Le Comunità energetiche rinnovabili introdotte giuridicamente in Italia con il Decreto Milleproroghe 2020 continuano a incontrare ostacoli e, questa volta, il prezzo dei ritardi rischia di essere davvero troppo alto. Perché si impedisce a un numero crescente di cittadini di organizzarsi in comunità e affrontare così l’inevitabile caro bollette del 2023 e perché ci sono sul tavolo 2,2 miliardi di fondi previsti dal Pnrr per le comunità energetiche nei comuni con meno di 5mila abitanti, quelli più a rischio di spopolamento. Ma dai piccoli borghi ai comuni più grandi, in molti attendono ancora i decreti attuativi delle nuove regole, che dovrebbero cambiare una normativa tuttora incerta e restrittiva. Forse arriveranno a fine anno, ma non è detto siano risolutivi. Nel frattempo, sebbene siano cento le comunità energetiche mappate negli ultimi tre anni da Legambiente, secondo i dati forniti dall’associazione, fino a maggio 2022 si contano appena 35 realtà effettivamente operative, 41 in progetto e 24 ancora ai primi passi verso la costituzione.
Tra queste 59 quelle censite tra giugno 2021 e maggio 2022: 20 sono ‘Configurazioni di autoconsumo collettivo’, gruppo di utenti che agiscono in modo collettivo, ritrovandosi nel medesimo edificio, come in un condominio o in un centro commerciale, 39 sono le ‘Comunità energetiche rinnovabili’, ossia gruppi di privati, enti territoriali, autorità locali e piccole e medie imprese che si costituiscono in forma giuridica per produrre e condividere energia. Con vantaggi significativi, in quanto chi ne fa parte non solo non paga l’energia prodotta dai propri impianti, ma riceve anche un incentivo dallo Stato per ogni kilowattora prodotto e condiviso tra i membri della comunità e viene ripagato a prezzi correnti (quelli che ora sono alle stelle, circa 500 euro a megawattora) per l’eventuale energia che non utilizza e che immette nella rete nazionale.
Cosa ha frenato finora la diffusione delle Cer – Insomma, proprio ciò che servirebbe in questo momento. E, di fatto, a questo punto le comunità energetiche sarebbero già dovute essere una realtà ben più diffusa in Italia. Risale al 2019, infatti, la direttiva Red II, secondo cui entro il 2030 l’Unione europea avrebbe dovuto produrre il 32% della sua energia da fonti rinnovabili anche attraverso la diffusione su larga scala delle Cer. Quello stesso anno l’Italia ha recepito solo parte della Red II, ponendo limiti importanti, sia per quanto riguarda la potenza degli impianti, sia rispetto alla distanza tra i membri della comunità (il perimetro) e, dunque, limitandone la diffusione. Solo a dicembre 2021, con l’entrata in vigore del decreto legislativo 199 che recepisce in modo definitivo le direttive RED II (2018/2001) e IEM (2019/944), la possibilità di allaccio è passata dalla cabina secondaria di trasformazione a quella primaria, ossia l’impianto principale.
Cosa significa? Chi fa parte di una comunità finora doveva essere collegato alla stessa cabina secondaria della rete elettrica (i classici manufatti di calcestruzzo, ndr) e, di fatto, trovarsi al massimo a qualche centinaia di metri di distanza, mentre con le nuove regole bisognerà essere collegati alla stessa cabina primaria che consente di includere più soggetti coprendo anche diversi Comuni. Non solo. Cambia anche la potenza massima dei singoli impianti rinnovabili, che viene quintuplicata dagli attuali 200 kilowatt a un megawatt, un tetto che resta comunque facilmente raggiungibile, per esempio se nella comunità ci sono aziende o realtà che consumano più energia. Ed è questo il motivo per cui in altri Paesi, come la Germania, non ci sono tetti. I limiti hanno finora frenato molte realtà, ma ci sono anche gli esempi di chi è riuscito a realizzare una comunità energetica rinnovabile, come ha fatto il comune di Ferla, in provincia di Siracusa, il primo in Sicilia, quello di Biccari, in Puglia nell’entroterra nel cuore dei Monti Dauni e il comune sardo di Serrenti.
