Calcio

Addio San Siro, nascerà La Cattedrale da 60mila posti: troppo piccola, così sarà uno stadio solo per ricchi

Un impianto inadeguato a sostituire San Siro, la sua storia e i suoi quasi 80mila seggiolini: la conseguenza sarà un "teatro" del calcio con prezzi tutt'altro che popolari. Una scelta in controtendenza rispetto alla passione dimostrata da rossoneri e nerazzurri in questo inizio di stagione: oltre 40mila abbonamenti e una media superiore ai 70mila spettatori

Il percorso che porterà alla cancellazione dello stadio Meazza dalla storia del calcio e di Milano è pronto a cominciare: dal 28 settembre, fino al prossimo 18 novembre, si terrà il dibattito pubblico relativo alla proposta del nuovo impianto a San Siro di Milan e Inter. Terminato il ciclo di incontri, Comune e club avranno due mesi per approvare il dossier conclusivo: a quel punto, si entrerà nel vivo con gli atti esecutivi per arrivare all’apertura dei cantieri nel 2024. A fianco del defunto Meazza nascerà La Cattedrale: uno stadio che stando al progetto presentato oggi da Milan e Inter, conterrà appena 60mila posti. Un impianto troppo piccolo per Milano, inadeguato a sostituire San Siro, la sua storia e i suoi quasi 80mila seggiolini: la conseguenza sarà un “teatro” del calcio per soli tifosi ricchi, con prezzi tutt’altro che popolari. Un danno per tutti i cittadini tifosi, così come per l’Italia intera, che perderà anche l’imponenza del suo stadio più famoso al mondo, dove si sono giocate finali di Champions e si sono tenuti concerti celebri. Non solo, San Siro rischia di perdere anche la sua iconicità. Il rendering inizialmente presentato dai due club – il progetto è dello studio Populous – mostrava uno stadio unico, che richiamava nelle forme le guglie del Duomo di Milano. Il progetto presentato prima dell’avvio del dibattito pubblico invece mostra un impianto anonimo, che perderebbe tutta la sua peculiarità: le società hanno chiarito che l’immagine mostrata in questa fase non è indicativa di quello che sarà il progetto definitivo, ammettendo però che non è detto sia quello diffuso urbi et orbi nella fase iniziale.

A sinistra, il rendering attuale del nuovo stadio. A destra, il rendering diffuso inizialmente

Il Real ha ristrutturato e ampliato il Bernabeu – Milan e Inter non ne hanno mai voluto sapere di tentare la strada della ristrutturazione del Meazza. Il Real Madrid sta giusto finendo di rimettere a nuovo il suo Bernabeu (e la capienza aumenterà ancora, da 90mila a 92mila posti), ma il grande burattinaio dell’operazione, il presidente dei rossoneri Paolo Scaroni, ancora oggi ripete come un mantra: “Come si fa a giocare 50-60 partite all’anno in un mega cantiere come quello che diventerebbe il Meazza, con l’ingresso ogni 6 giorni di 50-60 mila persona? Le ristrutturazioni di stadi è vero che sono avvenute in altre realtà, ma dove c’è uno stadio vicino della stessa grandezza“. È falso, il Real Madrid ha giocato allo stadio Alfredo Di Stefano (6mila posti) durante la pandemia, ora è tornato al Bernabeu mentre i lavori ancora procedono. Milan e Inter invece vogliono uno stadio nuovo per guadagnare da tutto quello che sarà costruito intorno: un grattacielo di 17 piani, un gigantesco centro commerciale di 88mila metri quadri, un centro congressi, altre aree d’intrattenimento. Il sindaco Beppe Sala ha ceduto, chiedendo quanto meno di ridurre le volumetrie entro i limiti previsti dal Piano di governo del territorio (Pgt). Come spiegato da Il Fatto Quotidiano, il progetto dei due club alla fine prevede comunque più cemento di quello previsto dal Pgt. Nonostante questo, la Giunta di Milano ha dato il via libera: dunque, al di là del dibattito pubblico – il calendario degli incontri è disponibile sul sito https://www.dpstadiomilano.it/ – si arriverà all’abbattimento del Meazza. Anzi, del vecchio stadio non resterà nulla, nemmeno la Torre 11, come inizialmente ipotizzato.

