Da oggi pubblichiamo un test-gioco per i nostri lettori per capire a quale famiglia politica appartiene l’elettorato italiano (nel nostro caso, il campione ristretto, e non scientifico, di chi vorrà partecipare al nostro esperimento realizzato con la società Cluster17 diretta da Jean-Yves Dormagen che ha elaborato per noi lo schema seguente). L’obiettivo, dice Dormagen, è “capire come è strutturata la domanda elettorale. Cosa si aspettano gli elettori? Quali sono le questioni più importanti per loro? Quali sono le logiche delle loro scelte elettorali?”.
E così Cluster17 si interroga sulle principali divisioni che attraversano la società, censendo le posizioni sugli argomenti più rilevanti e divisivi, i cosiddetti cleaveges (che tanta rilevanza hanno negli studi politologici da Rokkan in poi). Per raggiungere questo obiettivo Cluster17 ha individuato 30 questioni che rappresentano le 30 domande del test. Le risposte a queste domande permetteranno di individuare i gruppi che al loro interno condividono un sistema di valori e delle opinioni politiche. Da qui discendono le scelte che verranno prodotte il 25 settembre. In breve, spiega Dormagen, “i cluster corrispondono ai grandi segmenti politico-ideologici dell’elettorato. Rappresentano lo stato della domanda elettorale e permettono di capire meglio chi vota per chi e per quali motivi”.
Da una rilevazione effettuata tra il 3 e il 5 settembre – i cui risultati non possiamo pubblicare stante il divieto di legge – si evince però che l’elettorato sondato si divide su tre grandi cleaveges, fondamentali: il nodo migranti, Unione europea e forza dell’autorità, la tematica più discriminante; il nodo redistribuzione delle ricchezze; una terza divisione è legata all’influenza del cristianesimo e dei suoi valori. Ad esempio la maggioranza dell’elettorato si dice favorevole alla domanda “Bloccare sistematicamente le imbarcazioni dei migranti anche con la forza” e i contrari rappresentano il 46%. Allo stesso tempo si dice favorevole all’uscita dall’euro il 41% contro il 59 contrario. Un tale risultato va combinato con risposte sui temi economico-sociali che mostrano l’84% favorevole alla riduzione dell’orario di lavoro legale, il 61% per una tassa sui profitti aziendali e il 66% per tassare le successioni oltre 1 milione di euro.
La ricerca ha identificato 16 gruppi (cluster) la cui suddivisione dettagliata si può trovare qui (https://cluster17.com/clusters-italiani/).
Come si vede non si è scelta la classica divisione sinistra-centro-destra, ma una definizione più articolata anche poi il voto si redistribuirà sui partiti in larga misura anche grazie a quella vecchia rappresentazione.
I PROGRESSISTI-RADICALI (6% della popolazione secondo la ricerca) con un forte anticapitalismo e un progressismo radicale su tutte le questioni sociali. Dividono il loro voto tra l’estrema sinistra, il PD e il M5S.
I SOCIALDEMOCRATICI (7% della popolazione) appartengono alle élite culturali del Paese, progressisti sulle questioni sociali, amano la moderazione, e sono preoccupati per l’ascesa del populismo. Sono attratti dalla sinistra e dal centro.
I CRISTIANI SOCIALI (5% della popolazione) Anziani e benestanti, valorizzano la solidarietà e il rispetto reciproco, condividono molti valori con la sinistra moderata. Sono i pilastri del centro-sinistra italiano.
GLI ANTISISTEMA (7% della popolazione) Spesso sono giovani e disillusi, appartengono alle classi medie e lavoratrici. Progressisti sulle questioni sociali, sono molto ostili alla “casta”. Votano soprattutto per il M5S.
I MODERATI (8% della popolazione) Vivono soprattutto nel centro e nel sud del Paese e sono spesso artigiani, commercianti, dirigenti d’azienda o membri di professioni qualificate. Di cultura cattolica, adottano posizioni moderate sui grandi temi che dividono l’Italia. Tendono a disperdersi tra le forze moderate del centro, della sinistra e della destra.
I MERIDIONALISTI (6% della popolazione) Piuttosto anziani e appartengono alle classi lavoratrici. Si orientano per un cattolicesimo sociale che li spinge a stare dalla parte dei più deboli. Favorevoli alla redistribuzione sociale anche anche tendenze anti-sistema. Sono stati una base del M5S, ma a volte votano PD o FI.
