L’avvicinarsi della consultazione elettorale induce a valutare qual è stato il comportamento dei partiti durante la loro propaganda. Si è ricevuta l’impressione che i politici sono soltanto quelli che appaiono frequentemente in televisione e che costoro vivono in un mondo proprio, fatto di pettegolezzi da salotto e di vacui ragionamenti, molto lontani dalla realtà dei problemi del Paese. I fatti reali dicono invece quello che la propaganda elettorale ha tenuto nascosto, e cioè il problema ambientale e quello del sistema economico predatorio neoliberista. Il richiamo alla realtà ambientale proviene dall’alluvione delle Marche, estesasi anche in Toscana e in Umbria, nella quale le vittime accertate sono undici e due i dispersi, mentre i danni alla natura, agli edifici e alle strade sono incalcolabili.
È singolare che di questo problema, sin dal 2014, si sono interessati i governi Renzi, Gentiloni e Conte, i quali hanno presentato due progetti, il primo denominato “Italia sicura”, presentato da Renzi e fatto proprio da Gentiloni, e il secondo chiamato “Proteggitalia” presentato da Giuseppe Conte, che si distingue dal primo per aver cambiato il suo carattere emergenziale in un carattere di stabile prevenzione. In sostanza si è trattato dello stanziamento di 14 miliardi, che dopo 8 anni non sono stati spesi dalle Regioni destinatarie, nell’assoluta indifferenza del ministero dell’Ambiente, mentre nulla è stato fatto dal nuovo ministero della Transizione ecologica istituito da Mario Draghi.
È incredibile che un problema di tale portata, reso indispensabile dopo il cambiamento climatico globale, sia finito nel nulla, e tenuto pressoché nascosto dalla propaganda dei partiti. Quanto al problema economico è da dire che esso non è stato mai approfondito dalla propaganda elettorale, pur essendo il problema che condiziona la soluzione di tutti gli altri. Esso consistente nel fatto che, sotto la spinta del pensiero unico dominante del neoliberismo, tutti i governi, succedutisi dall’assassinio di Aldo Moro in poi, hanno trasformato il sistema economico produttivo di stampo keynesiano, che produce lavoro e ricchezza per tutti, nel sistema economico predatorio neoliberista, che attribuisce la ricchezza a pochi, mediante gli strumenti della privatizzazione della proprietà pubblica demaniale del popolo (fatto profondamente incostituzionale), e lo strumento della finanziarizzazione dei mercati, che consiste, in sostanza, nel dare valore di denaro a delle pure scommesse, come i derivati e le cartolarizzazioni, e che consente le più impensabili speculazioni come quella che ha investito il gas e l’elettricità, e cioè beni che erano in proprietà pubblica demaniale del popolo e che sono stati privatizzati, per quanto riguarda il gas, con un decreto del governo Letta e, per quanto riguarda l’elettricità, con un decreto del governo Bersani.
Come si nota, il problema ambientale e quello economico, sono tra loro strettamente collegati, e l’Italia vede sempre più diminuire la sua ricchezza nazionale, per un verso: per il crollo dell’economia, con il relativo indebitamento pubblico che ha raggiunto la cifra impressionante di 2730 miliardi di euro, l’aumento della povertà assoluta, che ha superato le 6 milioni e quattrocentomila persone e l’abbassamento del tenore di vita di tutti, e dall’altro per i catastrofici eventi estremi di carattere naturale, manifestatisi negli incendi, in maggior parte dolosi e non più contrastati dalla corpo della guardia forestale, abolito insipientemente da Renzi, le bombe d’acqua, gli uragani e le alluvioni, che hanno raggiunto dimensioni mai viste nel passato.
Di fronte a questa realtà lo stuolo degli elettori appare spaventato e indeciso e non sa a chi dare il proprio voto. Esiste tuttavia un partito nato da poco, contro il quale si è scatenato l’ostruzionismo mediatico da parte delle forze economiche dominanti, che è Unione Popolare, diretta da De Magistris, il quale è l’unico che ha scritto nel proprio programma, come prioritari, i problemi ai quali ho fatto cenno. La soluzione sta nel ripristinare l’attuazione della Costituzione, portando alla Corte costituzionale, per il loro annullamento, le infinite leggi contrarie ai principi fondamentali della Costituzione medesima che hanno condotto l’Italia nell’attuale tragica situazione.