Il caso più eclatante è quello del fondatore leghista, la cui esclusione aveva causato polemiche e malumori. Il ministero garantisce che dopo i riconteggi il "saldo" degli eletti rimarrà invariato tra i partiti sia alla Camera che al Senato, ma oltre a Umberto Bossi sono almeno una decina i candidati che si sono visti togliere il seggio a favore di alleati e avversari politici
Riconteggi e ridistribuzione di seggi al fotofinish. Il Viminale, a quattro giorni dalle elezioni, ha riscritto la composizione delle Camere. Non c’è stato solo il clamoroso ripescaggio di Umberto Bossi, ma anche una girandola di ingressi e uscite comunicate all’improvviso. Secondo il leghista Roberto Calderoli, “hanno preso un granchio clamoroso”. Errore o meno, resta il fatto che per alcuni dei candidati si è riaperta la strada per il Parlamento, mentre per altri si è chiusa da un giorno all’altro (e a festeggiamenti conclusi). Il rimescolamento dei seggi riguarda molti collegi da nord a sud e sconta anche il cosiddetto ‘effetto flipper‘, che fa subentrare nuovi candidati a quelli di una stessa lista eletti in altri collegi.
Fonti del Viminale si sono affrettate a specificare che “le variazioni sono a saldo zero per quanto riguarda i partiti”. Ad esempio, la Lega che rispetto a ieri ha “guadagnato” due deputati in Lombardia (Umberto Bossi e Giulio Centemero), ne ha persi altrettanti tra Emilia Romagna e Sicilia. E dal ministero specificano che i risultati sul sito Eligendo sono da considerarsi “ufficiosi” in attesa del “timbro ufficiale” dell’Ufficio elettorale centrale nazionale presso la Cassazione. Ma cos’è successo e come mai una tale ridistribuzione? Secondo Calderoli, il problema nascerebbe dal fatto che non sono stati distribuiti i seggi della lista +Europa che, pur non avendo superato la soglia di sbarramento del 3%, ha superato quella dell’1% che comporta la redistribuzione dei voti. E alla fine i problemi, ha dichiarato, riguarderebbero “13 circoscrizioni su 28“. In attesa di ulteriori chiarimenti, chi protesta è proprio +Europa che insiste nel chiedere un riconteggio.
Lombardia: non solo Bossi – Intanto, in attesa di capirci qualcosa di più, i partiti devono fare i conti con un “rimescolo” arrivato fuori tempo massimo. E pure ridisegnare tutti gli equilibri. In Lombardia ad esempio, tra chi è rientrato, oltre al fondatore del Carroccio, c’è il tesoriere del partito Giulio Centemero che è stato eletto alla Camera nel collegio plurinominale di Bergamo (Circoscrizione Lombardia 3 – P01). Ancora non è chiaro al posto di chi subentreranno: “Secondo i nostri calcoli”, ha scritto Youtrend su Twitter, “salteranno due candidati della Lega: si tratta di Tardino in Sicilia 1 P02 e Tonelli in Emilia-Romagna P02″.
Calabria, il caso M5s – Cambia il quadro anche degli eletti calabresi. In Calabria infatti, il Partito democratico perde un seggio a vantaggio del Movimento 5 stelle. In Parlamento entra così il pentastellato Riccardo Tucci, deputato uscente, a scapito della dem Enza Bruno Bossio che lascia la Camera dove era entrata nel 2013. Si parla però anche di un altro seggio che dovrebbe scattare per i 5 stelle, anche se ancora non è chiaro a chi debba spettare. Dovrebbe, secondo la ricostruzione dell’agenzia Ansa, essere Elisa Scutella la deputata M5s. Sul sito Eligendo del Viminale vengono indicati i nomi di Federico Cafiero de Raho, Vittoria Baldino e Riccardo Tucci. Tuttavia de Raho, candidato anche in Emilia Romagna, scatterà proprio in quel collegio in quanto la legge prevede che in caso di candidature in più collegi, l’elezione scatti in quello in cui si è preso meno voti. Quindi a salire dovrebbe essere la quarta candidata al proporzionale che è Anna Laura Orrico. Quest’ultima, però, ha vinto la sua sfida nel collegio uninominale. Il suo posto, spiegano fonti M5s, non può essere preso dal primo dei supplenti perché il subentro deve avvenire prima della certificazione ufficiale della lista. Dovrebbe quindi scattare il seggio per la migliore perdente all’uninominale che sarebbe Vittoria Baldino, la quale, però, risulta già eletta come seconda candidata nella lista del plurinominale. Si arriva così a Elisa Scutella, che nel collegio di Catanzaro è arrivata secondo dietro a Wanda Ferro, di Fdi, con il 28,49%.
