“La guerra ingiustificata di aggressione sull’Ucraina continua a gettare un’ombra sull’Europa. Le conseguenze economiche hanno continuato a dispiegarsi”. “Le prospettive si stanno facendo più fosche. L’inflazione rimane troppo alta ed è probabile resterà sopra i nostro target per un periodo esteso di tempo“. Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde intervenendo al Parlamento europeo rimarcando che il 2023 “sarà sicuramente un anno difficile, di cui molto probabilmente il primo trimestre sarà negativo poiché riteniamo che anche il quarto trimestre del 2022 sarà negativo”.
“Il deprezzamento dell’euro ha contribuito ad amplificare le pressioni inflazionistiche”, ha aggiunto la presidente. “Allo stato attuale, prevediamo di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nei prossimi incontri per smorzare la domanda e prevenire il rischio di un persistente spostamento al rialzo delle aspettative di inflazione”, ha poi confermato Lagarde. Lo scudo della Bce “non è uno strumento inteso per un paese specifico”, va “dai baltici a Malta, e la Croazia dal primo gennaio. Non ho un paese specifico in mente”, ha spiegato Lagarde rispondendo a una domanda se guardi all’Italia dopo le elezioni per l’utilizzo del ‘Trasmission protecion instrument’ (Tpi). “Non è l’unico strumento” in mano alla Bce, ha anche sottolineato, “abbiamo una varietà di strumenti che abbiamo usato da luglio”.
Stamane l’Ocse ha presentato le sue ultime stime economiche. La crescita dell’economia globale rallenterà dal 3%previsto nel 2022 al 2,2% nel 2023, “ben al di sotto del ritmo previsto prima della guerra” in Ucraina: è quanto si legge nelle Prospettive economiche intermedie dell’Ocse presentate oggi a Parigi. Il dato del 2,2% rappresenta un taglio di 0,6 punti rispetto alle precedenti stime pubblicate dall’Ocse lo scorso giugno. Nel G20, la crescita passerà dal 2,8% del 2022 al 2,2% del 2023 (-0.6% rispetto alle precedenti previsioni). Secondo le stime, l’incremento del Prodotto interno lordo dell’Italia sarà del 3,4% nel 2022 per poi frenare, piuttosto bruscamente, allo 0,4% nel 2023. Il dato dello 0,4% rappresenta un taglio di 0,8 punti rispetto alle precedenti stime, in linea con la riduzione che ha interessato Francia e Spagna. Nell’ intera zona euro il Pil frenerà dal + 3,1% del 2022 allo 0,3% del 2023 (-1,3 punti rispetto a quanto previsto scorso giugno). La crescita italiana rimane quindi, seppure leggermente, al di sopra della media dell’area euro.
La Germania, unica tra i paesi europei, è vista in recessione (- 0,7%) nel 2023 mentre la Gran Bretagna dovrebbe registrare una variazione del Pil nulla. L’economia russa dovrebbe subire quest’anno una contrazione del 5,5% per poi chiudere il 2023 a – 4,5%. Un fattore di particolare rischio enfatizzato nel rapporto è che le riduzioni delle forniture di energia dalla Russia all’Unione Europea si rivelino molto più dirompenti di quanto ipotizzato nelle proiezioni. I livelli di stoccaggio del gas nell’Ue sono stati portati a quasi il 90% della capacità. Ma anche a questo livello, le riserve potrebbe non essere sufficiente per garantire di superare un inverno (con temperature nella media) in tranquillità in assenza di una contestuale riduzione dei consumi. La carenza di gas potrebbe peggiorare significativamente se ulteriori forniture non russe non si concretizzassero come previsto o se la domanda di gas fosse maggiore a causa di un inverno freddo.
L’inflazione italiana è vista al 7,8% nel 2022 per poi diminuire fino al 4,7% del 2023. Nella zona euro l’inflazione dovrebbe passare dall’8,1% di quest’anno al 6,2% del prossimo anno. Per il G20, la stima è di 8,2% per il 2022 e 6,6% per il 2023. Il rapporto Ocse spiega che “L’economia globale ha perso slancio quest’anno. Dopo essersi ripresa con forza dalla pandemia da Covid-19, un ritorno a una situazione economica più normale sembrava prospettarsi prima che la Russia provocasse una guerra di aggressione ingiustificabile e illegale contro l’Ucraina”. Nell’analisi si aggiunge che “gli effetti della guerra e il protrarsi dell’impatto del Covid 19 in alcune parti del mondo hanno intaccato e messo a dura prova la crescita, con ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi, soprattutto energetici e alimentari. Il PIL globale ha ristagnato nel secondo trimestre del 2022 e la produzione è diminuita nelle economie del G20″. Il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann, rispondendo ad una domanda su quale fosse il suo messaggio al prossimo governo italiano si appella all’Italia affinché continui ad essere unita e solidale con i partner europei per far fronte allo shock della guerra in Ucraina. “Attendiamo la formazione del nuovo governo, quando avremo un nuovo governo in Italia saremo felici di lavorare con loro per avere politiche volte ad una vita migliore”, ha dichiarato Cormann, “nel contesto attuale conviene avere una forte solidarietà sul lungo termine in Europa“.
Un poco più pessimistiche le stime dell’agenzia di rating statunitense Standard and Poor’s secondo cui “è imminente un netto rallentamento della crescita dell’eurozona”, con “due o tre trimestri di attività debole o addirittura in calo”, a causa di “un deterioramento senza precedenti delle condizioni di commercio” che “ha spinto l’inflazione a livelli record e la fiducia ai minimi storici”. L’agenzia ha tagliato le previsioni di crescita della zona euro nel 2023 dall’1,9% allo 0,3%, rivedendo però al rialzo dal 2,6% al 3,1% quelle per quest’anno. Per quanto riguarda l’Italia il Pil 2022 è rivisto al 3,4%, dal 3,1% della precedente previsione, mentre nel 2023 viene tagliato dal +2,1% al -0,1%