È quanto sostiene un lavoro di Transport & Environment e Legambiente, secondo cui i dati ufficiali "sono stati con secondo criteri selettivi e discutibili, finalizzati a determinare numeri più bassi”. Nell'analisi, invece, è stato ricalcolato l’impatto delle emissioni sull’intero ciclo di vita delle auto prodotte da nove top player del mercato: ecco la classifica di chi inquina di più
Le emissioni globali delle case automobilistiche superano mediamente del 50% quelle dichiarate dai costruttori, con punte del 149%, 116% e 81% riscontrate rispettivamente presso Stellantis, Hyundai-Kia e BMW. È quanto sostiene lo studio ‘Oil companies in disguise (Compagnie petrolifere sotto mentite spoglie)’ di Transport & Environment e Legambiente, partendo dai dati sulle emissioni totali rese note dalle case automobilistiche, numeri “che sono – sostengono gli autori – il risultato di un calcolo che tiene conto di una serie di fattori come le dimensioni medie dei veicoli, il luogo in cui vengono guidati e la durata del loro ciclo di vita. Dati raccolti secondo criteri selettivi e discutibili, finalizzati a determinare numeri più bassi”. Così, nell’analisi, è stato ricalcolato l’impatto delle emissioni sull’intero ciclo di vita delle auto prodotte da nove top player del mercato. “Perché a differenza di altri prodotti, come un tavolo o un telefono cellulare, la stragrande maggioranza (98%) delle emissioni di un’auto – spiega a ilfattoquotidiano.it il direttore Finanza sostenibile di Transport & Environment, Luca Bonaccorsi – non deriva dalla sua produzione, ma dal suo utilizzo. Quindi va considerato l’intero ciclo di vita”. Emerge anche un altro aspetto, come si evince dal titolo stesso dello studio: in alcuni casi l’intensità di carbonio degli investimenti nelle aziende automobilistiche è finanche superiore a quella associata alle operazioni finanziarie nell’industria petrolifera. “Le case automobilistiche ingannano gli investitori sottostimando le emissioni prodotte durante il ciclo di vita delle loro auto e le agenzie di rating forniscono punteggi ESG (Environmental, Social and Governance) senza senso” commenta Bonaccorsi, secondo cui “gli investitori se ne renderanno conto presto e dovranno prendere provvedimenti”.
Quel gap con le emissioni dichiarate – “Stellantis è una delle case peggiori per impatto globale per ogni auto prodotta (ben 62 tonnellate di CO2), a causa dei tanti, troppi fuoristrada venduti soprattutto in America” spiega Andrea Poggio, Responsabile Mobilità Sostenibile di Legambiente. “Si tratta di auto grandi e pesanti che producono nella loro vita – aggiunge – decine di volte il loro peso in gas di scarico inquinanti per la salute e il clima. Il futuro è la mobilità elettrica collettiva e dei veicoli elettrici leggeri come ebike e quadricicli”. Nella lista, dopo Hunday-Kia e BMW (che stima le emissioni medie dei suoi veicoli ipotizzando che percorrano non più di 150mila chilometri nel corso della loro esistenza), ci sono anche Toyota le cui emissioni, stando allo studio, superano del 69% quelle dichiarate, seguita da Mercedes (62%), il gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi (al 61%) e Volkswagen (al 58%).
L’intensità di carbonio degli investimenti – Nello studio, inoltre, si mettono a confronto le emissioni dichiarate dalle case automobilistiche e da alcune compagnie dell’oil&gas. In alcuni casi l’intensità di carbonio degli investimenti nelle aziende automobilistiche è persino superiore a quella associata alle operazioni finanziarie nell’industria petrolifera. Ai prezzi odierni, per esempio, un milione di euro investito nella Exxon Mobil finanzia circa 2mila tonnellate di CO2 equivalente. A parte BMW e Toyota, tutte le altre case automobiliste hanno una più alta intensità di carbonio negli investimenti. “Le emissioni di carbonio nel corso della vita di un’auto sono così elevate – commenta Bonaccorsi – che investire nelle case automobilistiche finanzia quasi quanto investire in una compagnia petrolifera”. Confrontando le medie, un milione di euro investito nei colossi petroliferi Shell, BP ed Exxon Mobil finanzia circa 5mila tonnellate di anidride carbonica, mentre lo stesso importo finanzia in media 4.500 tonnellate nel settore automobilistico, secondo i calcoli della Ong basati sui dati del 2020. Prendendo in considerazione i dati dichiarati dalle aziende in entrambi i settori, a superare la media di BP, Shell ed Exxon (5mila tonnellate di anidride carbonica per un milione di euro), sono Ford, Honda e Renault-Nissan-Mitsubishi, con picchi per queste ultime due rispettivamente di 7mila e quasi 10mila tonnellate. Ma se si prendono in considerazione, per l’automotive, le stime elaborate nello studio a superare la media di quelle dichiarate dalle compagnie petrolifere (prendendole per buone, ndr) sarebbero sei case automobiliste: oltre a Ford, Honda e Renault-Nissan-Mitsubishi, anche Hyundai-Kia, Stellantis e Volkswagen.