Centotrenta titoli suddivisi in sette sezioni, ventotto sale di Roma coinvolte, due sezioni d’incontri col pubblico e svariati eventi per un budget di circa 6,6 milioni di euro, ovvero quasi un milione oltre a quello stanziato per la Festa del Cinema di Roma 2021. Un evento quello della 17ma Festa del Cinema di Roma che, pur restando “Festa” è diventato “più festival”, grazie alla reintroduzione di un concorso ufficiale dopo che la direzione Monda l’aveva eliminato. “In questi cinque mesi dal nostro stanziamento abbiamo tentato una ricollocazione nel circuito dei festival per una riconoscibilità su base internazionale”, ha sottolineato il presidente della Fondazione Cinema per Roma – che organizza l’evento – Gian Luca Farinelli.
Col nuovo logo già licenziato (in cui compare la lupa, simbolo della Capitale a marcare il territorio ancor più fortemente..), il principale evento cinematografico romano si è presentato oggi alla stampa e alle istituzioni locali (presente anche il sindaco Gualtieri) con la garbata rivoluzione di forme e contenuti coerente alle personalità di chi ne è alla guida. Gian Luca Farinelli e la direttrice artistica Paola Malanga, infatti, hanno illustrato quanto succederà dal 13 al 23 ottobre nell’Urbe “cinematografica” a partire dal suo consueto centro propulsivo, l’Auditorium Parco della Musica.
Applauditissimo annuncio è stato il Premio alla Carriera al 94enne James Ivory che parteciperà alla Festa, presentando anche il suo nuovo film, il doc “A Cooler Climate” accompagnato da una retrospettiva-omaggio di 4 film. La sua presenza è prevista all’inaugurazione del 13 ottobre accanto alla premiere mondiale de Il colibrì di Francesca Archibugi (tratto dall’omonimo bestseller premio Strega di Sandro Veronesi), e a un omaggio di Gian Luigi Toccafondo a Luciano Pavarotti.
E se il concorso internazionale “Progressive Cinema – Visioni per il mondo di domani” sarà composto da 16 titoli tra opere prime e seconde di autori sconosciuti o poco noti al pubblico “ma per questo meritevoli di essere visti e apprezzati come lo furono a loro tempo gli esordi dei grandi registi contemporanei” – sollecita Malanga – parecchio conosciuti sono alcuni nomi presenti nelle altre nuove sezioni, da Grand Public a Freestyle, da Proiezioni speciali a Best of 2022 fino alla sezione dedicata alla Storia del Cinema. In ordine sparso si vedranno la spy story Amsterdam di David O. Russell con supercast che va da Christian Bale a Margot Robbie passando per Robert DeNiro, la nuova serie (e attesa) siglata da Francesca Comencini, Django – La serie, Astolfo di e con Gianni Di Gregorio, l’atteso The Lost King di Stephen Frears, il western Butcher’s Crossing con Nicolas Cage, L’ombra di Caravaggio di Michele Placido con Riccardo Scamarcio e Louis Garrel, Rapiniamo il duce di Renato De Maria con Pietro Castellitto, The Menu di Mark Mylod con Ralph Fiennes, ed anche i nuovi film di Roberto Andò – La stranezza – con Toni Servillo e Ficarra & Picone, di Fatih Akin – Rheingold – e di Gianni Zanasi – War – La guerra desiderata – con Edoardo Leo che è anche protagonista di Era ora di Alessandro Aronadio.
E poi omaggi a Dario Fo, a Pio La Torre (firmato da Walter Veltroni), a Umberto Eco (firmato da Davide Ferrario), alla compianta da poco scomparsa Regina Elisabetta con Ritratto di Regina del fotografo Fabrizio Ferri sull’omonimo libro di Paola Calvetti. “Fili rossi rintracciati post selezione sono certamente la restrizione pandemica, ma anche gli inizi della guerra in Ucraina, il riemergere delle autobiografie, il ritorno ai generi specie al Western e all’amatissima romantic comedy, la presenza femminile non pre-ordinata, e tanto cinema italiano plurale” annuncia Malanga a cui fa eco Farinelli – cui ovviamente si devono i non pochi restauri in programma essendo lui anche il direttore della Cineteca di Bologna, leader mondiale del cine-restauro – che sostiene “l’ottimo momento del cinema italiano finalmente diversificato e polifonico”.