Si parla molto delle bollette di luce e gas pagate dalle famiglie per le proprie case ma c’è un’altra emergenza in vista di questo inverno: la bolletta condominiale per gli spazi comuni. I rischi sono molteplici: richieste da parte dei fornitori di ulteriori garanzie contrattuali con soluzioni capestro tra l’altro da approvare in tempi strettissimi nell’assemblea condominiale, chiusura in anticipo dei contratti in essere, aumento della morosità con annesso aumento delle spese legali per recuperare le somme a carico di tutti i condòmini, aumento dei passaggi al “mercato di ultima istanza” con prezzi comunque non convenienti, impossibilità a rateizzare le somme dovute e a trovare nuovi fornitori, che a loro volta rischiano il default perché hanno visto decuplicare i prezzi di approvvigionamento. Nelle previsioni più nere interi condomini rischiano di rimanere senza luce e gas, con scale buie, senza ascensore e citofoni, con la caldaia condominiale bloccata e così via. Mentre, “quando va bene” e per chi ce la fa, sono previsti aumenti anche del 300-400% delle bollette.

Amministratori in allarme: aumenti anche del 300/400% – “Nel quadro delle misure varate dal governo, il condominio non viene mai specificamente preso in considerazione. Gli interventi sono mirati ai singoli privati cittadini o alle aziende, ma non tengono conto delle realtà condominiali”, commenta a Ilfattoquotidiano.it Giuliano Garesio amministratore delegato di Estia, società che amministra condomini con filiali in tutta Italia. “Stiamo ricevendo molte lettere dalle società che forniscono gas e tutte chiedono di rivedere la previsione di spesa con aumenti anche del 300/400%, con l’unica indicazione di ridurre gli sprechi, limitare l’uso dell’acqua calda e del gas, oltre alle nuove indicazione fornite dal Mite sull’accensione e spegnimento del riscaldamento”, aggiunge Gaetano Roncone, direttore filiale Milano Ovest. Cifre simili le troviamo anche per l’elettricità, con “aumenti anche del 300% che si ripercuoteranno sui prossimi bilanci condominiali e, di riflesso, assisteremo ad un imponente aumento della morosità in condominio”, spiega Fabrizio Plagenza, avvocato esperto in materia condominiale e diritto immobiliare, a Ilfattoquotidiano.it. Con rialzi di questa portata il rischio quindi è che le famiglie non riescano a fare fronte alle spese e quindi si verifichi un aumento della morosità, già molto alta in Italia, con la possibilità di un blocco delle forniture: “Per l’inverno 2023 è previsto che il costo del gas possa essere triplicato e dopo due anni di difficoltà con le famiglie che hanno ridotto i loro risparmi, diventerà davvero complesso far fronte a nuove spese improvvise e di questa portata”, dice Andrea Sprio, direttore Filiale Palermo 1 di Estia.

E se si volesse cambiare fornitore? E’ diventato complesso: oltre alla difficoltà di trovare prezzi fissi e vantaggiosi, “sono richieste più garanzie e talvolta pagamenti anticipati”, spiega Nazzareno Biondi, direttore di Filiale Roma 1. In realtà, nuove garanzie vengono chieste anche per i contratti in essere: “In alcuni casi, se vuoi mantenere la fornitura devi accettare nuove garanzie o soluzioni capestro”, spiega Plagenza. Il tutto con tempi strettissimi: nel caso del gas, ad esempio, entro fine mese i fornitori devono dichiarare a Snam i volumi di gas venduti. Ed ecco avanzare la richiesta al condominio di integrare le garanzie entro 15 giorni, cosa per la quale ci vuole una votazione dell’assemblea: “Mancano tempi e risorse”. Se un contratto non viene rinnovato, si finisce nel mercato di ultima istanza, che garantisce la continuità del servizio gas per quei clienti che rimangono senza fornitore per motivi indipendenti dalla loro volontà, ma che ha comunque prezzi molto più alti.

I consigli di Consumerismo – “Altro che riduzione della temperatura, molti condomini rischiano l’interruzione totale della fornitura. Le quote riscaldamento possono arrivare a quadruplicare rispetto all’anno precedente e molti condomini non troveranno fornitura sul mercato causa del rischio morosità”, commenta Luigi Gabriele, presidente Consumerismo No profit, che oltre a sottolineare la richiesta di nuove garanzie, “pena l’interruzione della fornitura entro 15 giorni”, denuncia anche che “gli operatori, soprattutto quelli più in difficoltà, per non dichiarare il default tecnico stanno recedendo in anticipo dai contratti sottoscritti con i condomini”. Consumerismo ha stilato quindi una serie di consigli che gli amministratori di condominio possono seguire per difendersi da questa situazione: verificare immediatamente i contratti in essere e capire qual è la scadenza; comunicare ai condomini le eventuali modifiche contrattuali e renderli edotti con urgenza della situazione; individuare eventuali nuovi fornitori sul mercato o valutare il rientro in tutela; promuovere ogni forma possibile di intervento finalizzato al risparmio energetico e alla riduzione del fabbisogno di soprattutto del gas; incentivare i condomini alla riduzione ulteriore rispetto a quanto consigliato dal governo della temperatura di riscaldamento e della durata di accensione; promuovere forme di autoproduzione e autoconsumo; facilitare i condomini ad accedere ai bonus gas che richiedono una richiesta da parte degli aventi diritto.

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