“Tra Pd e 5 Stelle o c’è ora una qualche forma di intesa matura e anche di compromesso in vista di una futura azione di governo oppure sono spacciati, perché gli uni sono al 15%, gli altri sono al 18%. Devono intendersi se vogliono salvarsi. I 5 Stelle sono stati dimezzati, è una illusione ottica il loro successo elettorale, perché sono passati dal 33% al 15%. Si sono salvati la pelle grazie al fatto che hanno recuperato in campagna elettorale determinati temi”. Sono le parole del filosofo Massimo Cacciari che, ospite di “Otto e mezzo” (La7), pronuncia una lunga critica sferzante sia contro il M5s, sia contro il Pd.
Cacciari comincia con l’analisi impietosa del Pd: “È un partito che non è mai nato. Non c’è mai stato un confronto nel Pd, si è passati sempre da segretario a segretario pensando così di risolvere la cosa, alla caccia del lider maximo che funzionasse. Qui la vera questione riguarda un gruppo dirigente che deve rimettersi radicalmente in discussione e fare un congresso aperto – spiega – presentando la sua idea. Per me questa idea può essere soltanto quella di una rivisitazione di tutto il patrimonio socialdemocratico in politica interna, una revisione dei fondamenti del welfare sociale, una discussione sulla politica estera del partito riprendendo le grandi idee della socialdemocrazia soprattutto tedesca fino alla caduta del muro di Berlino”.
La conduttrice Lilli Gruber osserva che il campo del welfare sociale è stato occupato dal M5s di Conte, ma Cacciari non ci sta: “Cosa c’entra? Il welfare sociale secondo lei è assistenzialismo? Il welfare sociale sono politiche fiscali e sociali organizzate. È anche reddito di cittadinanza amministrato e organizzato bene, ma non come è stato fatto in Italia dove ha combinato sciagure. Il reddito di cittadinanza è una roba sacrosanta, ma non come è stato fatto in Italia. dove è puro assistenzialismo“.
L’ex sindaco di Venezia infine si pronuncia sul futuro leader del Pd: “Deve essere una persona che non sia parte integrante del caminetto che ha diretto il Pd finora, spartendosi i posti di capilista e altro e massacrando forze locali come è stato fatto sciaguratamente. Vuole un nome? Provenzano“.