Cosa manca – Ad aprile 2022, il Gestore dei servizi energetici (Gse) ha anche aggiornato le regole per costituirsi in Comunità energetiche rinnovabili (CER), specificando requisiti, modalità di accesso agli incentivi e tempistiche di erogazione, ma fino alla pubblicazione dei decreti attuativi del decreto legislativo 199, continua ad essere applicata la disciplina del decreto Milleproroghe 2020. Il rischio è che continuino a svilupparsi comunità energetiche con potenziale più basso rispetto a quanto sarebbe effettivamente possibile. A luglio, mentre in Parlamento si consumava la crisi di governo, 77 realtà attive nel settore delle rinnovabili e ambientale, tra cui associazioni, movimenti, fondazioni e anche diocesi hanno lanciato un appello affinché, a distanza di 7 mesi dal decreto legislativo, fossero pubblicati i decreti attuativi e i bandi del Pnrr riservati ai piccoli comuni, ricordando gli oltre 2 miliardi del piano fermi proprio in mancanza dei provvedimenti. Un’iniziativa promossa da Leonardo Becchetti, co-fondatore di NeXt Nuova economia per tutti e professore di Economia Politica presso l’Università di Roma Tor Vergata e a cui hanno aderito, tra gli altri, Legambiente, Kyoto Club, Italia Solare, Anteas e Adiconsum.
I ritardi e le questioni in sospeso – Entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto legislativo, spettava al ministero della Transizione ecologica emanare il decreto attuativo con le tabelle sugli incentivi. Tra i firmatari dell’appello anche Livio de Santoli, presidente del Coordinamento Free che a ilfattoquotidiano.it ricorda come i decreti attuativi per le Cer “erano prima attesi per il mese di marzo, poi si è parlato di settembre e ora tutto sembra slittare alla fine dell’anno”. Arera, invece, avrebbe dovuto emanare entro marzo una delibera per adeguare la disciplina delle Cer alla gestione delle reti elettriche e stabilire “la tipologia di configurazione che serve per poter costituire una comunità”. La delibera è arrivata e il 2 agosto scorso Arera ha pubblicato il documento ‘Orientamenti in materia di configurazioni per l’autoconsumo’, avviando così una consultazione pubblica (aperta alla partecipazione dei soggetti interessati fino al 9 settembre) sulla delibera per definire il nuovo quadro regolatorio. Nel documento si specificano le tariffe agevolate, soprattutto per i condomini, con la restituzione della componente relativa al trasporto dell’energia sulla rete (circa 8 euro a megawattora) e quella per la distribuzione e le dispersioni di energia (circa 1 euro a megawattora). “Nel documento molte questioni importanti vengono rinviate e credo che vada modificato, soprattutto per per quanto riguarda la definizione delle cabine primarie, che sono poche e sono quelle di grande potenza” sostiene de Santoli, che ha scritto anche al Mite “per capire a che punto siamo sugli incentivi”.
Gli incentivi e i decreti attesi per fine anno – Nei giorni scorsi, Valeria Amendola, direttrice generale della sezione approvvigionamento, efficienza e competitività energetica del Mite ha confermato a Repubblica che il Mite sta lavorando insieme ad Arera, che deve stabilire le condizioni di interconnessione nella rete, dicendosi “fiduciosa”. “Entro la fine dell’anno le norme saranno complete, anche con l’ammontare degli incentivi” ha dichiarato. Incentivi nazionali a parte, anche le Regioni stanno prevedendo investimenti e pubblicando bandi per sostenere economicamente chi intende costituire Cer. Ne sono esempi, il bando di Fondazione con il Sud, che scade il 21 settembre 2022 (un milione e mezzo per favorire la nascita di comunità energetiche nelle Regioni), un programma ad hoc della Sicilia, che ha stanziato 5 milioni di euro per i Comuni che si fanno promotori di Comunità energetiche e l’invito lanciato agli enti locali dalla Regione Lombardia, che prevede di investire 22 milioni per realizzare una rete diffusa di Comunità energetiche rinnovabili.
