La frammentazione del centrosinistra, l’alleanza con Di Maio, l’assenza del partito nei territori e la scomparsa della lotta alla criminalità come argomento in campagna elettorale. Sono questi i temi su cui si registra un certo scetticismo tra i militanti dem. A Napoli in occasione dell’incontro con il leader nazionale Enrico Letta la parola d’ordine era “compattezza” ma tra i presenti i malumori non mancava. “Abbiamo deciso di perdere a tavolino – ci dice un militante – le divisioni nel Pd e in generale nel centrosinistra consegneranno la vittoria al centrodestra”. Una vittoria che sarà frutto anche di alcune scelte mal digerite dagli iscritti, una su tutte, l’alleanza con Di Maio. “Mi vengono i brividi se ci penso – ci spiega uno dei presenti – perderemo molti volti perché è un’alleanza che molti si sono legati al dito”.
Ma i dissapori in casa dem riguardano anche il rapporto tra leadership nazionale e regionale. Per alcuni l’incapacità o la poca volontà di arginare il potere di amministratori come Vincenzo De Luca in Campania ed Emiliano in Puglia, ad esempio, hanno contribuito nel tempo a sfilacciare il tessuto del partito e a indebolirlo. La candidatura blindata di Piero De Luca, figlio del Governatore campano e l’ipotesi di un terzo mandato alla guida della Regione, per i militanti sono esempi di ‘debolezza’ dei vertici nazionali. Intanto alla stazione marittima il presidente campano ironizza sulla leader di FdI Giorgia Meloni. “Gli italiani hanno certe infatuazioni – dice De Luca – destinate a sgonfiarsi come i palloncini nel giro di pochi mesi. Ho notato una differenza enorme tra gli spot elettorali di Meloni e i toni che vengono usati nei comizi in piazza – prosegue – e sono toni leggermente aggressivi e genuinamente burini. C’è il rischio di avere davanti agli occhi fino al 25 settembre l’immagine televisiva di Marilyn Monroe e di svegliarci il 26 trovandoci davanti la Sora Cecioni” (personaggio interpretato da Franca Valeri negli anni ‘60, ndr).