La preoccupazione dei governi dopo l'annuncio della mobilitazione e la minaccia nucleare. Berlino: "Mossa sbagliata, l'inizio di una nuova escalation". Washington: "Un segno del fallimento russo". L'Unione europea: "Segnale chiaro di disperazione, non è interessato alla pace". Navalny: "Trentenni mandati a morire, è una tragedia". E il segretario della Nato Stoltenberg chiede agli alleati di aumentare la produzione di armi "per difendere il territorio"
Piovono le reazioni internazionali alla mossa con cui Vladimir Putin, in un discorso alla nazione nella mattinata di martedì, ha annunciato la mobilitazione di 300mila riservisti per intensificare l’offensiva in Ucraina e il sostegno di Mosca ai referendum indipendentisti indetti dalle amministrazioni regionali filorusse, tornando ad agitare lo spettro di una guerra nucleare. Il primo a intervenire è il governo tedesco, con il vice del cancelliere Olaf Scholz, il verde Robert Habeck, che parla di “un passo pessimo, sbagliato”, che segna l’inizio di “una nuova escalation”. “Ci consulteremo per vedere come reagire sul piano politico, ma è “chiaro che l’Ucraina dovrà continuare ad avere pieno sostegno”, dice Habeck. Gli Stati Uniti mostrano fermezza: “Prendiamo sul serio la minaccia nucleare. Ci saranno conseguenze gravi. Continuiamo a monitorare la loro posizione strategica per capire se è il caso di modificare la nostra. Al momento non ci sono segnali che dobbiamo farlo”. La Nato annuncia l’intenzione di aumentare la produzione di armi, mentre la Cina da una parte chiede un cessate il fuoco e dall’altra dice ai suoi generali di “prepararsi alla guerra”.
L’Ue: “Segnale di disperazione” – La mossa “è una prova ulteriore che Putin non è interessato alla pace ma ad una escalation. I suoi annunci sono anche un chiaro segnale che lui è interessato solo a continuare questa guerra distruttiva, è un segnale chiaro di disperazione” ed è qualcosa “che avrà conseguenze negative anche sulla popolazione russa”, dice il portavoce della Commissione Ue Peter Stano nel briefing quotidiano con la stampa. Anche per il governo britannico il discorso di Putin è “un’ammissione del fallimento della sua invasione. Nessuna quantità di minacce o propaganda può nascondere il fatto che l’Ucraina sta vincendo questa guerra, che la comunità internazionale è unita e che la Russia sta diventando un’emarginata globale”, dichiara il ministro alla Difesa Ben Wallace. Per la vicepremier spagnola Teresa Ribera si tratta di una “notizia drammatica, che conferma che questa è una guerra lunga e crudele, enormemente ingiusta e dura. Fa presagire un inverno complicato”.
Usa: “È in difficoltà” – “Il discorso di Putin è chiaramente un segno che è in difficoltà”, ha detto il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale americana, John Kirby, ad Abc News sottolineando che le forze di Mosca sono in crisi soprattutto “nel nord e nell’est” dell’Ucraina. “Ci aspettavamo il richiamo dei riservisti, Putin sta facendo combattere anche i soldati feriti”, ha detto ancora Kirby. Per l’ambasciatrice statunitense a Kiev, Bridget Brink, “i referendum farsa e la mobilitazione sono segni di debolezza, del fallimento russo: gli Stati Uniti non riconosceranno mai la pretesa della Russia di annettere il territorio ucraino, e continueremo a stare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”.
Sham referenda and mobilization are signs of weakness, of Russian failure. The United States will never recognize Russia’s claim to purportedly annexed Ukrainian territory, and we will continue to stand with Ukraine for as long as it takes.
— Ambassador Bridget A. Brink (@USAmbKyiv) September 21, 2022
Pechino: “Affrontare preoccupazioni sulla sicurezza” – Dopo qualche ora anche il governo cinese, il principale alleato strategico della Russia, fa trapelare la propria posizione, al solito orientata alla de-escalation: “La Cina invita le parti coinvolte nella crisi in Ucraina al cessate il fuoco e a impegnarsi con il dialogo e le consultazioni al fine di una risoluzione pacifica”, il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, esortando “a trovare un modo per affrontare le preoccupazioni sulla sicurezza di tutte le parti”. E dal carcere parla il principale oppositore politico del presidente russo, Alexei Navalny, in collegamento video con il tribunale di Kovrov (città a 250 km da Mosca) per una causa contro l’amministrazione del penitenziario in cui è rinchiuso: “Ora alcuni lavoratori di Kovrov (città a 250 km da Mosca), trentenni, saranno chiamati a morire da qualche parte vicino a Kherson. È un’enorme tragedia“, dice.
Poi, però, il presidente Xi Jinping ha elogiato il profondo riordino delle Forze Armate, osservando che “è necessario riassumere e applicare l’esperienza positiva delle riforme, concentrarsi sulla preparazione alla guerra, svolgere un lavoro solido nell’attuazione dei compiti stabiliti e rafforzare la pianificazione delle riforme successive”. Xi, intervenendo oggi a Pechino a un seminario sulla Difesa nazionale e sulla riforma militare, ha parlato di “risultato storico” sulle riforme della difesa nazionale e dell’esercito, esortando ad “adattarsi alle nuove situazioni e ai nuovi requisiti, ad avere il coraggio di esplorare e di innovare”.
Sui referendum nelle regioni ucraine occupate dalla Russia, però, Pechino si mostra molto più fredda per motivi legati agli indipendentismi interni e chiede di rispettare la “sovranità di tutti i Paesi”. La posizione di Pechino sull’Ucraina è “coerente”, ha risposto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. La Cina insiste che “la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi debbano essere rispettati, così come la Carta e i principi dell’Onu”, ha aggiunto Wang.
Stoltenberg: “Aumentare la produzione di armi” – “Noi stiamo parlando con i nostri alleati ma anche con l’industria della difesa per aumentare la produzione militare, di armi e munizioni, perché dobbiamo rimpiazzare i nostri stock per assicurare la difesa dei territori Nato ma anche per continuare a sostenere l’Ucraina”. Lo ha detto in una video intervista alla Reuters il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, spiegando che preso ci sarà un summit su questo dossier a Bruxelles. Poi ha paragonato l’aumento di produzione militare richiesto a quello dei vaccini nella crisi Covid.
La borsa russa – Alla mossa del capo del Cremlino reagiscono anche i mercati: il principale indice della borsa di Mosca, che lunedì aveva perso l’8,8%, martedì è sprofondato fino a un massimo del 9,6% in avvio di contrattazione per poi recuperare un po’ di terreno e limitare le perdite al 5,4%. Cala anche l’euro, che scivola allo 0,98 sul dollaro (-0,9%), mentre si impenna il prezzo del petrolio con il Wti e il Brent che salgono di circa il 3%, rispettivamente, a 86,4 a 93,4 dollari al barile.