Più di un elettore su tre di Fratelli d’Italia alle politiche 2022 nel 2018 aveva votato per la Lega. Un dato che si poteva intuire già sul piano empirico, ma che trova conferma nell’analisi dei flussi elettorali pubblicata dall’istituto di ricerca Ixè. Sui 7.284.000 elettori di FdI, mostra la grafica, il 34%, cioè 2.469.000, aveva scelto il partito di Matteo Salvini quattro anni e mezzo fa, 1.704.000 avevano votato ancora per FdI, 911.000 per Forza Italia, 809.000 per il Movimento 5 stelle. Si è dimostrata scarsa, invece, la capacità di attirare il voto del Pd: sui 5.337.000 elettori della platea, ben 3.976.000 avevano votato dem anche nel 2018, 470.000 il M5s, 427.000 un’altra lista di centrosinistra. Su 4.314.000 elettori M5s, invece, 3.072 hanno confermato il voto e 483 si sono spostati dal centrosinistra.

A guardare i numeri assoluti, il centrodestra non ha praticamente guadagnato voti rispetto a quattro anni fa: ne ha raccolti in totale 12 milioni e 300mila, mentre nel 2018 erano 12 milioni e 150mila. Ne ha addirittura persi più di un milione rispetto alle europee del 2019 (quando ne aveva raccolti 13milioni e 250mila). A rivoluzionarsi, però, è stata la distribuzione dei consensi all’interno della coalizione. Secondo Ixé, il 44,5% degli elettori leghisti del 2018 e il 43,7% di quelli alle europee 2019 si sono spostati verso il partito di Giorgia Meloni, mentre meno di un terzo (rispettivamente il 27,6% e il 24,1%) ha confermato il voto alla Lega e una buona parte (15,9% e 13,1%) si è astenuta. Chi ai due appuntamenti aveva votato Fratelli d’Italia, invece, ha ripetuto la scelta rispettivamente nell’84,1% e nell’83% dei casi. FdI drena anche una buona parte del bottino elettorale di Forza Italia (il 30,1% degli elettori del 2018 e il 21,6% degli elettori del 2019) e una quota di quello del M5s (il 9,7% del 2018 e il 6,9% del 2019), e circa l’8% di astenuti. Considerando l’intera platea degli aventi diritto, però – ci ricorda l’istituto di Roberto Weber – il consenso di Fratelli d’Italia si ferma al 16,6%, dieci punti in meno del 26% ottenuto nelle urne.

Per quanto riguarda l’analisi dei segmenti elettorali, si nota una netta prevalenza del voto maschile per il Pd (che tra gli uomini sale al 21%, tra le donne crolla al 16,9%), mentre chi va meglio tra le donne è il Movimento 5 stelle (14,2% tra gli uomini, 16,8% tra le donne). Azione e Italia viva guadagnano dieci punti sul dato nazionale nella fascia d’età tra 18 e 24 anni (dal 7,8% al 17,6%) mentre il M5s è particolarmente forte nei cluster 25-34 (20,2%) e 35-44 (21,4%), i più colpiti dal precariato. Il boom di Fratelli d’Italia si ha nella fascia 55-64 (31,7%), mentra tra gli over 65 il primo partito è il Pd (26,3%). Suddividendo l’elettorato per condizioni economiche, invece, FdI si conferma primo partito tra le classi dalle condizioni “agiate“, “serene” e “appena accettabili“, mentre crolla al 13,4% tra chi vive in condizioni “inadeguate“, un segmento in cui invece vola il M5s con il 27,2% (e il Pd è fermo ll’8,1%).

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Lombardia, FdI surclassa gli alleati a casa loro: doppiata la Lega, triplicata Forza Italia. Primi anche nelle roccaforti del Carroccio

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