Il pilota 35enne intervistato da Francesca Michielin per il podcast "Maschiacci": "Le tecnologie sui nostri motori sono interessanti, ma inutili perché non arriveranno mai sulle auto di produzione. È qui che dovrebbe esserci il cambiamento”
“La F1 va veloce in pista, ma è ancora troppo lenta su temi come femminismo, ambientalismo e diritti Lgbt. Tutti noi possiamo fare di più”. Lo dice sicuro e senza freni Sebastian Vettel. E se più di una volta ha battagliato in favore di queste tematiche, al fianco del vecchio rivale e collega Lewis Hamilton, ora è tornato a ribadirlo a “Maschiacci”. Si tratta del podcast della cantautrice Francesca Michielin, che oltre alla musica è grande appassionata di calcio e F1. Nello scorso appuntamento di Monza, la 27enne di Bassano del Grappa ha intervistato il quattro volte iridato, 35 anni, pilota Aston Martin e al suo ultimo anno nel Circus prima del ritiro di fine stagione. “La mancanza di pilote nella mia categoria? In questi anni di gara sono accaduti troppi episodi negativi”.
Vettel: “In F1 troppi combustibili fossili bruciati, si cambi”
“La F1 va vista sotto tre punti di vista differenti: sportivo, d’intrattenimento e di business – aggiunge Vettel – Per me non conta che si parli di loro, ma bisogna cambiare marcia verso un futuro sostenibile”. E ancora: “Bruciamo letteralmente combustibili fossili nel nostro sport, dobbiamo dare il nostro esempio – prosegue il tedesco – Le tecnologie sui nostri motori sono interessanti, ma inutili perché non arriveranno mai sulle auto di produzione. È qui che dovrebbe esserci il cambiamento”. Il Circus “usi tutta la sua influenza e le sue piattaforme per ispirare la gente, che sta diventando sempre più cosciente di questi problemi”.
Vettel sull’ambiente: “Si vada verso un’economia circolare”
Poi si passa al tema ambiente, sul quale di recente Vettel è tornato a parlare dopo Monza, quando ha criticato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il sorvolo delle Frecce Tricolori prima della gara all’Autodromo Nazionale. Tanto da definire il Capo dello Stato come “una persona di quasi 100 anni (ne ha 81, ndr) che non coglie le esigenze ecologiste” e che “ha difficoltà a lasciare da parte certe tradizioni per il suo ego”. Nell’intervista con Francesca Michielin ha così commentato: “Dovremmo andare verso un’economia circolare, per ridurre gli sprechi: tutto si può riutilizzare. Basti pensare a come è strutturata l’agricoltura, deve andare di pari passo al modo con cui trattiamo le persone”. E ancora: “Abbiamo sbagliato molto noi come umanità, e adesso abbiamo la possibilità di fare meglio quando ci ritroveremo in una situazione simile — dice — Sul futuro mi sento ottimista, e possiamo farcela per rendere il mondo migliore. Io lo faccio per i miei figli e tutte le persone che ci sono al mondo. Ho un sacco di idee in mente, spero di avere più tempo in futuro per metterle in atto”.
I diversi “messaggi politici” lanciati da Vettel
In passato, Vettel è già stato protagonista di diverse iniziative: dal milione di fiori donati alla sua Germania per aiutare le api, al casco con impresso il testo di Imagine (il brano scritto da John Lennon) e i polsini gialloblu, tutti e due in favore dell’Ucraina. Ma del 2021 si ricorda anche la sua pulizia sugli spalti a Silverstone nel post-gara, un altro casco per il rispetto degli oceani in Turchia, o le scarpe arcobaleno contro la legge anti-Lgbt voluta del premier Viktor Orban, prima della gara dell’Hungaroring. “Bastano tante piccole azioni per mandare messaggi, come ho fatto a Budapest — commenta il tedesco — Ho indossato così tanti caschi in passato, lanciando messaggi diversi. Se avessi tempo per pensare a tutto, lancerei altri 1.000 messaggi diversi”.
La gara di kart organizzata a Jedda con pilote locali
A Jeddah, sempre nel 2021, Vettel gareggiò sui kart insieme a delle pilote locali, ascoltando le loro storie per far così risuonare un messaggio d’uguaglianza: “Le donne sono anni luce distanti dalle libertà con cui noi uomini siamo cresciuti — conclude — Oltre alla gara, volevo far capire quando ci sia molto da lavorare per il cambiamento. In Arabia da cinque anni le donne possono guidare, ma c’è ancora molto da migliorare”.