Il leader di Azione ribadisce in un'intervista alla Stampa la sua profezia di sventura nei confronti del governo uscito dalle elezioni: "Hanno fatto promesse che valgono più di 180 miliardi di deficit, con loro finiamo per spaccarci la testa". E se la prende di nuovo con gli elettori "colpevoli" di aver votato, secondo lui, dalla parte sbagliata: "Se finiamo a carte 48, non potranno dire "io non c'ero". Hanno votato come se fossero a una kermesse teatrale o al televoto"
La destra “non sarà capace di governare” e “secondo me dura quattro, massimo sei mesi” perché “è una coalizione super litigiosa, con una classe dirigente inesperta e incompetente”. Carlo Calenda ribadisce in un’intervista alla Stampa la sua profezia di sventura nei confronti del governo uscito dalle elezioni, che vede destinato a un rapido fallimento: “Hanno fatto promesse che valgono più di 180 miliardi di deficit, con loro finiamo per spaccarci la testa. Abbiamo già rischiato nel 2011 e in questa legislatura: se ci ritroviamo in questa situazione, poi chi ci mettiamo, visto che il più autorevole lo stiamo mandando via?”, si chiede, esternando ancora una volta il rimpianto per Mario Draghi.
Poi torna ad accusare gli elettori “colpevoli” di aver votato, secondo lui, dalla parte sbagliata: “Se finiamo a carte 48, non potranno dire “io non c’ero”. Bisogna essere consapevoli delle proprie scelte. Hanno votato come se fossero a una kermesse teatrale o al televoto. Prima o poi si renderanno conto che bisognava scegliere chi promette cose praticabili e ha l’esperienza per realizzarle”. Cioè, manco a dirlo, lui e Matteo Renzi, che formeranno gruppi parlamentari unici, “come già previsto nell’accordo tra Azione e Italia viva. E poi apriremo un cantiere per allargare il nostro spazio politico, accogliendo tutti gli elettori che presto scapperanno (altra profezia, ndr) da Forza Italia e dalla Lega, dal Pd e da +Europa. L’obiettivo è arrivare pronti, con un partito strutturato, tra due anni alle elezioni europee”.