“Il M5s avrebbe preso più voti se ci fosse stato anche Di Battista? Secondo me, no. Anzi, il M5s ha preso più voti perché Di Battista non c’era“. Lo afferma a “Tagadà” (La7) il sociologo Domenico De Masi che analizza l’esito elettorale raggiunto dai 5 Stelle, sottolineando: “Il M5s ha fatto una politica elettorale di classe, una metodologia di un vecchio sociologo dell’800 ancora di gran lunga valida. Cioè ha puntato sulla classe svantaggiata e questo l’ha premiato. Oggi siamo in una situazione bellissima: il Pd dice di essere di sinistra senza esserlo, i 5 Stelle sono di sinistra senza dirlo. Però in effetti le cose hanno fatto i 5 Stelle sono le uniche cose di sinistra fatte in Italia negli ultimi 15 anni”.

De Masi infine osserva: “Credo che sia finita o che perlomeno si vada attenuando l’epoca del neoliberismo. In tutti Paesi dell’Occidente sta riprendendo fiato l’idea keynesiana che dallo Stato si debba pretendere di più. Bisogna tener conto che, accanto ai poveri che chiedono il reddito di cittadinanza, da almeno due anni ci sono imprenditori e commercianti che chiedono bonus e ristori. E questa richiesta di aiuto allo Stato – conclude – ricorda il New Deal. Quindi, quello che è successo nel Sud in qualche modo anticipa le richieste che prenderanno piede nei prossimi mesi e credo nei prossimi anni, cioè un ritorno a una visione keynesiana dell’economia”.

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