La crescita attesa per l'anno prossimo è leggermente sopra al +0,4% stimato nell'ultima valutazione dell'Ocse. Debito pubblico in calo al 145% nel 2022 ma sale la spesa per gli interessi
Si è conclusa dopo meno di un’ora la riunione del Consiglio dei ministri che ha approvato la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef). Nel documento la crescita del prodotto interno lordo prevista per il 2023 viene indicata allo 0,6%, in forte calo rispetto al + 2,4% stimato solo lo scorso aprile. La crescita attesa per l’anno prossimo è leggermente sopra al +0,4% stimato nell’ultima valutazione dell’Ocse. Il contestuale calo del debito e del deficit fa però sì che si liberino risorse tra i 8 e i 10 miliardi di euro, in pratica un “tesoretto” per un eventuale nuovo decreto. “Le previsioni economiche” della Nadef “sono improntate, come per i precedenti documenti di programmazione, a un approccio prudenziale. Anche in un contesto difficile come quello attuale esistono tuttavia margini perché tali previsioni siano superate” si legge nella nota.
“I prossimi mesi saranno complessi, alla luce dei rischi geopolitici e del probabile permanere dei prezzi dell’energia su livelli elevati. Le risorse a disposizione del Paese per rilanciare gli investimenti pubblici e promuovere quelli privati, sia in nuovi impianti sia in innovazione, non hanno tuttavia precedenti nella storia recente e potranno dar luogo a una crescita sostenibile ed elevata, così da porre termine alla lunga fase di sostanziale stagnazione dell’economia” si legge nel documento. “L’ammontare di risorse effettivamente spese per i progetti del Pnrr nel corso di quest’anno sarà inferiore alle proiezioni presentate nel Def per il ritardato avvio di alcuni progetti che riflette, oltre i tempi di adattamento alle innovative procedure del Pnrr, gli effetti dell’impennata dei costi delle opere pubbliche”. E’ quanto scritto nella premessa della Nadef. Dei 191,5 miliardi assegnati all’Italia “circa 21 saranno effettivamente spesi entro la fine di quest’anno. Restano circa 170 miliardi da spendere nei prossimi 3 anni e mezzo”, risorse che “se pienamente utilizzate” daranno “un contributo significativo alla crescita”.
È stata invece alzata dal + 3,1 al +3,3% la crescita economica pervista per quest’anno. L’incremento del Pil per il 2024 viene ora indicato al +1,8% e a +1,5% nel 2025. “La previsione di aumento del Pil per quest’anno viene rivista al rialzo”, si legge nel documento, “grazie alla crescita superiore al previsto registrata nel primo semestre e pur scontando una lieve flessione del Pil nella seconda metà dell’anno”. Il deficit 2022 viene quindi ora indicato al 5,1% del Pil, meno del 5,4% previsto in aprile. L’indebitamento si attesterà al 3,4% nel 2023, sempre in calo dalla stima del Def (3,9%). Il rapporto debito/Pil è previsto in netto calo quest’anno, al 145,4% (dal 150,3% del 2021), anche più della stima di aprile (146,8%). Il sentiero di discesa proseguirà negli anni a seguire fino ad arrivare al 139,3% nel 2025 (141,2% la stima del Def): nel 2023 il debito è stimato al 143,2% (dal 145% della stima di aprile) e nel 2024 al 140,9% (143,2% nella stima del Def di aprile).
“Nelle proiezioni aggiornate per il 2022 la finanza pubblica beneficia del positivo andamento delle entrate e della moderazione della spesa primaria sin qui registrate quest’anno, mentre risente dell’impatto sul servizio del debito dell’aumento dei tassi di interesse e della rivalutazione del nozionale dei titoli di stato indicizzati all’inflazione”, si spiega nel testo. L’inflazione dovrebbe iniziare a diminuire entro fine 2022: “L’aggiornamento della previsione evidenzia anche un rialzo del sentiero dell’inflazione e della crescita salariale; si continua comunque a prevedere che il tasso di inflazione cominci a scendere entro la fine di quest’anno”. Nel 2023 “permarranno gli effetti del rialzo dei tassi di interesse” e “la spesa per interessi (sui titoli di stato, ndr) sarà pari al 3,9% del Pil”. L’aumento di “tassi e rendimenti”, si sottolinea, ha “un impatto negativo sul Pil che è marginale per quest’anno ma molto significativo sul 2023 e rilevante sugli anni successivi”.
“Il governo conclude il suo operato in una fase assai complessa a livello geopolitico ed economico ma con evidenti segnali di ritrovato dinamismo per l’economia italiana. L’auspicio è che, in un contesto di graduale riduzione del deficit e del debito pubblico la ripresa economica avviata dopo la crisi pandemica prosegua e si consolidi, sostenuta dagli investimenti privati e pubblici, da tassi di occupazione più alti e da una dinamica della produttività più elevata”. Lo scrive il ministro dell’Economia Daniele Franco nella premessa alla Nota di aggiornamento.