Scontro rovente a “L’aria che tira” (La7) sul reddito di cittadinanza. Da una parte, Marco Furfaro del Pd e Riccardo Ricciardi del M5s lo difendono strenuamente; dall’altra, ci sono Elena Bonetti di Italia Viva e Armando Siri della Lega che lo osteggiano, denunciando che i percettori del reddito sono soliti chiedere ai datori di lavoro di essere pagati in nero.
Il primo match avviene tra Bonetti e Ricciardi, che insorge: “Ma che vergogna, come si fa a dire una cosa del genere?”.
“Lo vada a chiedere agli imprenditori del Nord con cui siamo in contatto”, ribatte Bonetti.

Siri concorda con Bonetti. Ricciardi rilancia: “Abbiamo un gruppo di speculatori che sta affamando imprese e aziende e il dibattito in questo Paese è sui poveri. Il problema di questo Paese sono i poveri, non chi sta affamando le imprese e le aziende“.
“Io i poveri non li ho attaccati”, ribatte la ministra per le Pari Opportunità.
Interviene Furfaro che definisce gravissima l’affermazione di Bonetti e Siri e aggiunge: “Siamo tutti bravi col culo dei poveri dall’alto dell’essere ministro e dello stipendio di Siri“.
“Chi chiede di lavorare in nero viene rispedito a casa – urla Siri – Fatti un giro tra i baristi e i ristoratori”.

Furfaro continua: “Il tema è giudicare dall’alto di quello stipendio i poveri. Pensiamo di costruire un Paese nel quale mettere i poveri che prendono il reddito di cittadinanza contro il lavoratore del bar sfruttato e pagato 500 euro al mese? Se questo è il mondo che vogliono Bonetti e Siri, io non lo voglio”.
“Ma cosa c’entra? Non c’entra assolutamente un tubo quello che sta dicendo”, replica Siri che accusa la sinistra di sfiancare i lavoratori con le tasse.
“Voi siete quelli della flat tax, caro mio – controbatte Furfaro – Non mettetevi in bocca i poveri a fasi alterne. Fatela finita. Volete togliere i soldi per darli ai ricchi”.
I lavoratori sono quelli che pagano il reddito di cittadinanza a gente che non fa un tubo“, ribadisce il leghista.

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