I NAZIONAL-POPOLARI (5% della popolazione) Un gruppo abbastanza giovane, composto da molti operai e impiegati. Piuttosto progressisti sulle questioni sociali e molto attenti ai diritti dei lavoratori e alla redistribuzione economica. Sono anche anti-sistema, favorevoli all’uscita dall’euro e a un forte regime presidenziale. Hanno votato molto per il M5S, ma ora sono attratti anche da FdI.
I PRO-BUSINESS (7% della popolazione) Tendenzialmente sono giovani, spesso studenti, imprenditori o dipendenti del settore privato. Credono nei valori privati e sono ostili alla burocrazia e al “troppo Stato”. Preferirebbero un presidente forte, in grado di gestire “l’azienda Italia” come un imprenditore. Oggi sono un po’ più propensi a dividersi tra centro-sinistra e centro-destra.
I QUALUNQUISTI (11% della popolazione) Spesso sono giovani, hanno poche qualifiche e appartengono alle classi lavoratrici e medio-basse. Hanno uno scarso interesse per la politica e molto spesso sono astenuti. Politicamente, quando votano, tendono a votare per il M5S e, ancor più, per la destra.
I CONSERVATORI MODERATI (5% della popolazione) Quasi sempre credenti, sono anche spesso anziani, raramente hanno frequentato l’università e appartengono alle classi medie della penisola. Deplorano l’arrivo dei migranti, la messa in discussione della famiglia cristiana e la banalizzazione dell’omosessualità. Costituiscono l’ala conservatrice del centro-destra e potrebbero identificarsi con le posizioni sui valori di FdI.
GLI ANTI-ASSISTENZIALISTI (5% della popolazione) Classi benestanti e anziane del Nord, sono una componente delle élite economiche del Paese. Gruppo molto legato al “valore del lavoro” e molto contrario agli aiuti sociali. Le loro preferenze sono chiaramente a destra. ma sono sensibili ai discorsi di Azione e Italia Viva.
I TRADIZIONALISTI (5% della popolazione) Sono benestanti, spesso anziani e spesso risiedono al Nord. L’identità dell’Italia si confonde con i valori del cristianesimo. In economia, sono piuttosto liberali e anti-assistenziali. Ma è anche un gruppo ostile a qualsiasi grande sconvolgimento, che tiene alla stabilità del sistema politico e al mantenimento dell’Italia nell’UE. Dopo aver votato in gran numero per la Lega nel 2018, quest’anno sembrano essere attratti da FdI.
GLI EUROSCETTICI (7% della popolazione) Si tratta di un gruppo piuttosto femminile, che comprende molti operai e impiegati con poche qualifiche. Sono molto legati al cristianesimo. Questo è il gruppo che più si oppone all’adozione da parte di coppie omosessuali. Sono anche molto ostili all’immigrazione e alla presenza di stranieri. Il 94% vuole uscire dall’euro. Voterà per il centrodestra e soprattutto per Lega e FdI.
I NORDISTI (6% della popolazione) I Nordisti sono principalmente operai e impiegati con redditi modesti. Sono inoltre caratterizzati da una generale mancanza di fede. Sono radicalmente ostili ai migranti. Vogliono anche ordine e autorità. Hanno votato soprattutto Lega. Ora puntano a FdI.
GLI AUTORITARI (5% della popolazione) Spesso donne, questo gruppo comprende molti artigiani, piccoli negozianti, piccoli padroni, ma anche dipendenti. Molto presenti al Nord e al Centro, appartengono soprattutto alle classi medie di età superiore ai 50 anni. Ciò che li caratterizza maggiormente è una fortissima richiesta di ordine. E’ probabile che quest’anno si dividano tra il Carroccio e FdI.
GLI IDENTITARI (6% della popolazione) Si tratta per lo più di uomini, generalmente piuttosto anziani, con un basso livello di istruzione ma con un reddito superiore alla media. Molto legati all’identità dell’Italia, che per loro può essere solo cristiana. Sono uno dei gruppi più conservatori, quindi molto meno antisistema. I loro voti vanno alla destra e, in particolare, alla Lega e FdI.