Hanno ricordato davanti al giudice di Milano, Giulio Fanales, le violenze e gli abusi subiti da parte dell’ex dirigente medico del Crh-Mts di viale Jenner a Milano, centro specializzato in malattie a trasmissione sessuale. L’infettivologo 43enne, difeso dall’avvocato Andrea Soliani, è stato arrestato nel giugno scorso con l’accusa di violenza sessuale. Quattro delle ragazze che lo hanno denunciato, hanno fissato le loro testimonianze, rese con la formula dell’incidente probatorio nell’udienza di ieri che si è svolta a porte chiuse. Le ragazze, tutte molto giovani, hanno raccontato di come l’infettivologo, improvvisandosi ginecologo, le abbia sottoposte a visite invasive.

Tutte si sono rese conto che i gesti e le attenzioni del medico andavano al di là delle necessità cliniche. Una delle giovani, come aveva messo nero su bianco il gip nell’ordinanza di custodia cautelare, si era sentita come “paralizzata” davanti alle avance del medico, che l’aveva visitata praticamente nell’orario di chiusura del centro. E poi, temendo di essere sorpreso dalla donna delle pulizie, le aveva proposto di proseguire la visita a casa sua. La giovane, però, approfittando di un attimo di distrazione del medico, era riuscita a fuggire via e si era allontanata in bicicletta.

Un’altra aveva riferito che il medico le diceva “sei la mia schiava” mentre subiva le sue avance. A una terza ragazza, l’uomo aveva chiesto di dargli del tu per poi proporle “un ripasso approfondito di tutto lo scibile sul sesso e affini“. L’imputato le avrebbe anche chiesto di festeggiare quando sarebbe guarita da una presunta infezione diagnosticata da lui. La paziente gli avrebbe lasciato il numero di cellulare, convinta di poter ricevere da lui un aiuto clinico. I consigli che le arrivavano però, come ha fatto notare il gip, erano per lo più in ambito sessuale. A quel punto, dopo alcune settimane, la ragazza si è decisa a denunciare dando così il via alle indagini. Si tornerà in aula il prossimo 20 ottobre e a prendere la parola saranno altre due giovani che sono parti offese. Le loro testimonianze entreranno a far parte del processo che, se il medico deciderà in questo senso, potrebbe celebrarsi con il rito abbreviato.

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