attrice mette in moto ancora tanta sofferenza.
Nell’intervista, Sandrelli, reduce da Venezia, racconta anche della sua carriera. Al Festival del Cinema di Roma che avrà luogo a metà ottobre porterà in scena l’Astolfo di Gianni Di Gregorio, poi andrà in Sicilia per girare il film “L’estate più calda”. Una carriera che non accenna a fermarsi perché, come la stessa attrice aveva affermato in un settimanale “finché mi offrono dei ruoli, anche piccoli, non sono ancora un’ex attrice”.
Poi il pensiero all’amore della sua vita: “Voglio prendermi un anno sabbatico per star vicina al mio compagno Giovanni Soldati che ha passato sei mesi in ospedale. La sua malattia mi ha stesa a 4 di bastoni, come dicono a Roma“. Da 40 anni al suo fianco, il regista e sceneggiatore italiano è ormai il suo punto di riferimento. “Spero che Giovanni si responsabilizzi prendendosi cura di sé senza che io gli stia addosso. Del resto 40 anni fa mi sono innamorata di lui proprio perché è così, vive alla giornata. Ma è l’uomo della mia vita”.