“Stiamo vivendo l’onda lunga dello ‘tsunami’ Covid: ci mancano i medici e gli infermieri, le liste d’attesa sono lunghissime e si fa fatica a trovare posti per gli esami. Ma di tutto questo in campagna elettorale non si parla”. Roberto Longaretti è un medico di base di Borgo di Terzo, in provincia di Bergamo.

Le sue giornate iniziano alle sette del mattino e possono finire anche a mezzanotte per rispondere ai suoi duemila pazienti. Cinquecento in più rispetto al massimale. Perché accade questo? Un anno fa un’altra dottoressa della zona è andata in pensione ma non è stata ancora sostituita. E così il dottor Longaretti insieme ad un altro collega ha preso in carico la gestione extra di alcuni pazienti per provare a limitare i disagi.

Una situazione che è sempre più comune in Lombardia. “Questi due anni di Covid hanno messo a dura prova tutti, la stanchezza fisica e mentale ha portato a tanti pensionamenti – spiega la dottoressa Paola Pedrini, segretaria Fimmg Lombardia – la gran parte di questi erano prevedibili da almeno dieci anni. Ma non è stato programmato un corretto ricambio e dunque ci troviamo in una situazione di nuovo drammatica con tantissimi pazienti senza medico di famiglia”.

Una realtà che genera rabbia nei tanti cittadini lombardi che hanno perso un proprio caro a causa del Covid. Uno di questi è Salvatore Mazzola, panettiere di Nembro. “Mi sarei aspettato qualche cambiamento in questa terra dove sono morte tante persone ma non è accaduto nulla: i medici continuano a mancare e per fare esami nel pubblico bisogna aspettare a lungo”.

Per far fronte alla situazione i medici hanno provato ad organizzarsi dal basso. “C’è chi ha attivato degli ambulatori di guardia medica diurna o chi ha dato la disponibilità per visitare o fare ricette – spiega la dottoressa Pedrini – ma non è la stessa cosa di avere un medico di famiglia che ti prende in carico e ti segue per anni”. Il tema, però, sembra essere poco presente in questa campagna elettorale. “Non ho sentito grossi discorsi sulla questione della medicina territoriale in questo mese” racconta il dottor Longaretti. E poi c’è il tema della sanità pubblica. “Bisognerebbe puntare tutto su quello – racconta Mazzola – specialmente in un periodo dove a causa del caro bollette si possono avere difficoltà a pagare degli esami privatamente: ormai ci troviamo a dover fare la valutazione se andare a fare l’esame o se comprare da mangiare”. Che cosa dovrebbe fare il nuovo governo? “La carenza più grande è quella della forza lavoro – conclude il dottor Longaretti – servono medici e infermieri”.

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