Lazio, subentra il dem Andrea Casu – Il Pd ha invece guadagnato un seggio nella circoscrizione Lazio 1 plurinominale 01: qui scattano due posti invece che uno e subentra il terzo (seconda dietro Zingaretti è risultata Marianna Madia, plurieletta) ovvero il segretario cittadino del Pd Andrea Casu.
Molise: salta la vittoria della dem Cerroni – Riconteggio anche in Molise e in favore di Elisabetta Lancellotta, candidata capolista alla Camera con Fratelli d’Italia, la quarta deputata eletta per il Collegio del Molise. L’algoritmo del Viminale sul calcolo dei resti, che in un primo momento aveva assegnato la vittoria a Caterina Cerroni del Pd, presidente nazionale dei giovani democratici, ha corretto il tiro e alle 17 e 30 di oggi ha modificato il dato: il quarto seggio è scattato accanto al simbolo di FdI. “Non ci credo ancora, l’ho appena saputo e non so che pensare, ma è chiaro che se è così sono felicissima” il commento a LaPresse della 43enne consigliera comunale di Isernia, ora eletta a Montecitorio.
Toscana: fuori Lucia Annibali – Il nuovo calcolo della ripartizione dei seggi cambia le cose in Toscana per il Terzo polo: il secondo seggio alla Camera nel plurinominale che avrebbe portato all’elezione di Lucia Annibali, candidata nel collegio Toscana 03 per Azione-Italia viva, è stato invece attribuito al centrosinistra, per il quale viene eletto il candidato Pd Marco Simiani. “Purtroppo è andata così”, afferma Annibali, deputata uscente. Simiani è stato eletto nel collegio plurinominale di Arezzo-Siena-Grosseto-Livorno. Il candidato secondo il primo calcolo dei quozienti era stato dato per escluso. “In poche ore – ha scritto Simiani – la mia amarezza si è trasformata in sorpresa. Poi in gioia”.
Umbria, Campania, Abruzzo, Sicilia e Piemonte – Cambia la situazione anche in Umbria. Emma Pavanelli del M5s e Catia Polidori di Fi entrerebbero al posto rispettivamente di Pierluigi Spinelli (Pd) e Chiara La Porta (FdI). Novità anche nella circoscrizione Campania 1: scompare dall’elenco il nome di Guido Milanese (Fi), entra quello di Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra). In caso di conferma definitiva gli eletti in regione del centrodestra scenderebbero a 22 a 21, quelli del centrosinistra passerebbero da 7 a 8.
Cambia la pattuglia degli eletti nella circoscrizione Abruzzo: il Viminale ha attribuito l’ultimo seggio al proporzionale della Camera al candidato di Azione Giulio Sottanelli. Lunedì sera lo stesso sito aveva assegnato il seggio a Stefania Di Padova, assessore del Comune di Teramo e candidata del Pd, al secondo posto al proporzionale della Camera. Il cambio è effetto di una nuova ripartizione di seggi scattata nel complesso meccanismo dei resti previsto nell’attuale legge elettorale Rosatellum. In Piemonte esce l’astigiano Paolo Romano, candidato nella circoscrizione Piemonte 2 per Alleanza Verdi-Sinistra Italiana ed ex M5s. Entra invece il pentastellato Antonino Iaria, assessore all’Urbanistica al Comune di Torino con la giunta Appendino. Anche in Sicilia cambia sul sito del Viminale la composizione degli eletti alla Camera. Nel collegio Sicilia 1 P02 non sarebbe stata eletta Annalisa Tardino della Lega.
Le proteste – Protesta il Carroccio, ma anche +Europa che, da subito dopo i risultati, ha chiesto un riconteggio. “Le notizie di queste ultime ore, con il balletto di eletti annunciati e poi corretti dal Viminale, conferma le nostre riserve e le nostre perplessità su quanto sta avvenendo attorno al conteggio dei voti”, ha dichiarato Giordano Masini, coordinatore della segreteria di +Europa. “Sembra che tutto ruoti attorno ai dati del Viminale diffusi sul sito Eligendo, ma si tratta – è doveroso ricordarlo – di dati provvisori e ufficiosi. Sicuramente non spetta al Viminale indicare e proclamare gli eletti, che non possono che risultare al termine del conteggio ufficiale che avviene nelle Corti d’Appello. E a maggior ragione, dopo le correzioni di queste ore, i dati del Viminale non devono essere usati dalle commissioni elettorali presso le Corti d’Appello come strumento semplificatorio per rilevare incongruenze, dal momento che contengono già essi stessi evidenti incongruenze”.