Economia
Caro bollette, al palo le comunità energetiche che producono elettricità da rinnovabili (riducendo i costi): mancano decreti attuativi
Sono previste fin dal 2020 e a dicembre 2021 è arrivato il decreto legislativo che recepisce in modo definitivo le direttive Ue che le promuovono. Ma il ministero della Transizione ecologica è in ritardo. Fermi anche i 2,2 miliardi di fondi previsti dal Pnrr. Nel frattempo, sebbene siano cento le comunità mappate negli ultimi tre anni da Legambiente fino a maggio 2022 si contano appena 35 realtà effettivamente operative
Le Comunità energetiche rinnovabili introdotte giuridicamente in Italia con il Decreto Milleproroghe 2020 continuano a incontrare ostacoli e, questa volta, il prezzo dei ritardi rischia di essere davvero troppo alto. Perché si impedisce a un numero crescente di cittadini di organizzarsi in comunità e affrontare così l’inevitabile caro bollette del 2023 e perché ci sono sul tavolo 2,2 miliardi di fondi previsti dal Pnrr per le comunità energetiche nei comuni con meno di 5mila abitanti, quelli più a rischio di spopolamento. Ma dai piccoli borghi ai comuni più grandi, in molti attendono ancora i decreti attuativi delle nuove regole, che dovrebbero cambiare una normativa tuttora incerta e restrittiva. Forse arriveranno a fine anno, ma non è detto siano risolutivi. Nel frattempo, sebbene siano cento le comunità energetiche mappate negli ultimi tre anni da Legambiente, secondo i dati forniti dall’associazione, fino a maggio 2022 si contano appena 35 realtà effettivamente operative, 41 in progetto e 24 ancora ai primi passi verso la costituzione.
Tra queste 59 quelle censite tra giugno 2021 e maggio 2022: 20 sono ‘Configurazioni di autoconsumo collettivo’, gruppo di utenti che agiscono in modo collettivo, ritrovandosi nel medesimo edificio, come in un condominio o in un centro commerciale, 39 sono le ‘Comunità energetiche rinnovabili’, ossia gruppi di privati, enti territoriali, autorità locali e piccole e medie imprese che si costituiscono in forma giuridica per produrre e condividere energia. Con vantaggi significativi, in quanto chi ne fa parte non solo non paga l’energia prodotta dai propri impianti, ma riceve anche un incentivo dallo Stato per ogni kilowattora prodotto e condiviso tra i membri della comunità e viene ripagato a prezzi correnti (quelli che ora sono alle stelle, circa 500 euro a megawattora) per l’eventuale energia che non utilizza e che immette nella rete nazionale.
Cosa ha frenato finora la diffusione delle Cer – Insomma, proprio ciò che servirebbe in questo momento. E, di fatto, a questo punto le comunità energetiche sarebbero già dovute essere una realtà ben più diffusa in Italia. Risale al 2019, infatti, la direttiva Red II, secondo cui entro il 2030 l’Unione europea avrebbe dovuto produrre il 32% della sua energia da fonti rinnovabili anche attraverso la diffusione su larga scala delle Cer. Quello stesso anno l’Italia ha recepito solo parte della Red II, ponendo limiti importanti, sia per quanto riguarda la potenza degli impianti, sia rispetto alla distanza tra i membri della comunità (il perimetro) e, dunque, limitandone la diffusione. Solo a dicembre 2021, con l’entrata in vigore del decreto legislativo 199 che recepisce in modo definitivo le direttive RED II (2018/2001) e IEM (2019/944), la possibilità di allaccio è passata dalla cabina secondaria di trasformazione a quella primaria, ossia l’impianto principale.
