“Differenze tra il centrodestra nuovo e quello di Berlusconi? Io ne vedo abbastanza poche. Cambia solo la frontwoman, cioè il volto che viene messo davanti a una classe dirigente che è sempre la stessa e che ha già fallito nei 3 governi Berlusconi. Molti di questa classe dirigente sono riciclati con l’aggravante che sono pure invecchiati di 12 anni. C’è tanto vecchiume, praticamente se escludi due o tre deceduti e due tre detenuti sono gli stessi”. Così, a “Dimartedì” (La7), il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio analizza il centrodestra destinato a governare il Paese.
E aggiunge: “Giorgia Meloni, rispetto a Berlusconi, non ha impicci giudiziari almeno per sé, ma ne hanno i suoi perché ha una classe dirigente impresentabile tanto quella berlusconiana e quindi Meloni, almeno da quel punto di vista lì, è più vergine. Però quello che preoccupa e ciò che c’è intorno, insieme al folclore di nostalgici, che in certi casi folclore non è”.
Travaglio si sofferma poi sul nuovo presidente della Regione Sicilia: “Schifani non è in controtendenza con la vittoria della destra, ma è proprio la cartina di tornasole di cosa è la vecchia destra che spacciamo per nuova. Sono sempre gli stessi invecchiati. Per Schifani c’è una sentenza di archiviazione che dice che ha avuto rapporti con persone che poi sono state condannate per mafia e oggi – conclude – si è appellato alla magistratura perché lo aiuti a evitare le infiltrazioni mafiose. Attualmente è imputato nel processo contro Antonello Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia. Ieri Schifani ha anche ringraziato Totò Cuffaro per l’aiuto. E Cuffaro è stato condannato definitivamente per favoreggiamento a un boss mafioso”.