Era candidato nella listino del plurinominale per la Camera in Umbria in seconda posizione, ma non è bastato per essere eletto. Il flop della Lega lascia Simone Pillon fuori dal Parlamento. A comunicarlo è lo stesso senatore uscente del Carroccio, noto per le sue posizioni ultra-cattoliche e conservatrice, che sul suo profilo Twitter festeggia il risultato del centrodestra e dichiara di rimanere a “disposizione” della Lega e della coalizione. Continuerà, scrive, “a difendere la vita, la famiglia e i valori cristiani dove e come Dio vorrà”.

Pillon in passato è stato spesso al centro di controversie a causa delle sue dichiarazioni omofobe e della sua decisa battaglia contro il Ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia bloccata in Senato a marzo 2021. Fondatore e assiduo partecipante dei Family Day, l’ex senatore ha espresso più volte le sue credenze riguardo alla cosiddetta “teoria del gender” e all’esistenza della “lobby gay“. Famose anche le dichiarazioni contro una scuola di Mocasina, in provincia di Brescia, tacciata di insegnare la stregoneria ai bambini perché aveva inserito nel piano di studi una raccolta di fiabe e racconti da tutto il mondo. Oltre che per la battaglia contro le unioni civili e per il fallito Ddl che prendeva il suo nome – in cui proponeva di riformare le leggi su separazione, divorzio e affido condiviso dei minori -, Pillon è famoso anche per la sua attività di censore delle fontane delle piazze italiane: a Vergato, comune nell’Appennino bolognese, si scagliò contro un’opera d’arte dedicata al fiume Reno e scolpita dall’artista Luigi Ontani, poiché ha “tratti satanisti“.

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