Cosa significa? Chi fa parte di una comunità finora doveva essere collegato alla stessa cabina secondaria della rete elettrica (i classici manufatti di calcestruzzo, ndr) e, di fatto, trovarsi al massimo a qualche centinaia di metri di distanza, mentre con le nuove regole bisognerà essere collegati alla stessa cabina primaria che consente di includere più soggetti coprendo anche diversi Comuni. Non solo. Cambia anche la potenza massima dei singoli impianti rinnovabili, che viene quintuplicata dagli attuali 200 kilowatt a un megawatt, un tetto che resta comunque facilmente raggiungibile, per esempio se nella comunità ci sono aziende o realtà che consumano più energia. Ed è questo il motivo per cui in altri Paesi, come la Germania, non ci sono tetti. I limiti hanno finora frenato molte realtà, ma ci sono anche gli esempi di chi è riuscito a realizzare una comunità energetica rinnovabile, come ha fatto il comune di Ferla, in provincia di Siracusa, il primo in Sicilia, quello di Biccari, in Puglia nell’entroterra nel cuore dei Monti Dauni e il comune sardo di Serrenti.
Cosa manca – Ad aprile 2022, il Gestore dei servizi energetici (Gse) ha anche aggiornato le regole per costituirsi in Comunità energetiche rinnovabili (CER), specificando requisiti, modalità di accesso agli incentivi e tempistiche di erogazione, ma fino alla pubblicazione dei decreti attuativi del decreto legislativo 199, continua ad essere applicata la disciplina del decreto Milleproroghe 2020. Il rischio è che continuino a svilupparsi comunità energetiche con potenziale più basso rispetto a quanto sarebbe effettivamente possibile. A luglio, mentre in Parlamento si consumava la crisi di governo, 77 realtà attive nel settore delle rinnovabili e ambientale, tra cui associazioni, movimenti, fondazioni e anche diocesi hanno lanciato un appello affinché, a distanza di 7 mesi dal decreto legislativo, fossero pubblicati i decreti attuativi e i bandi del Pnrr riservati ai piccoli comuni, ricordando gli oltre 2 miliardi del piano fermi proprio in mancanza dei provvedimenti. Un’iniziativa promossa da Leonardo Becchetti, co-fondatore di NeXt Nuova economia per tutti e professore di Economia Politica presso l’Università di Roma Tor Vergata e a cui hanno aderito, tra gli altri, Legambiente, Kyoto Club, Italia Solare, Anteas e Adiconsum.
I ritardi e le questioni in sospeso – Entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto legislativo, spettava al ministero della Transizione ecologica emanare il decreto attuativo con le tabelle sugli incentivi. Tra i firmatari dell’appello anche Livio de Santoli, presidente del Coordinamento Free che a ilfattoquotidiano.it ricorda come i decreti attuativi per le Cer “erano prima attesi per il mese di marzo, poi si è parlato di settembre e ora tutto sembra slittare alla fine dell’anno”. Arera, invece, avrebbe dovuto emanare entro marzo una delibera per adeguare la disciplina delle Cer alla gestione delle reti elettriche e stabilire “la tipologia di configurazione che serve per poter costituire una comunità”. La delibera è arrivata e il 2 agosto scorso Arera ha pubblicato il documento ‘Orientamenti in materia di configurazioni per l’autoconsumo’, avviando così una consultazione pubblica (aperta alla partecipazione dei soggetti interessati fino al 9 settembre) sulla delibera per definire il nuovo quadro regolatorio. Nel documento si specificano le tariffe agevolate, soprattutto per i condomini, con la restituzione della componente relativa al trasporto dell’energia sulla rete (circa 8 euro a megawattora) e quella per la distribuzione e le dispersioni di energia (circa 1 euro a megawattora). “Nel documento molte questioni importanti vengono rinviate e credo che vada modificato, soprattutto per per quanto riguarda la definizione delle cabine primarie, che sono poche e sono quelle di grande potenza” sostiene de Santoli, che ha scritto anche al Mite “per capire a che punto siamo sugli incentivi”.
