Fu proprio da uno dei palchi di Vox che Meloni pronunciò la celebre frase: "Sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana", infiammando la folla fedele al mantra Dio-Patria-Famiglia. Perché su queste basi si fondano gli ideali e il programma della formazione guidata da Santiago Abascal, detto El Facha, il fascista. E in tema di diritti questa assume posizioni anche più radicali di quelle esplicitate da Fratelli d'Italia
Prima la vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni del 25 settembre, poi quella di Santiago Abascal. Se lo augura Giorgia Meloni, lo temono le sinistre di Italia e Spagna. Ad appena cinque giorni dal voto, la leader di FdI regala al partito di estrema destra nostalgico del franchismo, Vox, il proprio appoggio in vista delle elezioni spagnole: “Mi auguro che il centrodestra italiano guidato da Fratelli d’Italia vinca le elezioni e che questo possa fare da apripista per qualcosa di simile anche in Spagna tra qualche mese”, ha detto in un’intervista a Efe. Il riferimento è chiaramente al partito di estrema destra spagnolo con il quale Meloni non ha mai nascosto un forte legame. Fu proprio da uno dei palchi di Vox che, a ottobre 2021, Meloni pronunciò la celebre frase: “Sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana”, infiammando la folla fedele al mantra Dio-Patria-Famiglia. Perché su queste basi si fondano gli ideali, e di conseguenza il programma, della formazione guidata da Santiago Abascal, detto El Facha, il fascista. Basta leggere le proposte elettorali della formazione spagnola per capire che, soprattutto in tema di diritti, questa assume posizioni anche più radicali di quelle esplicitate da Fratelli d’Italia.
IMMIGRATI DEPORTATI – Il partito spagnolo, oggi dato intorno al 14% dei consensi frenato dalla nuova svolta a destra del Partido Popular, non nasconde la volontà non solo di limitare, se non eliminare, l’accesso ai visti regolari per gli immigrati, ma parla anche di “deportazione degli immigrati clandestini” e di quelli “che si trovano legalmente in territorio spagnolo
ma che hanno commesso reati minori o più gravi”. Nel loro progetto di eliminazione dei cosiddetti pull factor, ossia i motivi che spingono i migranti a tentare l’ingresso nel Paese, i rappresentanti di Vox propongono anche di impedire la legalizzazione della propria presenza in Spagna a ogni immigrato che sia entrato illegalmente nel Paese, anche se questo ne ha effettivamente diritto. In questo modo si impedisce, ad esempio, a chi voglia fare richiesta di asilo politico di farlo sul territorio di un Paese dove si sente al sicuro. Di conseguenza viene anche la criminalizzazione di tutte quelle organizzazione che, dicono in maniera molto vaga, “collaborano” con le mafie che lucrano sull’immigrazione clandestina, “siano esse ong, aziende o individui”. Una posizione che rischia di bandire, di fatto, la presenza di navi che si occupano di salvataggio e prima assistenza ai naufraghi del Mediterraneo. Infine, dovrebbe essere impedito il “libero accesso all’assistenza sanitaria per gli immigrati clandestini e per tutti i residenti legali che non hanno un minimo di 10 anni di permanenza. Saranno coperti solo i servizi di emergenza”.
CONTRO L’ABORTO – Se nel suo ultimo programma elettorale, datato 2019, il partito di Abascal aveva affrontato l’argomento con toni meno netti di quanto si potesse ipotizzare, le posizioni sull’aborto all’interno del suo establishment sono venute fuori a settembre 2021, quando la formazione è stata l’unica, insieme ai Popolari, a opporsi alla riforma del Codice Penale, poi approvata, che sanziona con pene da tre mesi a un anno di reclusione o servizi sociali chi “molesta o limita la libertà di una donna che vuole esercitare il suo diritto di interrompere la gravidanza”. Quando la deputata socialista Laura Berja ha raccontato di essere “arrivata alla clinica molto nervosa perché abortire non è facile” e che “la cosa peggiore è stato il trattamento che ho subito da parte di alcuni uomini. Non so chi siano quelli che mi hanno sgridato e che mi hanno detto che lì dentro le donne muoiono”, il deputato di Vox, José María Sánchez García, l’ha chiamata “strega”. Mentre gli altri rappresentanti hanno definito la legge “un nuovo delitto”. Una posizione che nel programma viene però definita “difesa della vita dal concepimento alla morte naturale”. Di conseguenza, il partito si dice anche contrario alla maternità surrogata “e di ogni attività che trasforma i bambini come prodotto da vendere all’uomo”.
VIOLENZA DI GENERE? CANCELLARE LA LEGGE – Anche sulla violenza di genere e sul femminicidio, però, il partito di ultra destra chiede un ritorno al passato con “l’abrogazione della legge sulla violenza di genere e di ogni norma che discrimina un sesso. Invece, promulga una legge sulla violenza domestica che protegga allo stesso livello anziani, uomini, donne e bambini”, oltre a chiedere la “soppressione delle organizzazioni femministe radicali sovvenzionate e il perseguimento efficace delle false affermazioni”.
NON SI RINNEGA IL FRANCHISMO – Come Giorgia Meloni, anche Vox in patria viene accusato di essere un partito neo-franchista. Ma mentre la leader di Fratelli d’Italia, almeno stando alle sue ultime dichiarazioni, dice di non essersi mai opposta alla definizione del fascismo come “male assoluto” usata dall’ex leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, dall’altra offre appoggio a chi, come Vox, combatte contro la criminalizzazione del franchismo nella storia spagnola. Tanto da inserire nel suo ultimo programma “l’abrogazione immediata della Legge sulla Memoria Storica. Nessun Parlamento ha la legittimità di definire il nostro passato e ancor meno di escludere gli spagnoli che sono contrari alle sue definizioni. Il passato non può essere usato per dividerci, al contrario dobbiamo rendere omaggio insieme a tutti coloro che, da prospettive diverse, hanno combattuto per la Spagna”. La legge sulla memoria storica è nata con l’intenzione di riconoscere tutte le vittime della guerra civile spagnola e della successiva dittatura del generale Francisco Franco. Eliminarla significa cancellare con un colpo di spugna il ricordo e la condanna del regime, delle sue violenze e delle sue uccisioni. Metro di giudizio che non viene applicato, ad esempio, per le vittime del terrorismo (anche e soprattutto quello indipendentista), per le quali, al contrario, si propone la creazione di una “legge della memoria, della dignità e della giustizia che impedirà di fatto gli omaggi agli assassini, mettendo al bando ogni ricordo dei criminali e onorando la memoria di tutte le vittime del terrorismo separatista e islamista, dalle scuole all’ultimo degli organi ufficiali”.
‘EL FACHA’ ABASCAL – Non è difficile immaginare il perché di questo doppiopesismo quando si parla di vittime delle violenze estremiste. Basta ricordare il passato e la storia politica del leader di Vox, Santiago Abascal: nato a Bilbao, nei Paesi Baschi, nel 1976, quando in Spagna ancora fumavano le ceneri del regime del Caudillo e le istanze indipendentiste germogliavano prepotenti in tutto il Paese. È cresciuto in una delle regioni più indipendentiste da nipote di un sindaco franchista nella provincia di Alava e figlio di un membro storico di Alianza Popular, di stampo monarchico e pro-regime, e successivamente del Partito Popolare, portandosi dietro fin dalla nascita l’onta di appartenere a una famiglia legata a un regime dittatoriale appena sconfitto. Da qui nasce il suo soprannome, El Facha, il fascista.