La neo eletta al Senato ha debuttato in politica nel 1997, come consigliera municipale a Roma per Alleanza Nazionale. Ha sempre avuto rapporti stretti con il mondo cattolico e conservatore: nel 2009 è stata tra le promotrici della Marcia della vita nella capitale e ha difeso le posizioni di Pro Vita e Famiglia contro l'aborto, la "teoria gender" e le adozioni da parte di coppie omosessuali
Tra Emma Bonino e Carlo Calenda ha avuto la meglio Lavinia Mennuni, candidata di Fratelli d’Italia per il centrodestra, che si è aggiudicata il collegio uninominale al senato Roma centro. “Una vittoria costruita sui valori che da sempre porto avanti grazie a programmi chiari”, commenta la neo eletta. Ma quali sono i suoi valori? Gli stessi che sono cari alla galassia pro life, almeno da quanto si apprende da alcune dichiarazioni rilasciate poco prima delle elezioni a Pro Vita e Famiglia. “Noi siamo per la tutela della vita dal concepimento alla morte naturale”, ha spiegato. Posizioni opposte a quelle dell’avversaria Bonino, che dalla legge 194 è una delle promotrici, così come della campagna per difenderla prima del referendum del 1981.
Al Senato Mennuni porterà quindi avanti la sua agenda, che in linea con Fratelli d’Italia non prevede l’estensione dei diritti delle famiglie omosessuali: “Noi riteniamo la famiglia sia quella formata da una mamma e da un papà. Questo è ciò che consente uno sviluppo sereno del bambino”, ha dichiarato a Pro Vita il 9 settembre 2022. La donna, nata nel Regno Unito, a Southampton, nel 1976, si è anche scagliata contro la “teoria gender“, cavallo di battaglia della destra ultraconservatrice: “Non ho mai condiviso il fatto che, come accaduto più volte in amministrazioni comunali come Roma, a bambini, spesso molto piccoli si debbano inculcare messaggi molto difficili da comprendere a quell’età”, ha risposto nella stessa intervista a Pro Vita.
Posizioni opposte quindi anche all’altro avversario, Carlo Calenda, che nel programma di Azione sostiene la necessità di una legge contro l’omotransfobia: Mennuni ha vinto la sfida all’uninominale anche puntando su questi temi. L’esponente di Fratelli d’Italia è attualmente consigliera comunale a Roma, di professione avvocato e madre di tre figli. Per la prima volta in politica è entrata nel 1997, come consigliera municipale per Alleanza Nazionale.
Nel 2008 debutta nell’amministrazione della Capitale, come delegata del sindaco per i rapporti con il mondo cattolico, per le pari opportunità, e di presidente della commissione Patrimonio di Roma Capitale. Nel 2009 è stata tra le promotrici della Marcia della vita a Roma. Proprio dall’aula del consiglio comunale Mennuni è stata allontanata nel marzo 2022, quando in occasione dell’8 marzo aveva imbracciato uno striscione con scritto “Potere alle donne. Facciamole nascere”: il riferimento è all’aborto, che Pro Vita indica come la principale causa di femminicidio in tutto il mondo.