L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) ha aperto all’introduzione di “un nuovo tipo di meccanismo di blocco delle negoziazioni” sui mercati dei derivati su commodity e in particolare quelli dell’energia con l’obiettivo di limitare l’eccesso di volatilità. La Commissione Ue a inizio settembre aveva chiesto all’authority di svolgere un’analisi sul funzionamento del mercato olandese Ttf, che non è soggetto a vigilanza e su cui negli ultimi mesi si sono registrati prezzi fuori controllo. “In generale, vogliamo sottolineare che l’andamento dei mercati finanziari sembra essere stato determinato in larga misura dalla situazione geopolitica e dai relativi movimenti del mercato spot”, scrive la presidente Verena Ross nella lettera indirizzata al direttore generale della Commissione Ue per la Stabilità finanziaria e l’unione dei mercati dei capitali John Berrigan. “Tenendo alla mente questo, sarà importante valutare attentamente qualsiasi misura di policy per evitare di trasferire il rischio dal settore energetico a quello finanziario“.

“Mercati dei derivati su merci aperti e ben funzionanti svolgono un ruolo essenziale per i prezzi scoperti”, si legge nella lettera. “A causa del recente periodo di stress estremo, riteniamo tuttavia che le misure di contenimento della volatilità eccessiva possano essere utili per migliorare il funzionamento complessivo di questi mercati. Il quadro normativo della MiFID II prevede già una serie di meccanismi anti volatilità. Tuttavia, nelle circostanze estreme che i mercati dei derivati su commodity (e in particolare i mercati dell’energia) hanno sperimentato negli ultimi mesi sembrerebbe utile considerare l’implementazione, su base temporanea e solo per i mercati dell’energia, di un nuovo tipo di meccanismo di blocco delle negoziazioni”. Che “favorirebbe un processo di determinazione dei prezzi più ordinato durante scenari di estremi stress di mercato”.

Quanto al problema dell’aumento dei collaterali e dei margini richiesti per operare su questi mercati, l’Esma “sta valutando le più ampie implicazioni dei recenti sviluppi sui mercati delle commodity e dell’energia per la gestione del rischio di controparte e se gli attuali requisiti sono adatti alle specificità di questi mercati”.

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