FdI è la prima forza del Paese. Seguono i dem di Letta, che però fanno quasi gli stessi numeri del 2018. Bene i 5 stelle di Conte, che sono il primo partito al Sud. Solo quarto il Carroccio di Salvini: doppiato da Meloni in Veneto e tallonato da Berlusconi, che arriva all'8% e resta davanti al duo Calenda-Renzi. L'alleanza Verdi/Sinistra sopra il 3%. Centrodestra al 44 percento, centrosinistra al 26. Fuori dal Parlamento Di Maio, Unione popolare e Italexit
Fratelli d’Italia è il primo partito del Paese con il 26 percento dei voti. È chiaro il successo di Giorgia Meloni, predominante anche nella coalizione di centrodestra. Il secondo partito è il Pd, che però si ferma sotto quota 20 punti. I 5 stelle si piazzano terzi, con una cifra che oscilla intorno al 15 percento, mentre la Lega crolla sotto la soglia del nove percento. Il partito di Matteo Salvini è tallonato da una rediviva Forza Italia, che arriva all’8 percento e ha ancora più voti della lista di Carlo Calenda e Matteo Renzi: Azione-Italia Viva, infatti, supera il 7. L’alleanza Verdi/Sinistra arriva oltre la soglia del tre percento, mentre + Europa la sfiora. Fuori dai giochi Impegno civico di Luigi Di Maio, lontano dall’1%. Per un decimo percentuale non supera la soglia nemmeno Noi Moderati. Lontani dallo sbarramento del 3% sia Unione popolare di Luigi De Magistris che Italexit, che restano fuori dal Parlamento.
È questo l’ordine d’arrivo alle elezioni politiche del 2022: cifre che indicano chiaramente come alla fine il trend abbia rispettato le previsioni della vigilia. Con qualche piccola sorpresa, maturata dopo le prime proiezioni: la debacle della Lega da una parte e la caduta del Pd dall’altra, coi 5 stelle che arrivano alla quota del 15 percento e sfiorano i risultati delle Europee 2019. Di sicuro c’è che – come era atteso – queste elezioni le ha vinte il centrodestra con il 44% dei consensi, mentre la coalizione di centrosinistra si ferma al 26%, gli stessi voti che Fdi ha preso da solo. Tradotto in seggi vuol dire una netta maggioranza sia alla Camera che al Senato per la coalizione guidata da Giorgia Meloni, mentre alla fine quella di Enrico Letta ottiene solo un collegio uninominale in più dei 5 stelle, che al Sud vanno fortissimi e sono spesso la prima forza.
I dati reali a spoglio in corso – Al Senato, Fratelli d’Italia ottiene il 26,38% dei voti, seguito dal Pd al 19,17% e dai 5 stelle al 15,14. La Lega è all’9%, con Forza Italia all’8,24%, mezzo punto sopra Azione-Italia viva al 7,67%. L’alleanza Verdi Sinistra è al 3,57, mentre +Europa sfiora i tre punti (2,96). Sotto l’uno Noi Moderati (ha lo 0,9) e Impegno civico (0,55). Il centrodestra dunque arriva al 44,53% mentre il centrosinistra si ferma al 26,25. Fuori dal Parlamento restano Italexit (1,88%) e Unione popolare (1,33). Cifre molto simili alla Camera: Fratelli d’Italia è 26,4%, seguito dal Pd al 19,3% e dai 5 stelle al 14,9. La Lega è all’8,96%, con Forza Italia all’8%, mentre Azione-Italia viva è al 7,7. L’alleanza Verdi Sinistra è al 3,7 mentre +Europa è sempre al 2,9, a un passo dalla soglia. Sempre sotto l’1 Noi Moderati (ha lo 0,9) e Impegno civico (0,5). A Montecitorio, quindi, il centrodestra arriva al momento al 44,34%, col centrosinistra sempre al 26,43.
Il predominio di FdI nel centrodestra anche al Nord – Il partito di Giorgia Meloni vince nettamente la sfida interna con gli alleati del centrodestra, in questo caso anche oltre le previsioni della vigilia. Non tanto nei confronti di Forza Italia, che riesce anzi a reggere, quanto su Matteo Salvini. Oltre al risultato nazionale, anche nelle Regioni del Nord tradizionalmente vicine al Carroccio ha sbancato Fratelli d’Italia: in Veneto, ad esempio, FdI ha guadagnato oltre il 3o% dei consensi, doppiando la Lega che si è fermata sotto il 15. Anche in Lombardia, dove il centrodestra supera il 50%, oltre la metà dei voti di coalizione (il 27%) li ha presi Meloni. Una dinamica ancora più marcata in Friuli Venezia Giulia, dove FdI ha preso oltre il 30% e lasciato la Lega attorno all’11 percento.
Il M5s sfonda al Sud, dove è primo partito – Il movimento di Giuseppe Conte può sorridere non solo per il buon risultato complessivo, ma anche per l’exploit al Sud. In tutte le Regioni meridionali e in Sicilia il M5s è addirittura il primo partito. Il risultato migliore in Campania, dove con il 35% è davanti a tutta la coalizione di centrodestra che assieme raccoglie il 33%. Il Pd con i suoi alleati si ferma invece al 22. Anche in Puglia i Cinquestelle arrivano intorno al 28% e battono nettamente anche Meloni. Altro risultato netto in Calabria, dove supera il 29 percento. In queste Regioni, così come in Molise e Basilicata, il M5s fa sempre meglio di tutta la coalizione di centrosinistra unita. Non fa eccezione nemmeno la Sicilia, dove i Cinquestelle arrivano al 27% e sono nettamente primi (FdI seconda forza), ma soprattutto restano oltre 10 punti percentuali sopra Letta e i suoi alleati, che raccolgono appena il 16%.
I risultati nelle Regioni – Alla Camera Fratelli d’Italia è il partito più votato nella metà delle regioni del Paese, in particolare al Nord, mentre al Sud e nelle Isole quello con più preferenze è Movimento Cinque Stelle, con il Partito democratico avanti nel centro Italia solo in Emilia Romagna e in Toscana. Nello specifico, alla Camera FdI è il primo partito in undici regioni (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto e Sardegna) mentre in altre sei (Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia e Sicilia) il primato di voti va al M5s e in altre due al Pd (Emilia Romagna e Toscana). Infine in Valle d’Aosta all’Autonomie Progrès Fédéralisme. In tutte le regioni, laddove non è il primo partito, Fratelli d’Italia si piazza comunque al secondo posto: fa eccezione solo la Campania, con M5s primo partito e il Pd secondo.