Il dato più evidente che emerge dalle ultime consultazioni elettorali è la incostituzionalità della legge elettorale, la quale conferisce al voto più il valore di una puntata alla lotteria che il valore di un strumento di rappresentanza democratica. Basta pensare che ai collegi maggioritari uninominali anche un solo voto in più degli altri, riportato da una coalizione, comporta la vittoria di chi è riuscito ad averlo, con l’assorbimento dei voti degli altri partiti in lizza, in modo che coloro che abbiano votato questi ultimi restino senza rappresentanza parlamentare.
Ed è da aggiungere che la stessa sorte spetta a coloro che hanno votato partiti che non hanno superato lo sbarramento del 3%. Si tratta di oltre 3 milioni e mezzo di votanti la cui espressione di voto è andata paradossalmente a vantaggio di persone che detti votanti non volevano eleggere.
Né è da trascurare il dato che non si sono recati a votare il 36% degli aventi diritto, più di 18 milioni di persone, per cui coloro che non hanno rappresentanza in Parlamento raggiungono la cifra impressionante di oltre 21 milioni di elettori.
Molto c’è da sperare nel reclamo, da tanti elettori presentato ai presidenti dei seggi, che consentiranno un ricorso alle giunte elettorali di Camera e Senato per far valere l’incostituzionalità della legge in questione.
Appare evidente comunque che gli elettori hanno voluto esprimere un voto di dissenso contro i partiti di governo, e in particolare contro il Pd, che recava come programma l’agenda Draghi, e contro la Lega che ha legato la sua politica a quella del Pd. In altri termini gli elettori, sotto il bombardamento dei media che hanno sottolineato l’impossibilità di cambiare l’attuale sistema economico predatorio neoliberista, si sono orientati verso l’unico partito, Fratelli d’Italia, che, nell’ambito del sistema, è stato all’opposizione, ripetendo quell’ondeggiamento tra destra e sinistra che si è avuto negli ultimi 20 anni.
Sembra che gli elettori siano alla ricerca spasmodica di un nuovo modo di governare e che, in questa situazione, sono portati o ad astenersi dal voto o a votare per i partiti che sono all’opposizione, senza pensare che anche questi sono inseriti platealmente nel sistema economico predatorio neoliberista.
E non si sono accorti che Fratelli d’Italia mira a un sostanziale cambiamento della Costituzione, istituendo il presidenzialismo, e cioè un uomo solo al comando (esperienza che abbiamo vissuto e che ci ha portato a entrare nella seconda guerra mondiale); vuole alimentare la guerra in Ucraina con l’invio di armi da parte dell’Italia, con ciò dimostrando la nostra assoluta dipendenza dagli Usa; non si preoccupa della povertà assoluta che ha raggiunto 6 milioni e 400 mila persone, né di ridurre l’indebitamento pubblico, che è arrivato a 2.730 miliardi di euro; non si preoccupa delle privatizzazioni e delle delocalizzazioni che hanno tolto all’Italia l’intera proprietà pubblica demaniale dei propri beni, cedendoli a privati soprattutto stranieri e quindi alle multinazionali e alle banche; non si preoccupa dell’esorbitante perdita di posti di lavoro; non considera che l’attuale sistema economico neoliberista ci conduce alla miseria, poiché ci priva di tutte le nostre fonti di produzione di ricchezza, come i servizi pubblici essenziali, affidati a privati, le fonti di energia, affidate a S.p.A. private, la svendita di industrie strategiche, donate all’estero e così via dicendo.
Insomma il suo disegno è quello di realizzare in pieno il pensiero economico predatorio neoliberista. Proprio quello che i suoi votanti non vogliono.
Peraltro tra coloro che sono andati a votare contro i partiti di sistema molti hanno scelto soprattutto il Movimento 5 Stelle per la sua iniziale spinta anti-sistema, che purtroppo si è esaurita con l’azione governativa di Conte il quale, senza che l’elettorato se ne accorgesse, ha governato secondo il pensiero unico dominante del neoliberismo.
In sostanza quello che si ricava è che la mente degli italiani, offuscata dai mezzi di comunicazione, non ha considerato l’opportunità di votare un partito realmente anti-sistema, come Unione Popolare, che ha posto come primo obiettivo il cambiamento del sistema economico predatorio neoliberista e l’attuazione della Costituzione, scoraggiato dall’osservazione dei più secondo i quali detto partito non avrebbe potuto superare lo sbarramento del 3% – come in realtà è avvenuto.
Il fatto, tuttavia, che questo partito, di recentissima formazione e tutto imperniato sulla nobile figura di Luigi De Magistris, con il suo 1,4% di voti è comunque apparso sulla scena politica, anche se è stato boicottato dai media e dallo stesso Parlamento che gli ha imposto di raccogliere le firme nel mese di agosto e in un brevissimo lasso di tempo. Posso dire tuttavia che l’impegno formidabile che hanno posto in difesa della Costituzione Luigi De Magistris e i suoi candidati non si ferma qui e si protrarrà nel tempo per far crescere il vero seme della democrazia che è l’attuazione dei principi fondamentali della nostra Costituzione repubblicana e democratica.