Un impianto troppo piccolo/I dati degli abbonamenti – Il nuovo stadio, La Cattedrale, rischia però di non essere nemmeno un degno sostituto. Un impianto troppo piccolo per Milano, nel quale di fatto i seggiolini a disposizione dei tifosi saranno appena 50mila. Dei 60mila posti, infatti, circa 10mila saranno corporate: ovvero biglietti che fanno arricchire le società, per super ricchi interessati più a vivere un’esperienza che alla partita di calcio. Questa estate, al via della prima stagione dopo i due anni di pandemia, Inter e Milan hanno fatto registrare rispettivamente 41mila e 40mila abbonamenti. In pratica, solo gli abbonati riempirebbero il nuovo stadio. E agli altri tifosi resterebbero le briciole: poco più di 5mila posti, considerando che una fetta va dedicata anche alla squadra ospite. Il boom degli abbonamenti dei due club è sicuramente dovuto alle ultime due stagioni positive, ma testimonia anche l’attaccamento di nerazzurri e rossoneri. I prezzi attuali? Per tutte le tasche: l’abbonamento alle partite dell’Inter quest’anno andava dai 2.250 euro della poltroncina rossa centrale ai 190 euro del terzo anello verde. Le cifre fissate dal Milan erano simili: 3mila euro per la tribuna d’onore, 199 euro per avere il posto fisso al terzo anello rosso centrale. Lo stadio previsto dalle società per il futuro prevede invece solo due anelli. È facile capire cosa succederà: di fatto a sparire saranno i seggiolini più economici, con la conseguenza di avere meno abbonati, ma che pagano di più.

Un impianto troppo piccolo/I dati degli spettatori – Quando Milan e Inter decisero di costruirsi un nuovo stadio, la media degli spettatori al Meazza era già superiore ai 50mila posti che di fatto garantirebbe La Cattedrale. Nel 2017/18 l’Inter fece in media 57.529 spettatori, il Milan 52.690 (dati Transfermarkt riferiti alle sole partite di Serie A). L’anno successivo, l’ultimo non inficiato dalla pandemia, l’Inter arrivò a 58.190 e il Milan salì a 54.651. Dati che in qualche modo potrebbero anche giustificare una riduzione dei posti, se non fosse che il trend segnalava già una netta crescita delle presenze allo stadio: nel 2014-15 nessuno dei due club arrivò a una media di 40mila spettatori, quindi San Siro era sempre mezzo vuoto. La tendenza all’aumento di tifosi allo stadio è stata confermata da questo inizio di stagione: sia Milan che Inter hanno portato in media più di 70mila persone al Meazza ogni partita dall’inizio del campionato. Il trend di un “ritorno” alla visione delle partite dal vivo è infatti già stato intercettato da altri club. Il Chelsea oggi si pente di avere uno Stamford Bridge da appena 41mila posti e vuole portarli almeno a 60mila, il nuovo Camp Nou del Barcellona dovrebbe avere una capienza di 105mila spettatori. Il Tottenham, che ha demolito lo storico White Hart Lane da 36mila posti, ha costruito un nuovo stadio (sempre firmato dallo studio Populous) con un capienza doppia: 62mila. Inter e Milan invece vogliono fare il contrario.

“Così si tradisce la storia popolare” – Disperdere la nuova ondata di passione che ha coinvolto la Milano calcistica, tanto da riempire San Siro quasi ad ogni occasione, rischia di diventare un boomerang. “Uno stadio da 60mila posti in una città come Milano tradisce la storia popolare“, ha spiegato a LaPresse Gianfelice Facchetti, figlio dell’indimenticato capitano nerazzurro Giacinto. “La direzione verso cui si sta andando è quella del tifoso visto ormai come un cliente, con lo stadio che diventa un lusso che possono permettersi in pochi”, ha aggiunto. “Il Comune che vuole lavorare con i club deve capire che i tifosi sono anche cittadini e dovrebbe insistere per tutelarli di più“, ha poi sottolineato Facchetti. “In una città che cresce sempre di più verso l’alto, l’idea che si rimpicciolisce solo lo stadio è una cosa insensata“, ha concluso. Uno stadio piccolo sarebbe un danno non solo per i tifosi di calcio: San Siro è anche la casa dei concerti estivi, di artisti italiani ma anche internazionali. Con un impianto più piccolo, alcuni potrebbe decidere di esibirsi altrove.