Andrea Ranocchia non ne può più di giocare a calcio. “Ho capito che dentro di me si è spento un interruttore“: con queste parole in un video sui social il difensore ha annunciato il ritiro, dopo la risoluzione del contratto con il Monza. “Visto che la società mi ha dato grande fiducia, ho ritenuto giusto non prendere in giro nessuno”, ha spiegato.
“L’ultimo anno e mezzo a livello personale non è stato facilissimo, e la passione per questo gioco piano piano è venuta meno, già quando ero all’Inter“, ha confessato Ranocchia. “Abbiamo deciso di separarci, volevo trovare nuovi stimoli. Ho avuto la fortuna che il Monza mi ha offerto questa nuova opportunità, mi hanno offerto un ottimo contratto e la possibilità di rimettermi in gioco”, ha proseguito. “Ma le sensazioni non sono migliorate. Ho capito che dentro di me si era spento un interruttore, sentivo che non c’era niente dentro di me e ho iniziato a farmi tante domande”, ha sottolineato il difensore.
A complicare definitivamente la situazione è arrivato il grave infortunio al perone: “Poi c’è stato questo brutto infortunio a Napoli e mi avrebbe tenuto fuori dal campo per mesi. Visto che la società mi ha dato grande fiducia, ho ritenuto giusto non prendere in giro nessuno”, ha continuato Ranocchia. “Con Galliani ci siamo lasciati da amici e con grande rispetto, è stato un signore e ha capito. Adesso mi prendo un po’ di tempo per rimettere in sesto tutte queste emozioni che mi sono arrivate in questi mesi e fare dei pensieri per il futuro. Non credo che tornerò a giocare a calcio, non è nei miei pensieri e non è quello che voglio“, ha concluso.
Ranocchia ha avuto una carriera legata ai colori nerazzurri, che però non è andata come molti immaginavano quando arrivò all’Inter nel 2011. L’esplosione era avvenuta a Bari: vittoria del campionato di Serie B nel 2008/09, poi il primo anno in A in coppia con Leonardo Bonucci. In nerazzurro Ranocchia diventerà anche capitano, senza tuttavia mai esplodere. Dopo la vittoria della Coppa Italia nel 2011, un decennio di digiuno, fino ai trionfi ormai da riserva nelle ultime due stagioni: scudetto, Supercoppa e un’altra Coppa Italia.