Edward Snowden non sarà più un rifugiato in Russia. Il presidente Vladimir Putin ha infatti deciso di concedere, firmando un decreto ad hoc, la cittadinanza all’ex dipendente della National security agency che negli anni scorsi aveva svelato i programmi di sorveglianza di massa negli Stati Uniti. La mossa del capo del Cremlino appare una ritorsione nei confronti del governo americano, impegnato più di tutti gli altri nel sostenere militarmente l’Ucraina e nell’imporre sanzioni contro Mosca: in passato, infatti, la Nbc aveva addirittura ipotizzato che, visti i buoni rapporti con l’amministrazione Trump, il capo dello Stato russo avesse in mente di consegnare la ‘talpa’ a Washington. Questo non è mai avvenuto e oggi, addirittura, l’ex Nsa otterrà la cittadinanza. Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Ned Price, ha commentato la notizia limitandosi a dire che “non cambia nulla”, assicurando che la giustizia americana continuerà a perseguirlo per la diffusione di informazioni classificate.
Il suo legale, Anatoly Kucherena, ha comunque chiarito che il suo assistito non sarà soggetto alla coscrizione nell’ambito della mobilitazione parziale decisa dal presidente russo Vladimir Putin. “Esiste una procedura stabilita dalla legislazione della Federazione russa su coloro che sono soggetti a coscrizione in relazione alla mobilitazione parziale – ha spiegato – Poiché Edward non ha prestato servizio nell’esercito russo, non ha pratica ed esperienza nel servizio militare, non è soggetto a coscrizione”. L’avvocato ha poi aggiunto che anche la moglie chiederà la nazionalità russa. Per quanto riguarda la figlia, nata nella Federazione russa, “ha ricevuto la cittadinanza per nascita”.
Accusato dal Dipartimento di Giustizia americano di aver violato l’Espionage act e di furto di proprietà del governo, nel giugno del 2013 Snowden era fuggito in Russia dove, dopo essere rimasto per un mese in un terminal dell’aeroporto di Mosca per essersi presentato con un passaporto invalidato, aveva ottenuto diritto d’asilo.