L'ex segretario del Pd risponde di un presunto danno erariale da 11,7 milioni: "Difese la procedura quando doveva denunciare. La sorella Angela e la Comunità Ebraica inviarono proposte a nome suo". Il procedimento avviato dopo le inchieste de Ilfattoquotidiano.it
Nicola Zingaretti “era solito ingerirsi negli acquisti di mascherine“, proprio quando il decreto del Governo Conte-2 “aveva ridotto sensibilmente la responsabilità dei funzionari pubblici per i contratti di acquisto” lasciandola “solo nel caso che fosse “accertato il dolo del funzionario”. E’ quanto si legge nelle 35 pagine dell’invito a dedurre – il corrispettivo contabile dell’atto penale di conclusione di indagini preliminari – che la Corte dei Conti ha inviato al presidente della Regione Lazio (all’epoca dei fatti anche segretario nazionale del Pd) e al capo della protezione civile del Lazio, Carmelo Tulumello, contestando loro un danno erariale di 11.776.662 euro per l’acquisto (con parziale pagamento in anticipo) di 9,5 milioni di mascherine tra marzo e aprile 2020 – nel pieno dell’emergenza Covid – dispositivi mai arrivati. L’affidamento in quel caso fu affidato alla Ecotech srl, piccola società di prodotti elettrici con capitale sociale di appena 10mila euro. L’inchiesta, come riportano i magistrati contabili nell’incipit dell’invito a dedurre, è stata avviata in seguito all’inchiesta giornalistica condotta da Ilfattoquotidiano.it.
IL RUOLO DI ZINGARETTI
“Emerge che il Presidente della Regione – si legge nel documento – ha effettuato diverse ingerenze nel procacciamento delle mascherine”. Risulta, ad esempio, che “la sorella dello Zingaretti (Angela, ndr), pur non essendo dipendente della Regione Lazio e priva di qualsiasi ruolo ufficiale, svolgeva un ruolo attivo di canalizzazione di possibili fornitori di mascherine, facendo così intendere un coinvolgimento talmente diretto del Presidente della Regione nella gestione delle forniture di mascherine da arrivare a ricomprendere anche i suoi familiari“. Un altro episodio citato nelle carte, riguarda “l’email del 20 marzo 2020, il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, nell’inviare un’email alla Regione Lazio, con allegati contratti di fornitura di mascherine esordisce”. Nell’email Pacifici scriveva: “Come da richiesta di Nicola Zingaretti, mi sono attivato per far fronte alle richieste di aiuto della Regione Lazio”.
LA DIFESA DEL GOVERNATORE
Non solo. Secondo la Corte dei Conti, quando tra fine aprile e maggio 2020 era ormai chiaro che la Regione non avrebbe mai ricevuto le mascherine in tempo utile, Zingaretti ha difeso a spada tratta l’operato dei proprio uffici e l’assegnazione della fornitura: “In data 27 marzo 2020 – si legge – la Regione aveva a tal punto piena coscienza del totale inadempimento nella fornitura da parte di Ecotech srl, da aver definito il comportamento della srl affidataria ‘inaffidabile’ e ‘in spregio alle più elementari regole di buona fede e ordinaria diligenza dell’obbligato”. Non solo. “Sorprendentemente – proseguono i pm contabili – (…) la Regione Lazio, non promuoveva alcuna tempestiva azione cautelare per il recupero delle somme con ogni evidenza sottratte alla loro destinazione di acquisto di materiale sanitario”. Inoltre “i vertici della Regione Lazio decidevano con piena consapevolezza e rivendicandolo pubblicamente (…) di stipulare nuovi atti con la Ecotech srl, attribuendosi ‘il merito’ come visto di non procedere al recupero dei 14,68 milioni di euro versati, nonostante tutti gli straordinari elementi di pericolo e inaffidabilità sopra elencati”. Insomma, “a fronte dell’evidente necessità di procedere con una denuncia penale, la condotta della Regione Lazio è stata tardiva”.
LE POLIZZE FIDEIUSSORIE “ILLEGITTIME”
Come raccontato all’epoca sempre da Ilfattoquotidiano.it, erano illegittime anche le polizze fideiussorie presentate dalla Ecotech alla Regione a garanzia dell’importo anticipato. Ricorda la Corte dei Conti: “Si è trattato di due garanzie fideiussorie, rispettivamente di 10.000.000 euro e 4.000.000,00 euro, rilasciate dalla Seguros Dhi-Atlas Ltd con sede a Londra (…) L’amministrazione regionale, però, ha omesso sia di richiedere, nell’immediato, il rilascio del cd. Atto di fideiussione per l’anticipazione’ tra la società garante (…) e la contraente Ecotech, sia di controllare tempestivamente la regolarità delle polizze”. Dunque “la Regione Lazio si attivava con estrema lentezza per verificare la natura del soggetto garante, chiedendo all’Ivass chiarimenti circa la correttezza e idoneità della garanzia fideiussoria soltanto in data 23 aprile 2020, dopo che risultava palese l’inadempimento anche degli accordi novativi che prevedevano una consegna dei materiali a partire dal 17 aprile 2020“. Emergeva così che la “polizza fideiussoria era stata rilasciata da un soggetto assolutamente inidoneo non solo a rilasciare la garanzia, ma anche a svolgere qualsiasi attività assicurativa in Italia”.
LE PRESUNTE RESPONSABILITA’ SUL DANNO
Scrive quindi la Corte dei Conti: “L’omessa fornitura di mascherine appariva subito come una condotta fraudolenta ai danni dell’erario (…) I tre affidamenti erano, quindi, tutt’e tre caratterizzati dalla condizione essenziale di una consegna della merce nel giro di pochissimi giorni, come si evince dagli atti che qualificano come essenziali i termini previsti”. Dunque “la situazione di pericolo per le risorse regionali era di tale evidenza da provocare interrogazioni consiliari sull’argomento che chiedevano, tra l’altro, di denunciare l’accaduto all’autorità giudiziaria e di promuovere il recupero delle somme“. Eppure “invece di denunciare quanto accaduto e attivarsi per il recupero con una tempestiva azione cautelare, come un sequestro sui conti bancari ancora gravidi di parte dei milioni di euro dell’erario, l’amministrazione regionale si assumeva la responsabilità di intavolare una illogica e infruttuosa interlocuzione con la Ecotech srl sulla base di elementi improbabili e falsi”. Nelle prossime settimane Zingaretti e Tulumello verranno convocati dalla Corte dei Conti per le controdeduzioni del caso, alle quali stanno lavorano i loro avvocati.