Gli incentivi e i decreti attesi per fine anno – Nei giorni scorsi, Valeria Amendola, direttrice generale della sezione approvvigionamento, efficienza e competitività energetica del Mite ha confermato a Repubblica che il Mite sta lavorando insieme ad Arera, che deve stabilire le condizioni di interconnessione nella rete, dicendosi “fiduciosa”. “Entro la fine dell’anno le norme saranno complete, anche con l’ammontare degli incentivi” ha dichiarato. Incentivi nazionali a parte, anche le Regioni stanno prevedendo investimenti e pubblicando bandi per sostenere economicamente chi intende costituire Cer. Ne sono esempi, il bando di Fondazione con il Sud, che scade il 21 settembre 2022 (un milione e mezzo per favorire la nascita di comunità energetiche nelle Regioni), un programma ad hoc della Sicilia, che ha stanziato 5 milioni di euro per i Comuni che si fanno promotori di Comunità energetiche e l’invito lanciato agli enti locali dalla Regione Lombardia, che prevede di investire 22 milioni per realizzare una rete diffusa di Comunità energetiche rinnovabili.
Articolo Precedente
La crisi dell’ex Ilva non passa mai: dal caro energia alle accuse di operai e indotto fino alle bollette di Eni. “Taranto va via via spegnendosi”
Articolo Successivo
Caro energia, decine di rivenditori a rischio default da ottobre: ecco perché e che cosa rischiano i loro clienti
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Ucraina, FT: ‘A Riad Kiev proporrà una tregua parziale’. Trump: ‘Accordo sui minerali vicino’. Elon Musk minaccia di togliere Starlink a Kiev
Cronaca
Incendi in contemporanea, tentati omicidi e pestaggi: tra la Toscana e la Spagna i clan cinesi combattono la “guerra delle grucce”, che vale più di cento milioni
Cronaca Nera
Spiata, picchiata e sequestrata perché viveva con una ragazza: arrestata coppia di genitori
Roma, 10 mar. (Adnkronos) - Statkraft, primo produttore di energia rinnovabile d’Europa, ha ottenuto risultati solidi nel 2024, grazie a rilevanti investimenti, una solida gestione degli asset e significative operazioni di mercato. Nonostante prezzi dell'energia inferiori, l'Ebit sottostante è tra i migliori nella storia di Statkraft. I ricavi operativi netti sono stati di 4,6 miliardi di euro nel 2024 rispetto ai 5,7 miliardi del 2023, mentre l'Ebit sottostante è sceso a 2,3 miliardi di euro (3,6 miliardi di euro), a causa del calo dei prezzi dell'energia. Nel 2024, il prezzo medio del sistema nel Nord Europa è sceso di 21 Euro/MWh, arrivando a 36 euro/MWh, mentre il prezzo medio spot tedesco (base) è sceso di 15 euro/MWh, arrivando a 80 Euro/MWh nello stesso periodo.
La produzione totale di energia di Statkraft è stata di 66,3 TWh (61,9 TWh) nel 2024. L'aumento del 7 per cento rispetto all'anno precedente è stato principalmente dovuto a nuovi impianti eolici in Brasile e Spagna e all'aumento della generazione delle centrali a gas in Germania. La produzione idroelettrica nei Paesi nordici è stata inferiore di 0,7 TWh rispetto al 2023.
L'Ebit riportato è stato di 2,1 miliardi di euro (4,2 miliardi di euro); gli elementi finanziari netti sono stati di -0,5 miliardi di Euro (-0,1 miliardi di Euro), compresi gli effetti valutari di -0,4 miliardi di Euro, principalmente a causa di un indebolimento della valuta norvegese. L'utile prima delle imposte è stato di 1,8 miliardi di euro nel 2024 (4,5 miliardi di euro), mentre l'utile netto è stato di 0,6 miliardi di euro (2,3 miliardi di euro). Il Consiglio di Amministrazione ha proposto un dividendo di 0,8 miliardi di euro per il 2024.
