Cronaca

Ucraina, l’appello a Mattarella e Draghi: “Ai profughi ospitati nelle strutture italiane lo Stato dà solo 2,5 euro al giorno”

Per chi è ospitato da privati la situazione non è migliore: il contributo di 300 euro al mese non è più disponibile. Mancano poi le attrezzature base per l'igiene dei più piccoli e il materiale scolastico. Un gruppo di associazioni venete chiede un intervento perché donne, ragazzi e bambini possano avere "la serenità che è venuta a mancare nel nostro Paese"

Appena 2,5 euro al giorno a persona con un tetto massimo di 7,5 a famiglia. E’ il pocket money fornito attualmente dallo Stato italiano ai profughi ucraini fuggiti dalla guerra e ospitati in strutture nel nostro Paese. In una lettera indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al premier Mario Draghi diverse associazioni che si sono unite sotto la ‘bandiera’ di Noi Migranti, realtà di cui fanno parte gruppi impegnati nell’accoglienza della Venezia Orientale, ringraziano il governo per il sostegno dato in seguito all’invasione del Paese da parte dell’esercito di Vladimir Putin, ma allo stesso tempo denunciano le estreme difficoltà economiche nelle quali sono costrette centinaia di famiglie fuggite dal conflitto.

“Conoscendo la vostra sensibilità e attenzione sulla condizione dei profughi d’Ucraina – si legge nella missiva firmata dai rappresentanti di diverse associazioni – vogliamo esprimervi la nostra preoccupazione sulle loro condizioni di permanenza in Italia”. Nella lettera si legge come anche i profughi ospitati da famiglie o comunità abbiano significative difficoltà economiche: non possono più contare sui 300 euro al mese per ogni adulto e 150 euro a minore che i privati ricevevano dalla protezione civile. Le disposizioni, spiegano gli stessi autori della lettera, prevedevano infatti che il contributo dello stato ai privati durasse solo tre mesi.

La missiva porta all’attenzione del presidente Mattarella anche l’inadeguatezza delle attrezzature presenti nei centri di accoglienza: mancano gli alimenti, i prodotti per l’igiene dei più piccoli e il materiale necessario perché i bambini possano andare a scuola.

Ricordando “i sentimenti di vicinanza e solidarietà” dimostrati dall’Italia verso i profughi ucraini, le associazioni chiedono che venga posto rimedio alla mancanza di fondi e attrezzatura per i propri connazionali, affinché “donne, ragazzi e bambini possano rimanere in Italia con un po’ di quella serenità che è venuta a mancare nel nostro Paese”.