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Scandalo Mose, confiscati 330mila euro di vitalizio all’ex assessore regionale Renato Chisso (Forza Italia)

Con questa ulteriore decisione, in totale sono stati confiscati circa 625mila euro al solo politico ex socialista. La Finanza ha calcolato che complessivamente, nell’ambito dei processi relativi all'infrastruttura, siano rientrati nelle casse dell’erario circa 58 milioni di euro.
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Dopo il trattamento di fine mandato, lo Stato incamera anche i vitalizi liquidati a Renato Chisso, ex assessore regionale ai Trasporti del Veneto, arrestato e coinvolto nel 2014 nello scandalo Mose. Su ordine della procura della Repubblica di Venezia, il Nucleo di polizia economico finanziaria ha eseguito una confisca per complessivi 332mila euro, di cui Chisso era creditore nei confronti del Consiglio Regionale Veneto a titolo di vitalizio. Il provvedimento è stato possibile perché l’ex esponente di Forza Italia aveva patteggiato una pena di 2 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione per corruzione, con la sospensione della pena. Siccome la somma quantificata quale prezzo della corruzione era di 2 milioni di euro, non appena la Procura viene a conoscenza di disponibilità finanziarie, procede ai pignoramenti.

Negli scorsi anni a Chisso erano stati sequestrati 279mila euro, quale trattamento di fine mandato come assessore regionale. I difensori del politico avevano presentato ricorso al Tribunale di Venezia chiedendo la restituzione dei 4/5 del vitalizio che era già stato sottoposto a sequestro. Avevano sostenuto la tesi che si trattasse di un emolumento assimilabile al trattamento pensionistico e quindi sequestrabile soltanto per un quinto. Nel 2018 i giudici avevano già rigettato il ricorso, confermando la confisca sia dei 279mila euro già erogati, sia dei nuovi ratei che il consiglio regionale del Veneto non aveva ancora liquidato. Con questa ulteriore confisca, in totale sono stati confiscati circa 625mila euro al solo Chisso. La Finanza ha calcolato che complessivamente, nell’ambito dei processi per lo scandalo Mose, siano rientrati nelle casse dell’erario circa 58 milioni di euro.

Chisso fino al 1994 era socialista. Poi ha aderito a Forza Italia. È stato eletto per quattro volte in consiglio regionale (1995, 2000, 2005 e 2010). Dal 2000 al 2005 è stato assessore all’Ambiente e ai trasporti, nella seconda legislatura di Giancarlo Galan (poi arrestato per lo scandalo Mose). Dal 2005 al 2010 (sempre con il governatore Galan) e dal 2010 al 2014 (con la prima presidenza di Luca Zaia) ha ricoperto l’incarico di assessore alle Infrastrutture e ai trasporti. L’arresto avvenuto nel giugno 2014 ne ha interrotto bruscamente la carriera.

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