Teheran, 10 mar. (Adnkronos) - Esercitazioni navali annuali congiunte di Iran, Cina e Russia al via oggi nel Golfo di Oman. Le manovre nome in codice 'Security Belt-2025' si svolgono al largo del porto iraniano di Chabahar e sono le quinte esercitazioni congiunte condotta da Teheran, Pechino e Mosca dal 2019, a dimostrazione dei loro stretti legami militari.
Interrogato sulle manovre, Donald Trump ha detto di non essere "affatto" preoccupato per la dimostrazione di forza da parte dei tre avversari degli Stati Uniti. "Siamo più forti di tutti loro. Abbiamo più potere di tutti loro", ha detto a Fox News .
A Washington in realtà sono aumentate le preoccupazioni circa l’emergente partenariato strategico tra Cina, Russia, Iran e Corea del Nord, che i legislatori statunitensi hanno descritto come un “asse dell’autoritarismo”, “asse degli autocrati” e “asse dei dittatori”. Il timore è che un'animosità condivisa verso gli Stati Uniti stia spingendo sempre più questi paesi a collaborare, amplificando la minaccia che ciascuno di loro, da solo, rappresenta per Washington o i suoi alleati, non solo in una regione, ma forse in più parti del mondo contemporaneamente.
Roma, 10 mar. (Adnkronos) - Si è conclusa con successo la partecipazione di Agn Energia a Key - The Energy Transition Expo 2025, l’evento di riferimento per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, tenutosi a Rimini dal 5 al 7 marzo. Con oltre 65 anni di esperienza nel settore energetico, Agn Energia ha portato alla fiera una visione della transizione energetica che coniuga innovazione e continuità, promuovendo un’integrazione equilibrata tra fonti tradizionali e rinnovabili, in un’ottica di neutralità tecnologica.
Lo stand Agn Energia si è trasformato in un vero e proprio hub di incontro e confronto per installatori, venditori e professionisti del settore. Con una struttura aperta, dotata di sale riunioni, schermi digitali e speciali biciclette per accumulare energia, lo spazio espositivo ha offerto ai visitatori un’esperienza interattiva tra informazione, networking e innovazione.
Agn Energia ha posto il fotovoltaico al centro della propria partecipazione, senza dimenticare il proprio ruolo storico nel settore dell’energia. Attiva nel Gpl dal 1958, l’azienda promuove un mix energetico bilanciato, per accompagnare famiglie e imprese verso una transizione sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico.
“Key 2025 è stata per noi molto più di una fiera - dichiara Alessandro Sugo, direttore della divisione Energy&Efficiency di Agn Energia - Abbiamo creato uno spazio di dialogo e collaborazione, in cui il nostro knowhow, maturato con oltre 5.000 impianti fotovoltaici installati, si è incontrato con l’entusiasmo di chi condivide il nostro impegno per un modello energetico sempre più orientato alla sostenibilità. Abbiamo riscontrato grande interesse non solo per le soluzioni Imagn di cui il fotovoltaico fa parte, ma anche per il nostro approccio alla transizione energetica: un percorso di innovazione che valorizza la complementarità tra le diverse fonti disponibili e mette al centro le esigenze di famiglie, aziende e comunità”.
L’esperienza a Key 2025 ha confermato l’importanza di un modello basato sulla collaborazione, la formazione continua e l’innovazione. “Guardiamo al futuro con ottimismo - conclude Sugo - forti del risultato raggiunto nel 2024 con mille impianti fotovoltaici installati. La partecipazione e l’interesse riscontrati a Key 2025 ci confermano che siamo sulla strada giusta. Continueremo a investire in ricerca e sviluppo, a rafforzare le sinergie con i nostri partner e a promuovere una filiera energetica sempre più consapevole del suo ruolo nella transizione”.
