Il successo di Giorgia Meloni passa anche per la Lombardia, dove Fratelli d’Italia guida il centrodestra oltre la soglia del 50%, portando la coalizione a raggiungere il 50,40% al Senato, mentre nelle quattro circoscrizioni della Camera le percentuali vanno dal 43,31% della circoscrizione Lombardia 1 (quella di Milano) al 56,39% della circoscrizione Lombardia 3, che comprende Bergamo e Brescia. Numeri che per quanto riguarda i rapporti di forza interni comportano un vero e proprio ribaltone, con Fratelli d’Italia che doppia la Lega: prendendo come riferimento il Senato, il partito della Meloni incassa il 27,59% dei voti, la Lega si ferma al 13,86%, Forza Italia al 7,93%, Noi Moderati supera di pochissimo l’1%. Un risultato sorprendente nella regione dove sono nati sia Carroccio che Forza Italia. E ancor di più se si pensa che alle ultime politiche del 2018, quando per il Senato non votavano ancora i giovani tra i 18 e i 25 anni, la Lega aveva incassato il 28,05% dei consensi, Forza Italia il 14,07%, mentre FdI un misero 4,15%.
Ribaltone nel centrodestra – FdI sorpassa il Carroccio anche nelle province dove il partito di Matteo Salvini è storicamente più radicato, come in quella di Varese da dove arrivano i vari Umberto Bossi, Roberto Maroni e Attilio Fontana: qui al Senato la partita tutta interna al centrodestra finisce con un 29,29% al partito della Meloni e un 15,25% alla Lega. E la situazione non cambia nemmeno nei luoghi simbolo della Lega. A Ponte di Legno, dove tra le montagne del Bresciano Bossi ha passato per anni le vacanze facendo diventare una tradizione il suo comizio di Ferragosto, Fratelli d’Italia è arrivato al 44,32% alla Camera e al 45,05% al Senato, ben sopra una Lega ferma rispettivamente al 17,41% e 17,01% (nel 2018 era sopra il 40%). A Gemonio in provincia di Varese, dove vive Bossi, FdI supera il 29%, quasi il doppio della Lega che arriva poco sopra il 15%. Risultato simile a Cassano Magnago, dove il Senatur è nato: Meloni sopra il 30%, Salvini intorno al 16%. FdI va oltre il 30% anche a Pontida, paesino in provincia di Bergamo dove la Lega organizza ogni anno il tradizionale raduno dei suoi militanti e dove a questo giro elettorale si ferma al 23%. Fa eccezione Cazzano Brabbia, paese di Giancarlo Giorgetti in provincia di Varese, dove alla Camera il Carroccio è il primo partito con il 22,25%, sopra il 22,02% di FdI.
Il Pd si salva solo a Milano – Come nel resto del Paese, il centrosinistra non brilla nemmeno in Lombardia, dove nel voto per il Senato incassa il 27,14% (nel 2018 prese il 25,26% ma senza Leu, che incassò il 2,82%). In particolare il Pd si ferma al 19,21% (era il 21,24% nel 2018), Alleanza Verdi e Sinistra ottiene il 3,82%, +Europa il 3,75% e Impegno Civico di Luigi Di Maio lo 0,36%. I democratici resistono a Milano città, dove si confermano primo partito: nei tre collegi alla Camera della città il Pd ottiene circa il 25% delle preferenze, erose rispetto al 33,9% delle Comunali di un anno fa, ma sufficienti ad avere la meglio su Fdi che oscilla intorno al 20%. Da registrare anche qui la débâcle della Lega, intorno al 7%.
È proprio a Milano che il centrosinistra riesce ad aggiudicarsi gli unici tre collegi uninominali vinti in Lombardia. Col 39,08% il responsabile economico del Pd Antonio Misiani conquista un seggio al Senato nel collegio Milano Buenos Aires, che rappresenta il centro allargato, a scapito della leghista Maria Cristina Cantù (33,29%) e del renziano Ivan Scalfarotto (16,34%). Per quanto riguarda la Camera, il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova vince il suo collegio con il 37,85% superando l’ex ministro Giulio Tremonti candidato di Fdi (30,37%) e la vicepresidente di Azione Giulia Pastorella (23,05%), mentre Bruno Tabacci, in lista con Impegno Civico, viene eletto con il 38,44%, più del parlamentare di Forza Italia Andrea Mandelli (35,38%) e di Filippo Campiotti di Azione-Italia Viva (11,47%).
Se si considera tutta la provincia di Milano, però, Fdi torna a essere il primo partito. E anche le sfide più simboliche della Lombardia sono appannaggio del centrodestra. A Sesto San Giovanni, la Stalingrado d’Italia sempre più ex, il democratico Emanuele Fiano, figlio di Nedo, sopravvissuto ad Auschwitz, si ferma al 30,8%, ben sotto il 45,4% di Isabella Rauti, figlia dell’ex segretario del Msi Pino. A Cremona e Mantova la coordinatrice regionale di Fdi Daniela Santanché surclassa col 52,17% l’economista Carlo Cottarelli, una delle punte di diamante schierate da Enrico Letta, fermo però al 27,3%. Tra i big, Silvio Berlusconi torna al Senato grazie al 50,26% ottenuto nel collegio uninominale di Monza.
Renzi-Calenda in doppia cifra e sopra il M5S – In Lombardia riesce ad andare in doppia cifra l’alleanza tra Azione e Italia Viva, che nel voto per il Senato ottiene il 10,15%, con un exploit a Milano dove in centro, come detto, supera il 23%. In Lombardia la coppia Calenda-Renzi è sopra il M5S che in questi territori non ha mai brillato e men che meno lo fa questa volta: col 7,32% il movimento guidato da Giuseppe Conte si ferma a un terzo del 21,36% di cinque anni fa.