L'iniziativa di Wikimafia per chiedere l'impegno dei politici su un "decalogo di battaglie da portare avanti nella prossima legislatura". Finora sono 69 i politici che hanno già aderito, ma il social bombing vuole raggiungere i leader dei principali partiti finora silenti. Per partecipare basta twittare l'hashtag #parlatedimafia, taggando i candidati nella propria circoscrizione
“Quello che piace alle mafie è il silenzio. Noi chiediamo ai cittadini di fare rumore”. Lo spiega Wikimafia in un comunicato in cui lancia un social bombing ai candidati. A pochi giorni da voto, quasi nessuno tra i leader di partito sta parlando di lotta alla criminalità organizzata. Per questo l’organizzazione invita la cittadinanza a esortare i principali esponenti politici a parlare di mafia con un “social bombing“. Basta condividere su Twitter l’hashtag #parlatedimafia, taggando i leader di partito e i candidati della propria circoscrizione.
Nelle scorse settimane Wikimafia aveva già evidenziato come soprattutto il centrodestra e Azione/Italia viva non stessero affrontando il tema della lotta alla mafia, pubblicando un’approfondita analisi dei programmi elettorali dei partiti.
L’obiettivo dell’iniziativa di oggi è invertire questa tendenza e assicurarsi “l’impegno su un decalogo di battaglie da portare avanti nella prossima legislatura” che affronta diversi aspetti della lotta alla criminalità organizzata, “dal carattere antimafioso della Repubblica in Costituzione fino al divieto per le pubbliche amministrazione di contrarre concessioni e quant’altro con società off-shore”, spiega l’associazione.
Fino a ora sono 169 i politici che hanno già aderito alla call to action, tra cui Giuseppe Conte per il Movimento 5 Stelle, Luigi De Magistris per Unione Popolare, Nicola Fratoianni, Pippo Civati, Eleonora Evi e Angelo Bonelli per Verdi-Sinistra. La campagna su Twitter vuole coinvolgere anche gli altri leader che finora non si sono espressi: Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Enrico Letta.