Fra tre giorni scade l’obbligo della mascherina sui mezzi di trasporto e nelle strutture sanitarie. Quindi dal 1 ottobre potrebbe cessare la disposizione di indossare il dispositivo di protezine individuale su bus, treno, metro e negli ospedali, ambulatori medici e Rsa. Da parte del ministero della Salute non ci sarebbe la volontà di intervenire da qui al 30 settembre prolungando l’obbligo con una nuova ordinanza. Potrebbe invece esserci da parte del dicastero una raccomandazione a indossarla in caso di assembramenti. La questione dell’obbligo della mascherina Ffp2 negli ospedali, ambulatori e Rsa, è quella più delicata e se dovesse esserci una recrudescenza più marcata della curva epidemiologica potrebbe arrivare dopo il 1 ottobre un intervento solo per questa tipologia di luoghi. Oggi i dati mostrando un aumento dei contagi e del tasso di positività.
Sulla questione mascherine però gli scienziati sono perplessi. “Il nuovo governo non sottovaluti la situazione epidemiologica. Guardando tutti i dati raccolti in questi due anni e mezzo, le misure di contenimento – compresa la mascherina – sono state un baluardo eccezionale per ridurre la diffusione del virus. L’epidemia – ha detto all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) – non è finita e lasciar circolare il coronavirus può portare anche a nuove varianti che sono imprevedibili. Per questo credo che l’obbligo delle mascherina sui mezzi di trasporto, in ospedale e nelle Rsa vada confermato”.
“Se aboliamo l’uso delle mascherine con un germe oggi così contagioso – ogni persona ne infetta 19 circa – gli lasciamo via libera, soprattutto negli ambienti ospedalieri dove le persone vanno per essere curate e correrebbero il rischio di infettarsi, per non parlare dei rischi degli operatori sanitari” dice Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica, in merito alla scadenza, il 30 settembre, dell’obbligo di indossare il dispositivo di protezione sui mezzi pubblici e nelle strutture sanitarie. “Mi auguro che ci sia una proroga per l’obbligo in questi ambienti – continua Ricciardi – perché altrimenti l’attuale dinamica di risalita dei contagi, innescata dalla ripartenza delle scuole, diventerà ancora più rapida. Già ci saranno problemi, tra qualche settimana, per l’innalzarsi della curva pandemica in corso”. Un esempio dei rischi è rappresentato dall’esperienza britannica. “Nel Regno Unito, dove sono state abolite tutte le precauzioni – sottolinea l’esperto – oggi hanno 200mila operatori sanitari con il Long Covid e tra i 2 e i 3 milioni di cittadini con strascichi dell’infezione. Il virus, quindi, va contrastato e l’uso delle mascherine in luoghi chiusi ed affollati è uno degli strumenti per farlo. Naturalmente il mezzo principale di contrasto resta la vaccinazione e anche su questo siamo in ritardo. Se non ripristiniamo una strategia di lotta attiva che in qualche modo anticipa il virus, è chiaro che ci esponiamo a problemi, soprattutto tra ottobre e novembre”, conclude evidenziando che “l’uso delle mascherine resta ancora fondamentale”.
In questa fase di andamento epidemico “sì” allo stop dell’uso delle mascherine nei treni e nei mezzi di trasporto pubblico che decade il 30 settembre dice il virologo dell’Università Statale e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco che aggiunge: “Ce lo siamo guadagnato. Siamo in una fase in cui in qualche modo si possono valutare e graduare le prescrizioni. Lo vedo anche sul treno, la gente è ormai stufa delle mascherine. Ce lo siamo guadagnati avendo una buona quota di vaccinati. Ma l’appello per i fragili è sempre attuale, devono fare i richiami”. Ma, aggiunge Pregliasco, “dobbiamo essere pronti, e prepararci a pianificare nuovi scenari. È giusto graduare le misure a seconda dell’intensità” di diffusione del Covid. E, in merito a questo attuale aumento di casi “speriamo sia solo un’onda di risalita e non una nuova ondata“.