Roma, 10 mar. (Adnkronos) - Si è conclusa con successo la partecipazione di Agn Energia a Key - The Energy Transition Expo 2025, l’evento di riferimento per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, tenutosi a Rimini dal 5 al 7 marzo. Con oltre 65 anni di esperienza nel settore energetico, Agn Energia ha portato alla fiera una visione della transizione energetica che coniuga innovazione e continuità, promuovendo un’integrazione equilibrata tra fonti tradizionali e rinnovabili, in un’ottica di neutralità tecnologica.
Lo stand Agn Energia si è trasformato in un vero e proprio hub di incontro e confronto per installatori, venditori e professionisti del settore. Con una struttura aperta, dotata di sale riunioni, schermi digitali e speciali biciclette per accumulare energia, lo spazio espositivo ha offerto ai visitatori un’esperienza interattiva tra informazione, networking e innovazione.
Agn Energia ha posto il fotovoltaico al centro della propria partecipazione, senza dimenticare il proprio ruolo storico nel settore dell’energia. Attiva nel Gpl dal 1958, l’azienda promuove un mix energetico bilanciato, per accompagnare famiglie e imprese verso una transizione sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico.
“Key 2025 è stata per noi molto più di una fiera - dichiara Alessandro Sugo, direttore della divisione Energy&Efficiency di Agn Energia - Abbiamo creato uno spazio di dialogo e collaborazione, in cui il nostro knowhow, maturato con oltre 5.000 impianti fotovoltaici installati, si è incontrato con l’entusiasmo di chi condivide il nostro impegno per un modello energetico sempre più orientato alla sostenibilità. Abbiamo riscontrato grande interesse non solo per le soluzioni Imagn di cui il fotovoltaico fa parte, ma anche per il nostro approccio alla transizione energetica: un percorso di innovazione che valorizza la complementarità tra le diverse fonti disponibili e mette al centro le esigenze di famiglie, aziende e comunità”.
L’esperienza a Key 2025 ha confermato l’importanza di un modello basato sulla collaborazione, la formazione continua e l’innovazione. “Guardiamo al futuro con ottimismo - conclude Sugo - forti del risultato raggiunto nel 2024 con mille impianti fotovoltaici installati. La partecipazione e l’interesse riscontrati a Key 2025 ci confermano che siamo sulla strada giusta. Continueremo a investire in ricerca e sviluppo, a rafforzare le sinergie con i nostri partner e a promuovere una filiera energetica sempre più consapevole del suo ruolo nella transizione”.
Teheran, 10 mar. (Adnkronos/Afp) - Il ministero degli Esteri iraniano ha affermato che "nulla giustifica" le violenze contro le minoranze in Siria, compresi gli Alauiti, ai quali appartiene il deposto presidente Bashar al-Assad, alleato di lunga data di Teheran. "Niente giustifica gli attacchi contro alcune comunità alauite, cristiane, druse e altre minoranze, che hanno profondamente scioccato l'opinione pubblica sia nella regione che a livello internazionale", ha affermato il portavoce del ministro, Esmaïl Baghaï, durante una conferenza stampa.
Palermo, 10 mar. (Adnkronos) - Incidente mortale sulla Catania-Siracusa, in direzione della statale 114, al km 3,500, a Catania. La carreggiata è chiusa al traffico. Nell’impatto sono state coinvolte tre autovetture e due mezzi pesanti. Sul posto sono intervenute le squadre Anas e delle Forze dell’Ordine per la gestione della viabilità, al fine di consentire il ripristino della normale viabilità nel più breve tempo possibile.
Tel Aviv, 10 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha reso noto che due palestinesi della città di Nablus, in Cisgiordania, sono stati arrestati perché sospettati di aver ricevuto fondi da Hamas per finanziare attività terroristiche Gli arresti sono stati effettuati il mese scorso grazie alla collaborazione con lo Shin Bert, hanno aggiunto le forze dell'ordine.